Il Green pass sarà presto obbligatorio nei luoghi pubblici?

In queste ore si afferma che il governo sta per approvare un decreto che per molti potrebbe essere profondamente problematico. 

Nel decreto in questione, che molto probabilmente il governo approverà la prossima settimana, si prevede l’obbligo del green pass anche per i ristoranti al chiuso, mettendo seriamente in crisi gran parte degli esercenti. Ma non solo: l’obbligo di certificazione riguarderà gran parte dei luoghi pubblici. Da giorni infatti si parla del rischio di nuove zone gialle, in relazione a quello che viene definito come un aumento delle varianti e dei contagi.

Cosa accadrebbe nel caso di approvazione del decreto

In sostanza, se il decreto verrà approvato, per entrare in tutti i luoghi pubblici a rischio assembramento bisognerà avere il green pass, altrimenti scatteranno le multe. Una sanzione che si attesterebbe sui cinque giorni di chiusura per i gestori e 400 euro per i clienti sprovvisti di certificazione verde, ma che sarebbero ridotti a 260 euro nel caso in cui la contravvenzione venisse pagata entro il quinto giorno.

Sono infatti tutte ipotesi previste dal decreto Covid con le nuove misure di contenimento a cui il governo sta lavorando, in attesa della riunione che si terrà la prossima settimana a cui parteciperà anche Mario Draghi, che ipoteticamente potrebbe dare il via libera al provvedimento già da questo giovedì. Insomma, si respira una preoccupazione molto alta, sia tra gli scienziati che tra gli esercenti e i ristoratori.

Le proteste da parte della politica e tutto quello che accadrebbe

Tra la politica, invece, si fa sempre più ampia la divisione, con il leader della Lega Matteo Salvini che è contrario a questa ipotesi, formulata sul “modello Macron”, ma lo stesso vale anche per i 5 stelle che sembrano piuttosto cauti. Al contrario, la sinistra di Pd e Leu, con in testa il ministro Speranza, sembra andare dritta nella strada di ulteriori strette e controlli, sull’idea che la variante Delta potrebbe colpire duro nei prossimi mesi. Paradossalmente, anche in quei Paesi che hanno un alto numero di vaccinazioni effettuate.

A riprova che, checché se ne dica, i vaccini non sono la panacea di tutti i mali, quindi pensare a questi come una soluzione definitiva pare essere, purtroppo, alquanto semplicistico. A detta di Speranza, infatti, un uso “più largo possibile” permetterà di evitare la chiusura di bar, ristoranti, piscine, palestre, stadi, cinema, teatri e tutti i luoghi in cui l’affollamento faciliterebbe la diffusione del virus.

Nel decreto ci saranno le regole anche per le nuove zone gialle

Nel decreto però si immagina già l’arrivo della quarta ondata, e per questa ragione si introducono i nuovi parametri per l’entrata nelle fasce colorate di rischio. Stavolta, oltre all’incidenza dei casi saranno valutati anche i numeri dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ospedalieri.

Si parla infatti della possibilità che nuove zone gialle scattino già dalla fine del mese di luglio, con la reintroduzione delle mascherine obbligatorie all’aperto, insieme ad altre restrizioni. In ogni caso, certamente verrà prolungato lo stato d’emergenza, e non per estenderlo di soli due o tre mesi, come si pensava fino a qualche giorno fa, ma addirittura fino alla fine dell’anno, vale a dire al 31 dicembre. 

L’ipotesi punta a convincere gli indecisi con una forma di “ricatto”

Il Green pass di cui si parla, quindi, è il certificato che dimostra di essere guariti dal Covid, di avere fatto un tampone nelle ultime 48 ore ed essere risultato ovviamente negativo, o di essere stati vaccinati con doppia dose. Nel caso del vaccino, il rilascio della carta verde sarà riservato solo a chi ha ricevuto anche la seconda dose. Il problema è però che per chi non ha fatto il vaccino ci sarà una vera e propria forma di ghettizzazione.

Non potrà infatti salire senza il pass su treni, aerei e navi, entrare in un cinema, a teatro o in una sala da concerto, frequentare una palestra, una piscina, una discoteca, nemmeno fare shopping in un centro commerciale o andare allo stadio a vedere la partita. Sostanzialmente si verrà interdetti da una grande quantità di attività ordinarie, il tutto per pare pagare cara la decisione di non vaccinarsi, o al contrario cercare di convincere chi è ancora è in dubbio a vaccinarsi, operando però una forma di ricatto psicologico.

Il tema della privacy per quanto riguarda eventuali controlli

Inoltre, dal punto di vista dei controlli entra in gioco anche il tema della privacy sollevato dal garante e in quel caso gli unici che potrebbero effettuarli sono le forze dell’ordine. Ma i gestori dei locali, ad esempio, saranno tenuti a verificare se i clienti sono in possesso della certificazione verde. 

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Una questione molto problematica che fa discutere e non poco, anche all’interno della maggioranza, con Salvini che invita a non “terrorizzare la gente prima del tempo”. Tuttavia pare che il governo sia intenzionato ad andare nella direzione del green pass obbligatorio anche per i ristoranti al chiuso.

Giovanni Bernardi

 

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