Fra qualche giorno (esattamente il 27 Gennaio prossimo) sarà il giorno della Memoria, il giorno del ricordo della Shoa (o dell’Olocausto).
In quel giorno (e non solo) ricorderemo le sofferenze che il popolo Ebraico ha subito in modo particolare nel periodo della seconda guerra mondiale.
Sarà un periodo in cui saremo tutti chiamati a riflettere sulla sofferenza del popolo ebraico e sugli atteggiamenti persecutori che i tedeschi (in modo particolare) – sotto i comandi di Hitler – usarono contro di lui.
Films, testimonianze ed eventi serviranno a creare degli spazi di riflessione fra i giovani (attraverso le iniziative scolastiche) e fra i meno giovani attraverso incontri culturali e religiosi al di fuori degli istituti scolastici, ma in altri ambienti.
Tutti, per qualche giorno, saremo invitati ad identificarci con Israele e con le sue numerose sofferenze e tragedie, di cui la “soluzione finale” concepita da Hitler non è che una delle ultime inflitte a tale popolo e nazione.
Molti si interrogheranno in questi giorni sul perché di simili tragedie e, presumibilmente, anche quest’anno qualcuno risolleverà l’interrogativo sul ‘Dove fosse Dio’ durante quel periodo oscuro della storia!
Simili interrogativi hanno sullo sfondo tutte le domande di coloro che, ogniqualvolta vedono il male manifestarsi nel mondo, si chiedono perché Dio lo permetta!
Nei giorni intorno alla data del 27 Gennaio (il cosiddetto ‘Giorno della Memoria’) molti, insomma, saremo chiamati a ricordare e a pensare ai mali occorsi ad Israele, al ‘popolo di Dio’!
Probabilmente molti saranno portati (nelle loro coscienze) a domandarsi se Dio si ricordi ancora di Israele, se – insomma – tale popolo sia ancora il suo popolo ‘eletto’ (ossia scelto, non preferito)!
Con le sole nostre menti umane, spesso limitate nei propri ragionamenti e pensieri, ci verrà difficile rievocare quelle promesse della Bibbia in cui il Signore dice che i Suoi piani sono eterni, che le promesse da Lui fatte a Israele coprono spazi di tempo così lunghi da andare praticamente dagli inizi della storia umana ai tempi della conclusione di essa. Le nostre menti forse si concentreranno solo sulle promesse di benedizione che Dio ha fatto ad Israele nel passato, e tale ricordo striderà con le sofferenze che spesso, invece, Israele ha dovuto portare e sopportare nel corso della storia. E, di fronte a tali ‘contraddizioni’, le nostre menti e i nostri cuori forse subiranno momenti di confusione e smarrimento. Un po’ come quando un cristiano pensa e dice (dentro di sé): “Signore perché spesso permetti che nella mia vita accadano determinate prove e determinati periodi di sofferenza”?!
Questi pensieri, nel ‘periodo della Memoria’, ci aiuteranno ad immedesimarci coi perché delle sofferenze del popolo ebraico: “Se Israele è il popolo eletto, perché Dio ha permesso che a esso accadessero vicende come la Shoa”?!
Questo periodo della ‘Memoria’, in pratica non vedrà estranei nessuno di quelli che nella considerazione della sofferenza sono – insieme ad Israele – chiamati a confrontarsi col problema e col ‘mistero’ del male.
Come abbiamo detto, le nostre menti limitate in questo periodo rischieranno di ricadere nel ‘cortocircuito’ di reiterate domande che da molto tempo tale ‘giornata della Memoria’ ci fa ripetere e riprodurre:
- Dio perché permetti il male(?);
- Dio perché il tuo ‘popolo eletto’ (che onestamente Dio vorrebbe diventasse il mondo intero) soffre(?)
E nel ripetersi tali domande le nostre menti e i nostri cuori soffrono proprio per il fatto di faticare a trovare una plausibile e giusta risposta.
Eppure se riandassimo con le menti e i cuori alla parola di Dio, troveremmo che le sofferenze del popolo ebraico (e non solo di esso) sono sempre state predette e annunciate da Dio ogniqualvolta Egli ha avvisato il ‘suo popolo’ di non dimenticarsi di Lui, per andare dietro alle proprie vie e non alle Sue. Insomma, quando siamo portati a chiederci perché sembra che Dio si sia dimenticato del suo popolo, dobbiamo considerare il fatto che tale ‘dilemma’ non è in realtà veramente un mistero insolubile, ma ha una sua precisa ragion d’essere; dobbiamo considerare che il ‘popolo eletto’ di Dio (ogni popolo che voglia essere il ‘popolo eletto – ossia scelto – da Dio) è tale sulla base di una Sua chiamata, di una Sua vocazione. E l’elezione divina è “anche” collegata al Suo patto! Dio ha stretto un patto con Israele sin da quando tale popolo fu da Lui scelto. E il patto era (per l’Israele di allora) ed è (per l’Israele di oggi) sempre lo stesso: “Ascolta Israele”.
Se Israele avesse ascoltato veramente Dio la promessa era che Egli sarebbe stato il suo non si sarebbe mai interrotta.
La Bibbia parla del rapporto particolare che Dio voleva (e vuole) instaurare col ‘suo popolo’, tanto particolare che Dio ha più volte chiamato Israele il suo ‘tesoro particolare’!
Ma nel giorno della ‘Memoria’ chi penserà al fatto che quel patto che Dio ha inteso stringere col ‘suo popolo’ spesso è stato infranto (dal popolo)? Chi andrà con la memoria alle tante volte in cui la Bibbia ci narra di come il ‘popolo eletto’ si è separato da Dio, ossia dalle Sue vie ed ha preferito camminare secondo le proprie vie?
Chissà se quest’anno la celebrazione della ‘giornata della Memoria’ anziché soffermarsi sulle solite riflessioni e domande (Dov’era Dio?) si soffermerà su quest’altra domanda: ‘Dov’è il popolo di Dio’(?), dove sono coloro che si ricordano di Dio e del suo patto(?), anziché proseguire seguendo le proprie vie e le proprie condizioni!
Di fronte a queste “nuove domande” qualcuno potrebbe considerare forse (finalmente) come e quante volte Israele (e non solo lui) si è dimenticato dei “sentieri antichi” e si è fatto dei propri sentieri secondo le propri voglie, delle “cisterne forate”.
Dio – dice la Bibbia – aveva invitato il ‘suo popolo’ a camminare nelle Sue vie perché questo potesse essere felice, ma – sempre la Bibbia dice – che, invece, il popolo – nonostante una simile promessa – abbia scelto di camminare secondo le proprie vie e i propri pensieri.
Quando dunque, durante la giornata della Memoria, saremo interpellati (dal cuore e dalla coscienza) a riflettere sul perché della sofferenza – che pare derivare dalla separazione e dalla lontananza dell’uomo (a qualsiasi popolo appartenga) da Dio – anziché ‘mettere Dio sul banco degli imputati forse dovremmo provare a mettere noi stessi e, ascoltando il profeta Ezechiele, a considerare se siano le Sue vie ad essere storte o le nostre!
Ogni anno la ‘giornata della Memoria’ tende a porre il ‘dilemma’ col quale già qualcuno si è espresso (chiedendosi: “Dov’era Dio”), ma difficilmente in questa giornata la gente tende a ricordarsi che il Primo a porre una simile domanda (all’uomo) fu Dio stesso: “Dove sei Adamo”?
E’ dai tempi del giardino dell’Eden (il cosiddetto paradiso terrestre, perduto) che Dio chiama Adamo, perché questi si nasconde!
Speriamo che anche quest’anno non passi col chiederci semplicemente e soltanto dov’è Dio e che tale inquisizione non serva a occultare la domanda che ha sempre preceduto e deve poter precedere simili “dilemmi”: “Dove sei tu (‘Adamo’)”.
La storia biblica ci insegna che il più fedele e costante nel rapporto tra l’uomo e Dio è stato Lui. Così:
Ricordiamoci delle volte in cui Egli ci ha chiamati (per fare di noi il ‘suo tesoro particolare’) e di quelle in cui noi siamo venuti meno;
Ricordiamoci dei vari tentativi e dei diversi modi in cui Egli ha (da sempre) cercato di venirci incontro, e delle volte in cui invece noi abbiamo sfuggito il Suo sguardo;
Ricordiamoci che Egli nel suo amore non ha avuto tentennamenti e che fino alla morte, alla morte della croce, Egli ci ha amati anche quando noi, invece, come Pietro (e sicuramente più volte di lui – cioè più di tre volte – Lo abbiamo rinnegato)!
Si, quest’anno, nella ‘giornata della Memoria’, facciamo in modo che essa sia una vera ‘giornata della Memoria’!
Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com
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