IL DESERTO COMINCIÒ A RICEVERE ACQUA…

Mi chiamo Francesco e ho 22 anni. La storia che sto per narrarvi non è ricca di eventi volti ad intrattenere il lettore… può anche risultare noiosa per molti, ma è la storia della mia vita… è la storia di un incontro con una Persona eccezionale che, un giorno ha cambiato radicalmente la mia esistenza… Gesù Cristo il Signore.

Sono nato in Sicilia da una famiglia cattolica non molto praticante. Ho ricevuto fin da bambino una buona educazione da parte dei miei genitori. Ciò mi ha portato ad essere sempre rispettoso nei confronti di Dio…una bestemmia non è mai uscita dalla mia bocca. Non affermo che credessi nella sua esistenza, ma nell’eventualità che potesse esistere, mi mettevo al sicuro nel non offenderlo con le mie parole e, per quanto mi fosse possibile, con le mie azioni. Dio non aveva un ruolo importante nella mia vita, ma nello stesso tempo la controllava senza che io me ne rendessi conto. Ogni decisione che prendevo era dettata dalla mia coscienza… Ogni eccesso era bandito ed era una vita equilibrata la mia, senza problemi, perché non me li andavo a cercare. Adesso capisco che era la Sua mano a guidarmi nelle scelte, preservandomi da ogni male.

Il mio carattere introverso non mi rendeva capace di socializzare subito con le persone e il più delle volte preferivo stare solo. Non approvavo il linguaggio volgare e i comportamenti dei miei coetanei.

In un certo senso li giudicavo, anche se continuavo a ritenermi apposto con Dio. Non conoscevo ancora la sua Parola e cosa significasse veramente essere approvati da Lui. Questo autoisolamento mi ha portato a disprezzare sempre più le persone, io ero un ‘bravo ragazzo’, mentre gli altri erano tutti dei pochi di buono. Giudizio, giudizio, giudizio… ‘Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo?’ (Matteo 7:3).

Questa privazione volontaria di ‘amici’ ha fatto riversare nello studio ogni mio interesse. L’imparare nuove cose era diventato il mio obiettivo principale. Conoscere, conoscere, conoscere… A scuola ero uno studente modello sia per lo studio che per il comportamento.

Ogni campo della conoscenza umana per me era un pozzo dal quale attingere.

Ma più attingevo e più sete avevo. Era come se ci fosse un vuoto incolmabile nel mio cuore.

Noia, tristezza, paura, solitudine allargavano quel deserto che cominciai a voler colmare con altro a parte lo studio, ma tutto era vano.

Nel cuore c’è un vuoto che né ricchezze, né donne, né divertimenti possono riempire, ma solo Dio. E io avevo quello, ma non me ne rendevo conto.

Un giorno una vecchia amica di famiglia venne a casa nostra e ricominciammo a riallacciare i rapporti di amicizia che si erano persi con gli anni. Questa ragazza ci invitò ad una riunione in una chiesa evangelica, ma io rifiutai.

Cambiai idea con il passare del tempo, poiché una certa simpatia era sorta da parte mia verso di lei. A quel punto decisi di frequentare la comunità evangelica per poterle stare vicino più tempo possibile. Col susseguirsi dei giorni però, mi accorsi che, mentre dapprima frequentavo la chiesa per una cotta verso una ragazza, a poco a poco, cominciai a frequentarla per un innamoramento più profondo. Mi ero innamorato della Parola di Dio che veniva annunciata, del messaggio di Gesù e del Suo amore riversato su noi. Avevo trovato una soluzione per quel vuoto… il deserto cominciò a ricevere acqua, l’acqua della Vita. Ma è lì che cominciò un periodo di lotta contro me stesso. Il mio cuore compunto dal messaggio dell’evangelo trovò la ferma opposizione della mia ragione. Volevo stabilire io i modi e i tempi nei quali Dio doveva operare nella mia vita (‘Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie’ dice il Signore – Isaia 55:8). Gli anni trascorsi a ‘sfamare’ la mia razionalità mi si stavano ritorcendo contro. Avevo capito di essere un peccatore (‘tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio’ – Romani 3:23), ma non volevo lasciare il mio peccato ai piedi della croce sulla quale Gesù sparse il Suo sangue come sacrificio propiziatorio, affinché tutti gli uomini che avessero creduto nel Suo nome, potessero essere giustificati davanti al Padre. Le pietanze che mi avrebbero saziato erano sul tavolo, ma ero io a non volerle assaggiare.

Ma gloria a Dio per la pazienza dimostratami, poiché un giorno grandioso, quando mi vide allo stremo delle forze, quando ammisi la mia debolezza davanti a Lui, Egli mi trasse fuori dal fango nel quale continuavo a rotolarmi. Io confessai il mio peccato e Lui mi salvò (‘Egli adempie il desiderio di quelli che lo temono, ode il loro grido, e li salva’ – Salmo 145:19). Il mio cuore aveva vinto, la mia mente ne risultò sconfitta. Dio aveva combattuto al mio fianco. ‘Figlio mio, dammi il tuo cuore e, gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie’ – Proverbi 23:36. Avevo risposto a questo appello. Lui mi aveva indicato la strada, ma la scelta di percorrerla doveva essere mia. Dio non costringe nessuno a seguirlo, siamo noi che lo dobbiamo desiderare con tutte le nostre forze. Da quel giorno la mia vita è cambiata. Tanti sbagli che prima facevo, adesso non li compio più perché la Parola del Signore mi mette in guardia. Una gioia indescrivibile dimora in me, una pace che il mondo non dà permea adesso la mia esistenza (Gesù dice: ‘vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà’ – Giovanni 14:27), un amore sempre più forte si accresce ogni giorno nel mio cuore, la paura della morte e la solitudine sono state allontanate per sempre.

Adesso la mia vita ha uno scopo che è quello di fare la Sua volontà affinché il Suo nome possa essere sempre più glorificato!

Vite Trasformate


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