Oscar Wilde scrisse che “la Felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha”. Ogni essere umano cerca disperatamente di fare avanzare la propria realtà a quelli che sono i propri sogni. Ogni cosa bella, che non si possiede, sembra un sogno, ed ogni sogno può diventare realtà. In uneterno gioco di ascesa cerchiamo sempre di soddisfare un progetto più ambizioso.Non ci si accontenta mai di quello che si ha, ma si sogna sempre qualcosa di diverso, di migliore.
Se per caso dobbiamo fare retromarcia, ci cade il mondo addosso e pensiamo al suicidio. Ci sentiamo inutili e frustrati. Se riusciamo a soddisfare qualsiasi tipo di bisogno, finisce poi che ci autodistruggiamo con qualche vizio particolare. Non è strano? Non siamo mai felici.
Un giorno mi è capitato di dovere portare in giro per la mia città un certo importante personaggio il quale non aveva certamente nessun problema economico. Dopo avere affittato una macchina di lusso, un intero piano in un albergo rinomato della città, uno stuolo di camerieri personali per una vacanza che doveva durare soltanto 2 giorni, mi disse che il suo migliore desiderio era andare in giro con un pullman di linea ed uscire la propria testa dal finestrino per respirare lo smog! Sono rimasto letteralmente basito. Ecco, oggi voglio raccontarvi un segreto. Il segreto della felicità.
Non che pretenda di esserne il detentore, attenzione, ma è solo che ho provato personalmente quello di cui vi sto scrivendo. Coloro che non hanno nulla, o hanno poco, stanno in piedi e trovano la forza e il coraggio di andare avanti per due motivi fondamentali: o perché credono e sperano di potere ottenere qualche “miracolo” e riuscire a realizzare i propri sogni, o perché sperano che i propri cari possano realizzare quello che loro stessi non hanno potuto fare.
In entrambi i casi, le possibilità sono ancora due: o si riesce, direttamente o indirettamente, a realizzare, più o meno inaspettatamente, i propri desideri, oppure si naufraga nel mare della disperazione e della frustrazione. In questo caso retrogrediamo ad uno stato larvale, pieno di frustrazioni, senza che niente ci soddisfi, e cominciamo a criticare tutto quello che ci circonda.
Nel primo caso, quando siamo riusciti ad ottenere quello che vogliamo, ci rendiamo conto, immediatamente dopo, che non basta. Che vogliamo di più. E cominciamo una nuova sfida, una nuova battaglia, che può avere più o meno successo. Anche questa sfida può contenere un ulteriore successo, ma anche in quel caso, la gioia dura poco. Subito ci si stanca e si vuole progredire.
Se uno psicologo leggesse queste righe, si metterebbe a sorridere credendo di ritrovare una delle teorie dello sviluppo degli uomini secondo Piaget, o Freud, o Brofenbrenner. Caro amico, oggi presentandoti la teoria di Gesù, il migliore psicoterapeuta esistente al mondo, visto che Lui ha creato il nostro modo di agire e di pensare.
La gioia e la felicità che proviamo è solo momentanea ed è soltanto legata al raggiungimento dell’obiettivo proposto, ma, una volta ottenuto, ci sarebbe il nulla. Quante volte abbiamo aspettato il nostro compleanno, o una festa particolare, e, mentre la festa e la musica andavano avanti, ci siamo chiesti perché avevamo fatto questo e non quell’altro, che c’eravamo immaginati tutto diverso e così via dicendo. La nostra immaginazione non ha confini e si annoia presto.
Quando anche tu riuscissi ad ottenere tutto, soldi, proprietà, affetti, successo, riconoscimenti, alla fine, prima o poi, ti stancheresti. Non saresti felice. Ti stancheresti proprio per quello che i modelli psicoanalitici sullo sviluppo sostengono nella loro ultima essenza: quando il bagaglio delle nostre risorse è pieno, arriva la noia, e quindi si scade nel deterioramento. E, ancora peggio, avendo TUTTO, non avresti più stimoli e ricorreresti a piaceri folli, che ti porterebbero alla tua autodistruzione. E’ esattamente quello che succede anche ad un operaio. Sta sempre lì, ogni giorno con la stessa routine, e, per quanto ami il suo lavoro e lo svolga con meticolosa scrupolosità, pure ormai si sente alienato, proprio come Ford ed altri studiosi evidenziarono. Siamo stati fatti così.
Beh, allora, che fare? Quale è il segreto? E’ semplice, molto più semplice di quello che pensi. Vi è un solo modo per essere felici. Avere Gesù nel cuore. E sai perché? Egli è l’infinito. Allora, nel momento in cui tu lo accetti nel tuo cuore come tuo Signore e Personale Salvatore, avrai un obiettivo davanti che è infinito, e, per quanto ti sforzi di raggiungerlo e superarlo, lo troverai sempre davanti a te, in un crescendo di emozioni e di effusioni di amore, ti ritroverai sempre a correre dietro a Lui, con le mani tese e cercando di afferrarlo, e, appena lo avrai afferrato, ti renderai conto che c’è dell’altro, e sarai stimolato ad andare ulteriormente avanti, ….. E tutto quello che ti circonda sarà asservito al tuo scopo di riempire la tua vita di Cristo. Non sarai più tu a essere asservito alle cose di questo mondo. E allora, ti guarderai intorno, in una pausa di riflessione e finalmente dirai a te stesso: Sì, io posso dire che sono felice, e sai perché? “Perché io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica”, (Filippesi 4:13).
L’unico modo per essere felice, amico che leggi, allora, è quello di confrontarti con qualcuno che è troppo al di sopra di te, e che tu non potrai mai raggiungere tanto è elevato. Se cominci a camminare con lui, dopo anni e anni, ti ritroverai sempre con nuove esperienze, mai viste prima. Comprenderai cose sempre diverse, e on sarai mai stanco: vorrai sempre di più da lui e da te stesso. Realizzerai allora la visione dell’apostolo Paolo, “Per me vivere è Cristo, e morire è guadagno”, (Filippesi 1:21). Se vivi con cristo, anziano o giovane, scoprirai un mondo nuovo sempre diverso e sempre pronto a offrirti nuove emozioni in Lui.
[notiziecristiane.com – Pastore Gabriele Paolini Chiesa di Capaci]
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