Il contributo evangelico nella lunga lotta al post-terremoto

Dopo la sottoscrizione, visita della Fcei alle zone colpite dal sisma in centro Italia.

All’indomani del terremoto del 24 agosto in centro Italia, la Federazione delle chiese evangeliche ha aperto una sottoscrizione che ad oggi ha raggiunto i 132 mila euro. Il 5 dicembre una delegazione della Federazione ha visitato i luoghi colpiti dal sisma: «non era la prima visita nelle zone terremotate – dice il presidente Fcei Luca Maria Negro – il 5 siamo andati per consegnare un pulmino per la Pro Loco di Arquata del Tronto che abbiamo acquistato su indicazione dell’amministrazione locale».

Perché in quel comune?

«Uno dei comuni più colpiti dal terremoto, più di 50 morti e 47 solo nella frazione di Pescara del Tronto. Stiamo trattando con l’amministrazione per un intervento più grande, mettere un prefabbricato che servirà come luogo di incontro e centro sociale a disposizione dei cittadini e delle associazioni. Le case che in parte erano agibili dopo la scossa di agosto, dopo quella del 30 ottobre sono tutte inagibili, per cui la popolazione è sfollata in alberghi; ma la Pro Loco continua ad essere molto attiva e sta cercando di organizzare attività di vario genere perché le persone continuano a venire per verificare le proprie case, gli agricoltori e gli allevatori continuano a lavorare. A settembre non si pensava che il pulmino potesse servire anche per fare la spola per gli sfollati tra il paese e i luoghi dove vivono».

Questo intervento era stato ideato perché il volontariato pratico era molto presente, e l’aiuto necessario da parte delle chiese evangeliche era più strutturale che emergenziale: è così?

«Esatto, non c’era bisogno del nostro aiuto per l’immediato post-terremoto, ma per la situazione assestata. Il sindaco ci raccontava che dopo le scosse del 30 ottobre la Protezione Civile ha chiuso la mensa, che aveva aperto poco prima, per via delle emergenze in altre località, lasciando il paese senza. Si è risolto aprendo la mensa che era riservata ai vigili del fuoco, ma il problema resta pianificare e organizzare la ricostruzione. Uno degli altri motivi per cui siamo intervenuti in questo comune è che abbiamo trovato un’amministrazione di giovani, il sindaco è l’unico ultrasettantenne ma che ha raccolto intorno a sé un gruppo di giovani molto attivi che dopo le elezioni si sono trovati a gestire un’emergenza drammatica. C’è una grande voglia di rimboccarsi le maniche e non abbandonare il paese e in questo vogliamo dare una mano».

L’intervento è focalizzato solo in questi comuni?

«No, abbiamo iniziato un altro intervento nella zona di Tolentino, perché lì c’è una chiesa evangelica, battista, che si è subito attivata e attraverso di loro abbiamo realizzato interventi in accordo con i servizi sociali del comune, per esempio acquistando degli armadietti per il prefabbricato che ospita le nuove scuole, che era da arredare; abbiamo fatto degli interventi nella casa di riposo comunale che non aveva avuto grossi danni ma che necessitava di lavori di muratura e di nuova lavatrice industriale, che abbiamo finanziato. Continueremo a lavorare anche qui. La sottoscrizione è ancora aperta e stiamo pensando a un intervento di messa in posa di un prefabbricato che possa essere usato dai cittadini e dalle associazioni di volontariato anche in un’altro comune della zona. Vedremo se ci saranno i fondi».

Immagine: via facebook.com/AgenziaNEV

di Matteo De Fazio | Riforma.it

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