Il sorriso di Dio: la storia della piccola Giastin, un angelo in Cielo

Giastin è una bambina affetta da una malformazione fisica ma questo non le impedisce di vivere la sua vita sino in fondo, abbracciata ed accompagnata soprattutto dall’amore della sua famiglia e dal grande amore di Dio. La giovanissima racconta, in una intervista video, come il Signore ha toccato le corde della sua vita e come le ha fatto guardare tutto con occhi diversi.

Uno sguardo speciale e delle parole che arrivano al cuore di chiunque le ascolti.

Giastin, il meraviglioso sorriso di Dio

La malattia non può fermare la vita di una bambina che, nonostante tutte e le mille difficoltà che la vita le ha posto avanti, ha deciso di raccontarsi ma, soprattutto, ha deciso di dire a tutti come il Signore è riuscito ad entrare nella sua vita e a fare, proprio di quella vita che per qualcuno poteva essere qualcosa di impensabile, un capolavoro.

La storia che stiamo per raccontarvi è quella di Giastin, affetta da amiotrofia spinale, una patologia neuromuscolare caratterizzata dalla progressiva morte dei motoneuroni, le cellule nervose del midollo spinale che impartiscono ai muscoli il comando di movimento. Ciò che colpisce, però, è vedere come nonostante le difficoltà che ogni giorno deve affrontare, il sorriso non manca mai sul suo volto.

E in un video, Giastin racconta la sua storia: “Sono Giastin, faccio la seconda media e mi piace studiare” – sono queste le prime parole con la quale decide di presentarsi. Come dicevamo all’inizio, lei è affetta da una grave malattia sin dalla nascita ma, di certo, questo non le impedisce di sorridere a Dio. Anche sua sorella Rosaria e suo fratello Cosimo sono affetti dalla sua stessa malattia. Nonostante tutto, però, un grande entusiasmo per la vita, accomuna la sua famiglia, genitori e figli.

“Non ho mai pensato che Dio abbia voluto questo per me”

Tante sono le domande che potrebbero essere poste a Giastin e, in quest’intervista, si parte proprio da una specifica, ovvero se lei stessa abbia mai dato colpa della sua malattia proprio a Dio: “No no, io non penso che sia stato lui. Io penso che sia capitato e basta, perché come già mia sorella, se noi siamo così, a tutto c’è un motivo. Diceva mia sorella: “Se io sono così, vuol dire che io devo aiutare qualcuno proprio in questo stato”. Allora anche io sono convinta di questo fatto e perciò non credo che sia stato Lui a farmi nascere così […] Non è stato Lui, poverino, pura la colpa gli diamo!” – spiega Giastin.

Quando noi facciamo le cose, Lui ci perdona sempre. Noi diamo sempre la colpa a Lui, non possiamo perdonarlo una volta, anche se Lui colpa non ce l’ha?” – continua.

La naturalezza e la spontaneità delle risposte di Giastin si affiancano alla sua maturità di pensiero, anche se ancora giovanissima d’età. A chi le chiede se le pesa stare in carrozzina, Giastin risponde: “Per niente anzi, io sto bene. Mi veste mamma, cucina mamma, mi fa andare in bagno mamma, mi lava mamma…fa tutto mamma e io sto come un pasha” – afferma con gioia e semplicità – “[…] Io sono una privilegiata, meglio di me non ci sta nessuno. Io lo dico sempre”.

Più si va avanti nella conversazione, più diventano particolari e specifiche le domande, anche proprio sulla sua stessa vita: “Cambieresti la tua vita con quella di qualcun altro? No…finirebbe che mi dovrei lavare io, cucinare io…Io quando prego, non prego e dico: “Gesù fammi guarire”, io dico: “Non farmi fare niente, io sto bene così”.

Giastin: il segreto della felicità

La gioia di Giastin è davvero contagiosa: il suo modo di esprimersi coinvolge davvero tutti coloro che l’ascoltano. E continua a raccontare di sé, raccontando anche come inizia le sue giornate: “Addormentarsi con il sorriso, svegliarsi la mattina e andare davanti allo specchio e dire: “Quanto sono bella” […] Perché dobbiamo dire questo? Dio ci ha fatti a sua immagine e somiglianza. Allora io penso questo: se noi diciamo che siamo brutti, offendiamo Dio. Lui ci ha fatti a sua immagine e quindi, se diciamo che siamo brutti, vuol dire che non gli assomigliamo. Dobbiamo dire “quanto siamo belli” così Lui è contenti e siamo contenti anche noi”

La gioia di raccontarsi non si ferma qui e, dopo un breve riposo, Giastin continua con il suo racconto. Alla domanda cosa serve per esser felici, lei è più convinta che mai nella sua risposta: Serve pregare ed amare Dio. Io penso che Lui ci ami tanto e penso che Lui, le cose belle le scriva a penna su un grosso quaderno e le cose brutte le scrive a matita perché così, quando noi dopo ci pensiamo, Lui le può cancellare […] Le cose belle le scrive a penna perché le vuole tenere impresse.

La piccola Giastin aveva pensato proprio a tutto, anche al giorno del suo funerale, avvenuto quattro anni dopo aver rilasciato questa intervista. Lei stessa lo aveva immaginato come il giorno della sua festa più grande, quando il suo sogno si sarebbe avverato e realizzato, ovvero quello di avere le ali per volare sino al cielo da Gesù. Ma qualcosa di particolare è successa proprio durante la celebrazione del suo funerale.

Un episodio speciale il giorno del suo funerale

Un uomo ha avuto una visione, nel momento dell’offertorio, e ha visto degli angeli prendere il corpo di Giastin e condurlo in cielo a Maria e a Gesù, e il Signore, poi a sua volta, l’ha consegnata a Dio Padre. La straordinaria visione fu raccontata alla mamma di Giastin che impallidì: quella era la storia che lei stessa aveva inventato ai suoi figli, quando li metteva a letto, e loro le domandavano come sarebbe stato il giorno della “loro partenza verso il cielo”.

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