Il matrimonio secondo una prospettiva missionale

99ff35196b0a89fb674a42c6b0530127Di Llena Jauma, segretario generale dell’Alleanza Evangelica Spagnola –  Come sapete, parlo spesso di ciò che è la chiesa missionale e cosa significa essere un credente missionale. Oggi vorrei riflettere su come essere cristiani missionale abbia influenza nell’abito del matrimonio e sulla famiglia più in generale. Una parte importante del conflitto coniugale esiste perché non consideriamo la cosa dal punto di vista missionale.Noi pensiamo al matrimonio come il luogo dove ricevere amore, protezione, sostegno, ecc. La base su cui si fonda la relazione matrimoniale nella società occidentale è l’innamoramento e la relazione romantica.

Pertanto, il criterio di scelta del candidatato con cui avere una relazione è se si sta ricevendo o meno quello per cui si è stabilita questa relazione. Quando poi questa base sentimentale vacilla, quando non si ottiene quello che ci si aspettava, quando l’altra persona mostra i suoi difetti, e i suoi peccati, ci si sente truffati, ingannati, frustrati per aver realizzato che il principe s’è trasformato in una bestia nera.

 

La fase dell’innamoramento con l’idealizzazione dell’altro cede il passo a una fase di disillusione in cui uno rivede le sue aspettative al ribasso e valuta se quello che ne resta è sufficiente per continuare nel rapporto.

 

Come guarda un credente missionale la relazione matrimoniale? Come guarda al resto della sua vita. Un credente missionale considera se stesso in termini di missione. Ciò significa che è qui per fare la missione di Dio.

 

La missione di Dio è quella di affrontare il peccato nella società e le sue conseguenze ovunque e in ogni suo aspetto aspetto. Siamo stati mandati nel mondo per distruggere le opere del diavolo, e combattere contro tutto ciò che il peccato ha distrutto e danneggiato. Così, quando guardo la mia sposa, la guardo in maniera missionale e non solo sentimentalmente. Quello che vedo quando la guardo è una persona che è stata colpita dal peccato, una persona che ha una grave rottura interiore, che ha rotture relazionali, e in alcuni casi, è una persona che non ha restaurato la sua rottura con Dio.

 

E quando la guardo così io mi considero un missionario di Dio . Cioè, io sono lì per ministrare alla sua debolezza, per ministrare al suo peccato, per ministrare alle ferite del suo passato, ecc.

 

Questo approccio dà un senso di missione nella mia vita familiare. L’atteggiamento di lamentela scompare, la mia valutazione del rapporto si trasforma. Non posso presentarmi davanti a Dio per lamentarmi dei difetti del mio coniuge, se mi vedo come ministro, come un missionario mandato da Dio per curare tali difetti. Non sarebbe ragionevole per il responsabile della logistica di una ditta  lamentarsi che i camion siano in ritardo, quando egli è stato assunto proprio perché questo non accada. E non sarebbe ragionevole per il responsabile marketing di una società si lamenti delle scarse vendite, in quanto egli è stato assunto proprio perché i prodotti dell’azienda siano venduti. Non sarebbe ragionevole che l’addetto alle pulizie della casa si lamenti che la casa sia sporca, giacché egli è stato assunto proprio per pulirla. Come non sarebbe ragionevole che il pastore di una chiesa si lamenti della carnalità della sua congregazione, della sua incoerenza e del suo il peccato, perché Dio l’ha messo lì proprio per ministrare ai suoi membri.

 

Un autore britannico ha detto che Dio non ha creato il matrimonio perché fossimo più felici, ma perché fossimo migliori. Anche se penso che nel matrimonio siamo più felici, è vero che la funzione primaria del matrimonio è di renderci migliori, sia coniugi che figli. E mentre assolviamo alla funzione primaria di ministrare alla persona che il Signore ci ha affidato, Dio ci concede felicità, amore, comprensione, rifugio, ecc. Ma mai il contrario. Il Maestro ci ha insegnato a cercare prima il Regno di Dio e ci ha assicurato che il resto ci sarà sopraggiunto. Mai al contrario.

 

Suggerisco allora di cambiare la prospettiva del nostro matrimonio in una prospettiva missionale”.


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