Eravamo in missione nel Burkina faso. Un giorno mia moglie fu colpita da una terribile malattia, la portai subito in ospedale e i dottori la esaminarono e poi mi dissero che sarebbe morta nel giro di tre giorni. Qualche ora dopo ricevetti un telegramma, lo lessi e diceva: “Pastore Greenaway, vieni a Dakar fra due giorni, c’è una riunione con il commissario generale affinché nel Senegal possa essere aperta una vostra missione evangelica”. Piansi, nessun missionario aveva mai messo piede nel Senegal fino a quel momento. Adesso mi dicevano che potevo aprire una missione. Ma mia moglie stava per morire; perciò ritornai all’ospedale, mi accostai vicino al suo letto, lessi questo telegramma, e piansi. Lei era così debole che non poteva tenere la mia mano ma mi disse: “Vai”. Gli risposi: “Non posso andare, non posso portarti con me, non vado”. Ella rispose: “Charles noi abbiamo fatto sempre tutto quello che il Signore ci ha detto, abbiamo gettato il pane sulle acque, dobbiamo continuare, vai, e se dicono che noi possiamo entrare in quella Nazione, vieni a prendermi, mettimi in un aeroplano, portami in Senegal e se devo morire voglio morire nella terra dove Lui ci ha chiamato”.
Andai a Dakar; alla riunione c’erano tutti i governatori della provincia dell’Africa del Nord. Il commissario supremo si alzò e cominciò a leggere e mi disse: “Signor Greenaway, perché tu e tua moglie avete costruito delle cliniche, avete curato dei lebbrosi e avete costruito delle scuole, e non vi siete interessati alla politica, noi vi crediamo; per questa ragione lei e la signora Greenaway avete l’opportunità di venire nel Senegal”. Non gli dissi che mia moglie stava morendo, ma inaspettatamente io sentii una potenza cadere sopra di me, e una voce sussurrò al mio orecchio: “Sarà fatto, sarà fatto”. Uscii da quell’edifico, mi sentii un gigante. Tornai a casa, andai subito all’ospedale, nella stanza dov’era mia moglie, ma lei non c’era più. Cercai il dottore, e gli dissi: “Dov’è mia moglie, la signora Greenaway?” Lui mi rispose: “Lei è andata via, se n’è andata”. Incominciai a piangere, e il dottore: “No, no, non sto dicendo che è morta!”. “Allora che vuol dire dottore?”- gli risposi. “Lei è andata a casa! Veda, il giorno dopo che lei è partito, non so come, non so perché, io sono un ateo, non credo in Dio ma qualcosa è accaduto perché all’improvviso stette bene, la malattia la lasciò, non aveva più niente, come se non fosse mai stata malata. Ci chiese la sua valigia, si è vestita ed è andata alla missione”. Quell’ateo mi mise il suo braccio intorno al collo, mi abbracciò e mi disse: “Non so in cosa voi credete, ma qualunque cosa tu e quella donna crediate, continuate a crederlo”. Dio è fedele, Dio è fedele.
Trascritta da: Francesco La Manna – notiziecristiane.com
Autore: Charles Geenaway
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