Il primo insegnamento di Dio: rispettare le regole!

GiustiziaC’era una volta un complesso di sette strumenti musicali: erano un pianoforte, un violino, una chitarra classica, un flauto, un sassofono, una cornetta e una batteria.Vivevano nella medesima stanza, ma non andavano d’accordo. Erano così orgogliosi che ognuno pensava di essere il re degli strumenti e di non aver bisogno degli altri. Non solo, ma ciascuno voleva suonare le melodie che aveva nel cuore e non accettava di eseguire uno spartito. Tutti ritenevano ciò una imposizione intollerabile che violava la loro libertà di espressione. Quando al mattino si svegliavano ognuno cominciava a suonare liberamente le proprie melodie e per superare gli altri usava i toni più forti e violenti. Risultato: un inferno di caotici rumori. Una notte capitò che la batteria non riuscisse a chiudere occhio per il nervoso. Per passare il tempo cominciò a scatenarsi con le sue percussioni. Fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Per la prima volta tutti gli strumenti si trovarono d’accordo su una cosa: la decisione di andare ognuno per conto suo. Stavano per uscire quando alla porta bussò una bacchetta con uno spartito in cerca di strumenti da dirigere. Parlando con garbo e diplomazia chiese loro di fare una nuova esperienza, quella di suonare ognuno secondo la propria natura, ma con note, ritmi e tempi armonizzati; “Con un occhio guardate lo spartito, con l’altro i miei cenni, dopo che avrò dato il via, disse la bacchetta”. Un po’ perché erano molto stanchi del caos in cui vivevano, un po’ per la curiosità di fare una nuova esperienza, accettarono. Si misero a suonare con passione dando ognuno il meglio di se stesso e con una obbedienza totale alla bacchetta… A mano a mano che andavano avanti si ascoltavano l’un l’altro con grande piacere. Quando la bacchetta fece il cenno della fine un’immensa felicità riempiva il loro cuore: avevano eseguito il famoso Inno alla gioia di Beethoven.

Cosa ci insegna questa storia:
L’essere umano non è nato per vivere da solo, dunque per vivere in una comunità sono importantissime le regole che comportano diritti e doveri. La libertà assoluta non può che andare a ledere la libertà degli altri, per cui è necessario trovare dei compromessi affinché’ si rispettino gli altri ed al tempo stesso gli altri rispettino noi. Da qui l’importanza dell’insegnamento dell’educazione civica, sin dai primi mesi di vita da parte dei genitori, della scuola e della comunità. Chi urla forte pretendendo i propri diritti in genere è proprio chi i diritti degli altri li calpesta, accecato dal proprio IO nemmeno se ne rende.

Quando Dio creò il mondo e tutte le cose che sono in esso, pose il primo uomo e la prima donna in un giardino chiamato Eden; Adamo ed Eva erano  solo due persone, ma il primo insegnamento che il Padre volle impartire loro fu proprio il rispetto delle regole; “di tutto ciò che troverete nel giardino potete goderne ed essere felici; di ogni  sorta di  albero potete mangiarne il frutto, tranne che dell’albero della conoscenza del bene e del male; quello non dovete toccarlo, poiché’ se ne mangerete certamente morirete!”. Ecco che la regola imposta dal Signore ha finalità di protezione e salvaguardia della vita e dell’armonia del creato; e il mancato rispetto di quella regola apparentemente semplice ebbe come conseguenza la macchia del peccato e la morte su tutti gli uomini; questo sta a dimostrare che il rispetto delle regole è fondamentale sia che si tratti di una comunità grande, ma anche che nel rapporto tra due sole persone.

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