Io e mio marito stavamo entrando in Chiesa. Era di Domenica. Eravamo in anticipo perché il culto iniziava alle 10 e trenta mentre noi siamo arrivati verso le 10, 10 e cinque. Siamo entrati dalla porta del lato destro e ci siamo seduti sotto la prima navata sulla destra. Il soffitto era basso. Eravamo tutti seduti al contrario su delle panche, rivolti verso l’uscita e non verso dove c’è il pulpito. Dato che siamo arrivati per tempo abbiamo avuto tempo di salutare alcuni fratelli. Poi sono iniziate ad arrivare altre persone, degli altri fratelli. Tra questi una coppia molto strana: lui con degli atteggiamenti molto equivoci (effemminati). Sembravano due giganti vestiti di bianco con i capelli brizzolati. La donna aveva al collo una collana fatta di grossi denti umani che mi disgustò moltissimo. La donna era seguita da quell’uomo con quell’atteggiamento ambiguo, certamente suo marito. Ad un certo punto questa signora – non vedo perché chiamarla sorella, comunque probabilmente era una sorella anche se con atteggiamenti molto strani – ha fatto cadere la sua collana sopra il tavolo che avevo davanti a me, ovvero la panca sulla quale poggiavo le braccia, che però era più larga di una comune panca, come fosse stato un banchetto di scuola. Avere dinanzi a me, sotto i miei occhi, quella collana di denti mi faceva ribrezzo e l’ho buttata in mezzo al corridoio. Tra una fila di panchine e un’altra c’erano altri fratelli seduti sempre rivolti verso l’uscita. Allora un fratello anziano seduto, in ginocchio, come eravamo tutti in quel momento, nella fila di panchine parallela alla nostra, quella più o meno centrale alla chiesa, mi dice: “Sarebbe quasi da portare a casa. Te la dovresti portare a casa”. Di risposta gli ho detto: “Ma non ci penso proprio di portarmela a casa questa collana!”. E la collana rimase per terra. Attaccato alla collana vidi che c’era un bigliettino che attrasse la mia attenzione. Ho preso il bigliettino, ma la collana l’ho lasciata per terra. Tornata la proprietaria della collana, pur vedendola per terra non l’ha raccolta. Sembrava proprio non gliene importasse niente, anche se mi sembrò che mi guardasse con rimprovero per avergliela lasciata per terra, ma io non la volevo. Intanto la Chiesa si riempiva. Non era gremita di fratelli e sorelle, però ce n’erano certamente più di quanti ce ne fossero quando eravamo arrivati. Ad un certo punto, dato che guardavamo tutti verso l’esterno, ho visto come da una porticina di casa aperta sulla strada, ovvero il portone principale centrale della chiesa, che fuori dalla chiesa c’era un fiume altissimo con le onde. Le acque erano veramente molto alte ed erano mosse, con le onde. Queste onde riempivano la strada e scorrevano impetuose in mezzo alla via, sovrastando le porte delle case. In altezza il fiume sovrastava anche l’ingresso stesso della chiesa dov’eravamo, ma senza allagarla. Infatti, solo un pochino d’acqua, come fosse stato un rigagnolo insignificante, entrava anche nella chiesa, pressappoco per tre metri, più o meno fin dove ero seduta io. Mi sono guardata intorno perché questa vista era abbastanza scioccante per me.
Mi domandavo: “Com’è che c’è un fiume fuori dalla porta oltretutto così alto con le onde?” e mi sono domandata: “Ma nessuno lo vede? Sta pure entrando l’acqua in chiesa!”. Mi guardavo intorno, ma era chiaro che nessuno lo vedesse. Se non mi ricordo male forse solo Paolo, mio marito, aveva fatto cenno che vedeva qualche cosa. Allora dissi: “Fuori c’è dell’acqua!”. Ma le persone, i fratelli intorno a me, non vedevano quello che stavo vedendo io e non badavano neanche a quello che stavo dicendo. Probabilmente si notava che ero meravigliata, ma nessuno ci faceva caso. Erano tutti molto indifferenti. Allora mi sono rivolta all’interno della chiesa, come lo si è durante il culto, verso il pulpito. Il pulpito che vidi era posto in alto dopo qualche gradino. Allora mi sono trovata ad andare verso il fondo della chiesa e mi accorsi che stavo volando: ero letteralmente sollevata da terra, sospesa in aria sempre all’interno di questo edificio, però sospesa in aria. Stavo andando dritta dinanzi a me, verso il pulpito, diretta verso un uomo tutto vestito di bianco, sulla quarantina, con una folta chioma di capelli neri: evidentemente doveva rappresentare il pastore. In fondo alla chiesa, dislocati a distanza di alcuni metri su una superficie semisferica, c’erano altre tre o quattro persone. Nel sogno ero arrabbiatissima con quest’uomo e sapevo in cuor mio che era il demonio. Andando verso di lui lo sovrastai volando, mentre lui era poggiato per terra e non poteva sollevarsi. Lo guardavo con fare minaccioso, l’avrei preso a botte, l’avrei disintegrato: gli ho mostrato le unghie, gli artigli – che per altro non ho. Ero proprio arrabbiata con quella persona, la odiavo. Ero sempre sospesa in aria, sopra di lui, quando anche lui ha sollevato le braccia in alto cercando di farmi del male, ma senza riuscire a farmi nulla. Mentre stavo sognando queste cose, in cuore il Signore mi ha suggerito questa parola: “Lasciate a Me la vendetta” e così ho mollato lì quell’uomo, anche se a malincuore perché – come ho già detto – l’avrei disintegrato.
Dopo ciò, tra le altre persone che c’erano lì nella zona del pulpito e del coro, quindi non dalla parte del pubblico, incontro una ragazza giovane, che era al servizio di questa persona, che mi domanda: “Com’è che posso incontrare Gesù?” o qualcosa del genere su Gesù. E io le ho risposto: “Guarda, in qualunque caso, quando ti troverai nel bisogno e in qualsiasi circostanza ti trovi invoca il Nome di Gesù. Perché soltanto Lui ti può salvare e Lui lo fa certamente, perché la Sua Parola lo dice”. Tutta l’attenzione del sogno allora si è concentrata su questa giovane ragazza che aveva i capelli raccolti a coda, era anche un poco trasandata. Dal momento che sembrava fosse alla ricerca della Verità ho cercato di evangelizzarla. Ad un certo punto, pur non essendo uscite da dove eravamo, mi sono ritrovata come su un viale di una villetta bassa con una recinzione fatta a siepe. Camminando lungo la siepe siamo giunte all’altezza del cancello e questa ragazza non era più una persona, ma era diventata una cagnolina bianca. All’interno del cancello di questa casa c’era un cane, maschio di colore scuro, che ha aperto il cancello e ha invitato la cagnolina bianca ad entrare dentro. Allora la cagnolina ingenuamente e imprudentemente è entrata, lui si “è servito” e quando ha finito di “servirsi”, ha messo fuori la cagnolina chiudendo dietro di sé il cancello senza dire né “ciao”, “arrivederci”, “bau”: nulla insomma. La cagnolina era lì riversa fuori dal cancello e mi sono accorta che era stata violentata. Mi sono avvicinata per soccorrerla, ma non era più una cagnolina: era tornata la ragazza di prima e ho notato che era completamente nuda con il pube completamente depilato e l’atteggiamento profondamente lussurioso.
Era evidente che non aveva capito niente di quello che le avevo detto su Gesù. Allora l’ho lasciata lì dov’era e me ne sono andata. Spiegazione del sogno da parte del Signore Gesù: Il sogno è stato fatto nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 settembre 2014. Da quel giorno al Sabato successivo ho avuto dei dolori lancinanti alla pancia, da non riuscire a camminare che mi preoccupavano molto. Ma Sabato sera, mentre riassettavo la cucina, il Signore Gesù in cuore mi ha detto di stare tranquilla che quel mal di pancia non era niente. Io Gli ho creduto e mi sono tranquillizzata. Tuttavia il dolore non cessava e dopo cena, non stando in piedi dal dolore, mi sono dovuta andare a sdraiare a letto. Subito dopo che mi sono coricata, mentre ero lì quasi del tutto anestetizzata dal dolore, il Signore Gesù mi ha spiegato il sogno fatto il giovedì precedente. Allora ho capito perché avevo male: perché il Signore voleva parlarmi. Ecco perché è importante per un cristiano non prendere medicine, antidolorifici, analgesici e compagnia bella, perché se siamo veramente servi del Signore , Lui alle volte si serve anche del dolore per fermarci e parlarci. Ma se noi neutralizziamo il dolore con le medicine, come fa tutto il mondo, il Signore deve trovare altre strade per parlarci, e se noi ci ostiniamo a non voler ascoltare alla fine può anche smettere di farlo con noi o cercare altri credenti per farlo. Quindi, mentre ero lì dolorante, ma senza pensare più al dolore, il Signore ha iniziato a spiegarmi il sogno e ad ogni mia domanda mi rispondeva. Dichiaro che era il Signore Gesù perché le Sue risposte erano chiare, mi davano pace e non c’era dubbio sulle risposte che mi ha dato e sul reale significato del sogno che Lui mi aveva dato e che Lui mi ha spiegato. La prima domanda che Gli ho fatto riguardava cosa rappresentassero LE ACQUE DI FUORI. Le acque di fuori, il Signore Gesù mi ha detto che rappresentavano la sofferenza che c’è nel mondo, fuori nelle strade, che è una sofferenza che sta aumentando: una sofferenza e miseria di cui anche gli uomini che sono fuori non ne sono consapevoli, e che a fatica e soltanto in miserrima parte entra nella chiesa.
Un’altra cosa che mi ha detto è che questa sofferenza purtroppo non la vedono tutti. Infatti, nel sogno la vedevo io e forse un altro paio di persone, ma tutti gli altri non la vedevano. La chiesa non la vede questa sofferenza, non la considera proprio, mi ha detto. Questa risposta mi ha aiutata a chiarire tante cose. Io pensavo che fosse il “fiume di Misericordia”, invece Gesù, come ha sempre fatto, guarda alla nostra miseria e guarda alle nostre sofferenza; a queste è sensibile e vuole che il Suo popolo, i Suoi figli, anch’essi la vedano e se ne prendano carico, come ha fatto Lui quando era qui [cfr. Ezechiele 42 e 47] E poi: LA COLLANA DI DENTI. Il Signore Gesù mi ha risposto: “Figlia mia, tu lo sai cosa significano i denti, che significato hanno i denti nel sogno”. Noi possiamo avere un passato esoterico e avere imparato tante cose “proibite”, ma il Signore può ogni cosa e si serve di tutto ed io so, perché prima della conversione l’avevo appreso, che quando si sogna di perdere uno o più denti, significa la perdita delle forze. La collana di denti che aveva questa pseudo-sorella appesa al suo collo, rappresentava la forza di cui lei si stava nutrendo: la forza delle persone: uomini comuni, magari anche non credenti e credenti, e lei si nutriva di queste forze. E per quanto riguarda LE PAROLE DEL FRATELLO ANZIANO che mi aveva detto di raccogliere la collana caduta dinanzi a me – che io avevo gettato nel corridoio scansandola con la mano perché mi faceva ribrezzo averla sul tavolino dove mi poggiavo – e portarla a casa, al quale io avevo risposto: “Ma non ci penso proprio di portarla a casa!”, pensando che lo dicesse in maniera scherzosa, il Signore Gesù mi ha detto che non era una battuta, ma un suggerimento: perché Lui vuole che io la porti a casa questa sofferenza, vuole che il Suo popolo la porti a casa questa sofferenza. Perché mi ha detto che “DOBBIAMO PORTARE I PESI GLI UNI DEGLI ALTRI e che È PER QUESTO CHE LUI CI HA SCELTI”. Inoltre il Signore Gesù mi ha detto che non solo vuole che io accolga la “COLLANA DI DENTI” in casa mia, ma che restituisca anche la forza a coloro a cui è stata rubata. Dovevo ridare “I DENTI” a coloro a cui appartenevano.
E mentre Gesù mi spiegava il sogno mi è venuto in mente il versetto che c’è nel Cantico dei Cantici 4:2 e 6:6, anche se lì è riferito ad un aspetto estremamente bello e dilettevole d’amore, dove è scritto: I tuoi denti sono come un branco di pecore tosate che tornano dal lavatoio: tutte hanno dei gemelli, non ce n’è una che sia sterile, ovvero non ce n’era uno che fosse orfano del suo compagno. L’UOMO – la persona – CHE AVEVO VISTO IN FONDO ALLA CHIESA SULLA GRADINATA e a cui avevo digrignato i denti e che avrei fatto a pezzi il Signore Gesù mi disse che era davvero Satana [cfr. i cani = cattivi pastori, la religione ecc. Salmo 22:16; Isaia56:10-11; Geremia 15:3; Matteo 7:6; Filippesi 3:2; Apocalisse 22:15] LA RAGAZZA/CAGNOLINA BIANCA che poi non aveva capito niente quando le avevo detto di invocare il Nome di Gesù in qualsiasi circostanza e che lei per altro aveva anche provato a fare un paio di volte insieme a me, ma che poi era tornata praticamente a fare quello che più desiderava fare (imprudenza, lussuria…). Il Signore Gesù mi ha detto che purtroppo tante persone moriranno nel loro peccato: perché non basta invocare il Suo Nome, ma BISOGNA CREDERE ANCHE CHE LUI È [cfr. Ezechiele 8 20 21 23; Geremia 4 e 5; Osea 3 e 4 più tanti altri di giudizio sul Suo popolo]. Ed oggi 28 settembre ’14 quando durante il culto ho visto la scritta: “Chiunque avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato” ho capito ancora più a fondo il dolore di Gesù che ieri sera mi spiegava il sogno. Perché per essere salvati non basta invocare il Nome del Signore. BISOGNA VERAMENTE CREDERE CHE LUI È: credere che Lui è il Figlio di Dio, che Lui è il Nostro Personale Salvatore e volere Lui come Pastore e SIGNORE della nostra vita. Davanti alla “Porta” non basterà invocare un nome, anche se è il Suo. Alcune precisazioni Comprendo lo stato d’animo di chi ha avuto i brividi a leggere il sogno e la sua spiegazione. Nella trascrizione ovviamente non si sente, ma mentre lo registravo piangevo, soprattutto nella parte dove riporto la spiegazione di Gesù sul “fiume di sofferenza”. Devo dire che l’ambientazione era effettivamente una chiesa evangelica in cui ero entrata, ma il sogno riguarda genericamente tutte le chiese, ovvero tutte le comunità religiose, perché – anche se non vogliamo ammetterlo – di questo si tratta.
E la religione sappiamo che cosa ha fatto a Gesù e cosa dice Gesù della religione (alias in greco: tradizione) cfr. Matteo 15:6 Per quanto riguarda il pastore è come ho scritto, non posso aggiungere nulla di più né togliere nulla. Ripeto solo che, come ho già affermato per quanto riguarda l’edificio, il sogno non riguarda solo la chiesa evangelica, ma la stragrande maggioranza delle chiese, ovvero le comunità religiose cristiane. In troppi purtroppo hanno dimenticato che Gesù non è venuto per abolire, ma a dare compimento e che “il timore di Dio è il principio della saggezza”! Il Giudizio è iniziato dalla Chiesa di Dio. Dovrebbero saperlo tutti e dobbiamo dirlo a tutti. Sono consapevole che il sogno e la sua spiegazione possano scioccare e sembrare un atto d’accusa (non certo volutamente personale e circostanziale) ma è proprio così,… confermato anche dalla Parola (intendo passi Biblici) che il Signore ci da OGNI GIORNO sulla chiesa e i suoi pastori. È bene ricordare le parole dette dal “demonio” nella Fuga dalla Cristianità1 nel contesto del “Deserto di Adorazione”: l’adorazione che personalmente mi soddisfa di più viene da uomini e donne che perseguono il successo religioso. 26 Febbraio 2015 La mietitura è iniziata. Il giudizio sulla chiesa è finito. D’ora in poi “chi agisce ingiustamente agisca ingiustamente ancora, e l’impuro sia contaminato ancora, e il giusto faccia ancora giustizia, e il santo sia purificato ancora. Ecco vengo presto, e la mia mercede insieme con me, per restituire a ciascuno com’è l’opera sua. Io l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine” APOCALISSE 22:11-13
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