IL PERDONO NEI PROFETI ANTERIORI

1. IL PERDONO NEI PROFETI ANTERIORI

I libri dei Profeti anteriori contengono una molteplicità di testi sul perdono. Per evitare la prolissità nell’esposizione del tema del perdono, ci concentreremo su un testo di grande rilevanza spirituale, quello tratto dal libro dei Giudici 10:6-10.

Questo testo evidenzia aspetto vividi della coscienza di Israele.

  a. L’AFFERMAZIONE DEL PERDONO

Il testo fa risaltare sia la richiesta di perdono che l’ottenere la certezza-esperienza del perdono divino. Ciò si deduce dalla dinamica narrazione degli avvenimenti raccontati nei Giudici: Dio suscita un giudice come simbolo di perdono (GD 2:18).

  b. LA CANCELLAZIONE DELLA COLPA

La certezza-esperienza del perdono divino non equivale alla rimozione della colpa. Il termine biblico che tiene uniti paradossalmente il perdono di Dio e la colpa dell’uomo è l’ira, la quale è generata dall’amore tradito senza decretare la fine della relazione , invocando il suo ristabilimento.

Il perdono non rimuove il peso della colpa, altrimenti ciò rasente l’indifferenza o l’impotenza, rendendosi connivente con il male

  c. LA CONFESSIONE DELLA COLPA

La colpa non è cancellata né rimossa, essa viene drammaticamente riconosciuta e confessata: “…Abbiamo peccato contro di te,, abbiamo abbandonato il nostro Dio e abbiamo servito i Baal”.

Il perdono divino risveglia la coscienza del peccato e la confessione dei peccati.

  d. L’ACCETTAZIONE DELLA PENA

La coscienza della colpa è risvegliata dall’ira e dal perdono divino. Vi è una conseguenza della colpa espressa nel testo biblico con la categoria della punizione(cfr. GD 10:7). Vi è un nesso tra colpa e pena

  e. LA CONVERSIONE

La pena non è la fase ultima, ma penultima. Essa paradossalmente porta alla liberazione, cioè alla fine dell’oppressione e della pena. Con il risveglio della coscienza della colpa e il subire la pena, il perdono divino apre alla conversione. Il termine ebraico per conversione è “Tesubha”, che significa interrompere il cammino preso per tornare indietro. Il verbo comunica l’idea di viaggio interrotto e rispondere a Dio, nel ricominciare il viaggio con Lui. Ciò porta anche a una corresponsione al viaggio fatto anche accanto al suo prossimo nell’amore, di un amore più intenso di quello che gli è stato prima negato.

IL PERDONO NEI PROFETI POSTERIORI

Nei libri dei Profeti vi sono parecchi testi sul perdono. Per motivi di tempo, noi prendiamo a prestito due testi, uno riguardante l’urgenza della conversione come condizione del perdono. L’altro presupponendo il perdono come condizione per la conversione.

  a. EZECHIELE 18:25-32

Ezechiele era un profeta appartenente all’esilio babilonese del 597 a.C. In questo testo Ezechiele svela la volontà di Dio, ossia che Israele abbandoni il suo essere peccaminoso e si converta. Solo così vivrà. In altre parole, Dio perdona le loro iniquità se Israele si ravvede e chiede perdono.

  b. Osea 11

 Questo testo consta di una duplice parte:

  aa. Osea 11:1-6

L’amore paterno è tradito. Dio spiattella a Israele la sua colpa, decretando una condanna attraverso una punizione severa.

  ab. Osea 11:7-9

Questi versetti si stagliano come una un testo paradossale, perché vediamo che il Signore capovolge l’ordine etico-spirituale della dinamica del perdono: invece di far scorrere i versetti lungo la logica del peccato, conversione-perdono, ribaltandola, enfatizza invece il perdono che precede la conversione: Di perdona prima che Israele si converta : ciò risalta il tema della conversione come realtà trasformatrice dell’uomo dopo quella amorevole del perdono, la conversione come risposta all’amore di Dio e non come condizione che precede il perdono.

  1. IL PERDONO NEGLI SCRITTI SAPIENZIALI

I Salmi sono il libro in cui maggiormente si evidenzia l’esperienza del dolore dovuto al peccato e alla gioia dell’essere perdonato.

Analizziamo i seguenti Salmi:

  1. Salmo 85

L’esperienza del perdono.

In questo salmo il salmista espone la gioia del perdono, ma anche vive la tensione tra il perdono passato e lo stato attuale, condizionato ancora dal peccato, per il quale si chiede ancora perdono e invoca Dio perché cessi dall’essere adirato.

  1. SALMO 32

La gioia del perdono

Il salmista gioisce per la liberazione dal peccato, dopo avere subito una angoscia abissale.

C’è il nesso tra la confessione del peccato e il perdono di Dio.

  1. SALMO 51

La scoperta dell’orrore del peccato .

La confessione accorata e la richiesta di una spiritualità rinnovata e rinnovatrice.

Paolo Brancè | Notiziecristiane.com

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