Il Primo Maggio di Lampedusa

In occasione della Festa dei lavoratori e delle lavoratrici sull’isola siciliana Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI, organizza una rassegna sul tema del caporalato e dei diritti, con la partecipazione di alcuni braccianti ospiti dell’ostello sociale Dambe so, dalla Piana di Gioia Tauro.

Roma (NEV), 29 aprile 2024 – C’è anche un’altra Lampedusa. Che riflette sui temi del lavoro e sul futuro delle persone che approdano in Europa. Persone che spesso finiscono a essere sfruttate. Sabato 4 e domenica 5 maggio sull’isola siciliana Mediterranean Hope (MH), programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, organizza una due giorni di discussione, musica, cucina e cortometraggi “per costruire reti e comunità consapevoli”, sul tema del lavoro, in occasione della Festa del 1^ Maggio.

L’iniziativa è il primo evento pubblico nell’ambito del decennale di MH, che si celebra proprio quest’anno.

“Dieci anni fà sia Terra! che Mediterranean Hope muovevano i primi passi sull’isola mettendo in relazione i bisogni della comunità con le opportunità che lo stesso territorio offriva – dichiara Silvia Cama, project manager per Terra!APS e presidente di Agricola Mpidusa – . Da allora abbiamo condiviso tanto, dai momenti di disseminazione di buone pratiche durante i Terra!Camp al supporto per assicurare la continuità delle attività di orto terapia rivolte agli utenti del Centro Diurno negli orti comunitari. Oggi per la prima volta le due realtà si trovano insieme a parlare di sfruttamento in agricoltura mettendo a sistema il lavoro che Terra! porta avanti sulle filiere e la lotta al caporalato con quanto MH fa a Rosarno. Ospiteremo quindi una delle due giornate dell’evento in un luogo significativo: i campi coltivati da Agricola Mpidusa, la Cooperativa Sociale Agricola di Comunità più a Sud d’Europa fondata da Terra! 4 anni fa, che coltiva circa 1 ettaro di terreno in Contrada Imbiacola, al confine con l’hotspot di Lampedusa, e dato in locazione gratuita dagli eredi di uno degli ultimi contadini eroici lampedusani. Agricola Mpidusa vuole rilanciare l’agricoltura sull’isola di Lampedusa attraverso un approccio ecologico all’agricoltura e l’inclusione lavorativa di giovani e soggetti a rischio marginalità: è rispettosa dei cicli naturali che contrastano la desertificazione del suolo e il cambiamento climatico, solidale perché coinvolge persone con fragilità in percorsi di inclusione sociale e accoglie gli studenti dell’isola con attività di educazione ambientale, sostenibile perché riduce le emissioni generate dai mezzi di trasporto azzerando la distanza fra produzione e consumo del cibo, etica perché riconosce ai suoi lavoratori un giusto compenso”.

Nel corso dell’evento saranno proiettati i corti del Rosarno Film Festival e saranno presenti alcune delle persone che vivono attualmente nell’ostello sociale Dambe So, aperto da MH nella Piana di Gioia Tauro, in larga parte grazie al finanziamento dell’Otto per mille valdese.

“Aderendo a questa iniziativa, MH e in particolare l’ostello Dambe so – Casa della dignità vuole contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla connessione tra le frontiere e il lavoro. In particolare vogliamo far capire come la libertà di movimento dei lavoratori migranti sia strettamente legata alla lotta contro lo sfruttamento. La presenza di alcuni lavoratori braccianti e la proiezione dei corti del Rosarno Film Festival a Lampedusa a ridosso della giornata del primo maggio ci sembrano un’occasione per affrontare il tema migratorio con uno sguardo decolonizzato, in cui si pone al centro il protagonismo di questi lavoratori e lavoratrici”, spiega Francesco Piobbichi, operatore MH a Rosarno e disegnatore sociale.

“Mentre le politiche europee negano protezione a chi attraversa le frontiere in cerca di lavoro, il nostro sistema economico si regge sullo sfruttamento dei migranti irregolari. Quando le persone attraversano la frontiera, viene chiesto loro perché sono qui. Molti non sanno che cercare un lavoro e una vita migliore non viene considerata una ragione valida per ottenere protezione. Ed è proprio sul loro sfruttamento che si regge poi il nostro sistema economico. Purtroppo tante delle persone in movimento che qui approdano, per ora segregate nell’hotspot, verranno sfruttate nei nostri campi e nelle nostre fabbriche”, aggiunge Francesca Saccomandi, operatrice di MH a Lampedusa.

Qui sotto le locandine con il programma della rassegna.

 

La cena del 5 maggio sarà a base di cucina lampedusana e subsahariana, con gli ingredienti dell’Agricola Mpidusa e di SOS Rosarno. Cucineranno persone dell’associazione pasticceri e cuochi di Agrigento, studenti dell’istituto alberghiero e i braccianti dell’ostello solidale Dambe So. Gli aperitivi saranno fatti con i prodotti dell’Agricola Mpidusa e di SOS Rosarno. La musica che animerà la rassegna sarà lampedusana e senegalese.

https://www.nev.it/nev/2024/04/29/il-primo-maggio-di-lampedusa/à


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