Il peccato originale

12809796_537917773048207_514556921010657601_nMi stupisco continuamente e resto alquanto sconcertato quando, con convinzione e una certa insistenza, si attribuiscono alla Bibbia delle affermazioni che certamente si trovano in numerosi libri e nella testa di molti, ma che non si leggono mai nella Parola di Dio.

“Dio il SIGNORE ordinò all’uomo: Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai” (Genesi 2:16-17).

Adamo ed Eva non mangiarono una mela, bensì il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. Un albero che produce delle mele si chiamo melo, un ciliegio produce ciliegie e un noce noci. Dio non ha messo davanti al naso dei primi esseri umani da Lui creati un frutto saporito e ne ha poi vietato il consumo per stuzzicarli o per il gusto di venderli soffrire.

“Il serpente era il più astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti. Esso disse alla donna”: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» La donna rispose al serpente: «Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”». Il serpente disse alla donna: «No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male».

La donna osservò che l’albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l’albero era desiderabile per acquistare conoscenza; prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò” (Genesi 3:1-6).

Adamo ed Eva, presero il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male contro il chiaro divieto da parte di Dio. Essi credettero alle parole del serpente ed espressero così la loro diffidenza nei confronti del Creatore: Dio voleva limitarli, negando loro qualcosa di buono e privandoli della vera vita, dell’appagamento? Quella sfiducia fu alla base della loro decisione e della loro azione. Essi volevano essere come Dio. Adamo ed Eva vennero stimolati alla disubbidienza nei confronti di Dio da interrogativi e argomentazioni sorprendentemente attuali. L’albero della conoscenza del bene e del male ci pone di fronte a un quesito decisivo: è giusto che l’uomo decida da solo ciò che è buono e ciò che è cattivo e quindi ponga il suo giudizio come misura di tutte le cose, oppure è bene che si rimetta al giudizio di Dio? Dio non vuole sicuramente la nostra denutrizione a livello conoscitivo. Al contrario, Egli vuole che la nostra conoscenza aumenti (Ebrei 5:11-14), ma non vuole che ciò avvenga a prescindere da Lui. L’albero della conoscenza del bene e del male, che per noi equivale ai parametri divini che ci vengono presentati nella Sua Parola, rappresenta una possibilità di dimostrare se amiamo veramente Dio. Prendere quel frutto proibito o andare per la propria strada vuol dire agire in modo indipendente e porsi al posto di Dio. Ciò avviene, in ultima analisi, perché pensiamo di perdere qualcosa di buono ubbidendo a Dio e di lasciarsi sfuggire delle occasioni vantaggiose.

Dall’episodio considerato dovremmo imparare una lezione importante: Dio ci ama e ci mostra la via che dobbiamo percorrere, perché è la migliore per la nostra vita. Il vero amore però non costringe. Siamo liberi di scegliere se ubbidire a Dio o se andare per la nostra strada. Come la prima coppia di di viventi, anche noi dovremo rendere conto a Dio delle nostre azioni e assumerci la responsabilità delle nostre decisioni.

B. Schwengeler

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
https://www.facebook.com/storiedifedevissute.blogspot.it

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook