Io sono nato in una famiglia cattolica, dove alcuni sono credenti, mentre altri no. Fin da piccolo sono stato abituato a credere e a fidarmi di tutto ciò che mi era stato insegnato. D’altra parte un bambino, nella sua innocenza, fa sempre ciò che gli viene insegnato dalla propria famiglia e prende per buona ogni cosa gli viene insegnata sia nel bene quanto nel male. Infatti, pensavo di credere ad un dio irraggiungibile, ma se pregavo i “santi” o la madonna, loro potevano intercedere per me. Un dio che se mi ascolta mi risolve i problemi e che esaudisse sempre la mia volontà, se non mi ascoltava era colpa mia e delle mie cattive azioni. Io credevo molto a Dio, ed ero uno fra i più bravi e servizievoli chierichetti della chiesa. Amavo servirlo alla domenica mattina e pregarlo di tutto cuore. Solo che durante la settimana mi comportavo come qualsiasi altro bambino non credente. Non mi importava, io lo facevo perchè pensavo di fare del bene a me stesso e di fare contenta la mia famiglia.
Gli anni passavano, e arrivarono gli anni della scuola elementare. Quando cominciai a leggere i miei primi libri e per curiosità lessi alcuni libri della Bibbia. Ma accadde qualcosa di imprevisto, qualcosa che mi cambiò profondamente. Quando lessi i vangeli e alcune lettere, rimasi stupefatto delle differenze insegnate dalla Parola di Dio e tutto quello che credevo fosse la verità insegnatami in quel momento. Non persi tempo a rivolgere le mie perplessità, prima alla mia famiglia (la quale non mi dette nessun risposta) e poi al prete della parrocchia che frequentavo. Per quanto piccolo fossi, ma grazie a Dio non ignorante del tutto, capivo che il prete ad ogni domanda che gli ponevo, lui astutamente le girava a suo favore. Ogni risposta era una più assurda dell’altra davanti alla Parola di Dio, delle vere e proprie eresie perchè tutto ciò che mi veniva spiegato andava contro ciò che sta scritto nella Bibbia. A quel punto pensai che se il prete sbagliasse ciò che predicava e nessuno poteva aiutarmi, allora era meglio lasciar perdere quel dio.
Da quel momento divenni molto scettico nei confronti di Dio. La scienza divenne l’unica fonte ed era ciò in cui confidavo e a cui dedicai molti anni allo studio per trovare tutte le risposte e le certezze di cui avevo bisogno. Ridevo della fede altrui pensando fosse un rifugio fatto solo per i deboli. Di conseguenza pensavo che la Bibbia fosse una favola come pinocchio da raccontare agli stupidi per dargli l’illusione della speranza.
Nell’agosto del 2000 mio fratello maggiore mi invitò a giocare ad una partita di calcio con lui e dei suoi amici che allora non conoscevo. Il fatto che mio fratello dopo 19 anni di disaccordo mi invitasse a giocare con lui era qualcosa che mi lascio molto sorpreso. A quella partita vidi diverse persone, tutti amici e amiche di mio fratello e della sua fidanzata. Mi colpii tantissimo il fatto di vederli uniti tutti come una famiglia e avvertivo in loro un amore e un’unità mai vista prima nella mia vita. Alla fine della partita fui invitato in chiesa e la cosa non mi piacque, ma accettati comunque perchè vidi alcune ragazze carine quella giornata.
Il giorno dopo, ero pieno di curiosità e di entusiasmo quando entrai in chiesa. Non appena misi piede dentro la chiesa avvertii qualcosa dentro di me che non riuscii a capire cosa fosse. Era la prima volta che provavo un’emozione che non riuscivo a spiegare. Lasciai perdere tutto e concentrai tutto me stesso a quello che mi stava accadendo. Non mi importava per cosa fossi venuto quel giorno, mi importava solo di seguire il culto. Fu una giornata che non dimenticherò mai.
Nonostante i vani tentativi da parte della comunità di parlarmi di Dio, io rifiutai ogni cosa che mi veniva detta, anzi, rispondevo con il massimo scetticismo. Non era facile parlare con me e tanto meno coinvolgermi in certi discorsi perché ero ben preparato ad affrontare certi argomenti biblici dal punto di vista scientifico. Infatti nessuno riusciva a tenermi la bocca chiusa. Però il mio cuore e quella cosa che sentivo dentro di me mi dicevano che stavo sbagliando. Ero molto combattuto: la mente che mi diceva una cosa e il mio cuore un’altra. Non era facile perché avevo tutto quello che potevo avere. Famiglia, soldi, amore, “amici”, salute, ecc… non mi mancava nulla. Perché dovevo credere a qualcosa in cui credono solo le persone bisognose? Di cosa avevo bisogno? Non trovando risposta a quest’ultima domanda, decisi di leggere il vangelo di Matteo e fu proprio con quello che Dio mi cambiò il cuore. In seguito dopo aver eseguito vari studi e meditato a lungo, arrivai alla mia prima crisi spirituale. In chiesa quel giorno dissi che non mi avrebbero più rivisto perché non credevo potessi farcela… e credo Dio si ricordi ancora com’ero disperato quel giorno. Credevo con tutto il cuore, ma l’orgoglio e tanti anni di attaccamento alla scienza da buttare via sono duri da buttare giù. Nel frattempo chiesi a Dio di aiutarmi e di guidarmi nella mia decisione, finché il sabato successivo tornai al gruppo dei giovani della mia chiesa e stavolta tornai per restare.
Si, da quel giorno, 18 febbraio 2001, decisi di credere a Gesù e al Suo sacrificio che ha fatto sulla croce. Non potevo più fare finta di non sentire ciò che sentivo dentro per Dio. Anche se all’apparenza pensavo non mi mancasse nulla, capii invece che mi mancava la cosa più importante che può esserci e fu quello che senti quel giorno che entrai in chiesa: l’amore di Dio.
Fratello Francesco | Notiziecristiane.com
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