Il nuovo cucito… che salva la vita!

Il Kintsugi, letteralmente “riparare con l’oro”, è quella forma di arte artigianale che ripara gli utensili con lacca e polvere d’oro. Un metodo forse non proprio economico, ma che ha come pregio il desiderio di valorizzare la fragilità e la rottura, non nascondendole alla vista, ma tramutando venature e cicatrici in qualcosa di prezioso, unico nel suo genere. La sofferenza delle ferite risanate diventa una nuova forma di bellezza, da ammirare anche più dell’integrità precedente.

A leggere certi passi della Bibbia, verrebbe da pensare che questa tecnica giapponese sia stata inventata da Dio in persona, per aggiustare non del vasellame infranto, ma l’amicizia con l’uomo andata in frantumi più e più volte.

Nella Genesi, poco dopo il peccato originale, Dio “fece per l’uomo e per la donna tuniche di pelli e li rivestì.”(Genesi 3,21).

Dopo il Dio-artigiano, che si sporca le mani di terra (“modellò l’uomo con polvere del suolo”) ed il Dio-dal-pollice-verde (“piantò un giardino in Eden, fece germogliare dal suolo ogni tipo di alberi”), ecco il Dio-sarto, che cuce tuniche di pelle, per rivestire un’umanità che ha perso confidenza con lui.

Quegli scampoli di pelle cucita in tuniche – fuor di metafora è il nostro essere umani con tutte le fragilità del caso – sono stati invece il pezzo forte della collezione “d’alta moda”, un capolavoro di divina misericordia da far sfilare sotto i riflettori del mondo intero per i secoli a venire.

La realtà doveva far riflettere ed ancora oggi, molte realtà che famiglie intere vivono, devono spronare ad aprire gli occhi…

Cacciati da Eden, uomo e donna non avevano difesa alcuna. La nudità della loro condizione non era più emblema di armonia con l’intero creato, ma anzi, sintomo di una debolezza di cui la Misericordia non esitò a prendersi cura. Dio non smise nemmeno per un istante d’essere Padre amorevole e vestì le sue creature per il nuovo cammino che avrebbero intrapreso. La condizione umana diventava un dono da vivere in tutta la sua precarietà, un dono di cui Dio in persona un giorno si sarebbe fatto carico, vivendolo tutto, dalla nascita in una mangiatoia alla morte su un legno di croce.

Molto più di un vaso infranto, il rapporto di amicizia con Dio.

Molto più costoso di una semplice “colla” il prezzo pagato per aggiustare e salvare tutto..

Ogni caduta generava un sussulto d’amore, ogni crepa veniva riparata con l’oro della Misericordia le cui scorte non sembrano avere mai fine.

Un invocazione di speranza che ancora oggi è disponibile verso tutti è che alla ricerca costante di tutti.

GenerazioneInAzione

 Vincenzo Lipari | Notiziecristiane.com


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