Oltre 18mila i migranti e i rifugiati morti accertati negli ultimi tre anni nel mondo.
È il Mediterraneo il luogo in cui, su scala globale, migranti e rifugiati hanno incontrato più spesso la morte: 5.079 nel solo 2016. Ogni 71 persone, che sono riuscite ad approdare su una costa attraverso il mare, una di queste ha perso la vita.
A diffondere i dati è stata l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim).
La storia di Falak (video Segni dei Tempi RSI La1)
Secondo gli analisti dell’Oim, sono due le principali tendenze che emergono dai dati: la prima è “il fatto che rotte ormai consolidate come il corridoio che collega l’America latina a quella del Nord e il Mediterraneo centrale continuano a essere percorse, nonostante i tentativi dei paesi di destinazione di frenare i flussi; la seconda è legata al significativo ruolo che social media e le nuove tecnologie compiono nel rilevamento degli incidenti”.
I migranti, non importa quanto basso sia il loro livello di educazione o quanto siano poveri “sono in continua comunicazione con chi segue il loro percorso – spiega Joel Millman, che per l’Oim ha documentato gli incidenti del 2016 in Europa, Africa e America latina – molte volte sono i migranti stessi a denunciare per primi la morte dei compagni di viaggio”.
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