Alessandro Iovino, biografo di Edinson Cavani, ha scritto una lettera a Il Mattino: «Caro Direttore, in queste settimane i destini personali e professionali di Cavani sono stati al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica. Ho sempre mantenuto un certo riserbo e, pur essendo il biografo di Cavani insieme a Sondra Sottile, ho preferito rispettare la sua volontà di non parlare a “sproposito” sulle sue vicende personali e professionali. Sento, però, che è giunto il momento di manifestare la mia opinione. Capisco che molti tifosi sono delusi dal fatto che Cavani abbia lasciato il Napoli per il PSG, ma devono farsene una ragione: il calcio è così. Quelli che “sposano” la maglia sono casi rari. Questo epilogo però non deve cancellare di colpo tre anni di grandi emozioni che Cavani ha regalato a Napoli e che i tifosi hanno regalato a Cavani.
Una volta mi disse di aver provato un’emozione unica quando, dopo la tripletta alla Juve, tutto lo stadio intonò per lui ’O surdato ’nnammurato. Sono invece dispiaciuto per ciò che accaduto con Sole. Ognuno fa le sue scelte, ma quando si rompe una famiglia non è mai una cosa bella. Tutto ciò genera sofferenza in chi come me ha vissuto la famiglia Cavani. Sono cosciente che ormai, dopo tutto quello che è accaduto, non è rimasto più nulla di quanto abbiamo costruito.
Quella è stata la vera, unica ed autentica delusione. Essere amici significa anche essere sinceri. Mi auguro che Edy calcisticamente faccia bene a Parigi come ha fatto a Napoli, ma quello che posso augurargli di cuore è di essere fedele a Dio e alla Sua Parola e ciò vale molto di più di una Champions o di un ingaggio milionario. A prescindere dagli essere umani, e dai tanti sbagli che noi commettiamo, l’opera di Dio va avanti. Lui sì che non sbaglia mai. Ed è sempre pronto a perdonare.»
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