La giovane di 25 anni, moglie con tre figli, è stata rapita domenica per la seconda volta dal suo datore di lavoro. Già l’aveva denunciato per stupro e minacce.
Rapita, liberata e di nuovo rapita dopo pochi giorni. Sembra non finire mai il calvario di Fouzia Sadiqe, cristiana di 25 anni, moglie e madre di tre figli che dal luglio del 2015 non conosce pace.
PRIMO RAPIMENTO. La donna pakistana è stata rapita l’anno scorso dal suo datore di lavoro, il musulmano Muhammad Nazir, 55 anni e padre di otto figli. Il proprietario terriero è una personalità nell’area di Pattoki (Punjab) e tutta la famiglia di Fouzia lavora per lui nei campi. Alla notizia del rapimento, i cristiani avevano protestato ma Nazir aveva risposto che la donna ormai si era convertita all’islam e aveva acconsentito a diventare una delle sue mogli.
MILLE ALL’ANNO. Casi simili sono molto comuni in Pakistan, dove ogni anno almeno mille donne appartenenti a minoranze religiose vengono rapite dai musulmani e convertite a forza all’islam. Il dato è in crescita, visto che un rapporto del 2013 parlava invece di 700 sequestrate all’anno.
«VIOLENTATA E CONVERTITA». La famiglia di Fouzia ha sporto denuncia alle autorità e in cambio ha ricevuto minacce di morte dai familiari del musulmano. L’8 marzo di quest’anno era arrivata la buona notizia: Fouzia è riuscita a scappare, liberandosi dal suo aguzzino, dopo una prigionia durata otto mesi, ed è stata nascosta da un Ong cristiana (Lead).
Attraverso di loro, che hanno denunciato il musulmano (la prima udienza del processo si terrà il 5 aprile), è stata diffusa una foto della donna e queste sue parole: «Sono stata violentata diverse volte prima della conversione all’islam e del matrimonio forzato. Spesso l’uomo ha minacciato di uccidere me e i membri della mia famiglia ma io ho mantenuto una forte fede in Gesù: avevo viva la speranza che lui poteva salvarmi».
NUOVO SEQUESTRO. L’altro ieri, però, la madre di Fouzia ha chiesto alla Ong di poter partecipare insieme alla figlia alla festa della Domenica delle palme nel loro villaggio natale. Non si sa se prima o dopo la celebrazione solenne Fouzia è stata rapita di nuovo dal suo aguzzino. L’avvocato ha denunciato il nuovo rapimento, soprattutto perché teme ciò che troppo spesso accade in questi casi. Durante il processo, a Fouzia verrà chiesto se è stata costretta a sposare il musulmano o se l’ha fatto volontariamente. Da qui al 5 aprile, denuncia la famiglia, «Fouzia potrebbe ricevere forti pressioni, minacce, violenze e torture psicofisiche perché dichiari davanti al giudice di aver scelto liberamente l’uomo e la religione islamica».
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook