IL BATTESIMO DELLO SPIRITO SANTO normale esperienza cristiana

di LEWI PETHRUS – «Or gli apostoli ch’erano a Gerusalemme, avendo inteso che la Samaria aveva ricevuto la Parola di Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni. I quali, essendo discesi là, pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo; poiché non era ancora disceso sopra alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signor Gesù. Allora imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo». (Atti 8:14-17). Alla lettura del libro degli Atti, si resta colpiti da una illustrazione nettissima della vita, dell’esperienza, della purezza e della franchezza della chiesa primitiva. Vi si nota un risveglio attivo, profondo, glorioso e vivente; nato a Gerusalemme, esso si espande in tutte le provincie limitrofe e poi nel mondo intero. La chiesa di Dio non è destinata al letargo e all’aridità, ma, essendo sbocciata nella comunione col suo Signore, essa è chiamata a gioire della magnifica e gloriosa vitalità che emana da Dio e che sviluppa la vita spirituale.

Uno degli elementi degni di attenzione nel libro degli Atti è il posto preponderante serbato allo Spirito Santo nel lavoro cristiano. Avrete sentito certamente parlare di quel contadino che non era stato mai soddisfatto del tempo; secondo la leggenda, egli ebbe una volta la possibilità di comandare al tempo secondo il suo criterio; e così preparò per il suo frutteto il tempo propizio secondo la stagione; ma aveva dimenticato un elemento necessario e se ne accorse troppo tardi: aveva dimenticato il vento necessario alla fecondazione dei fiori e quindi alla produzione dei frutti. Iddio questo non l’ha dimenticato per la Sua Chiesa; Egli non ha dimenticato il vento potente dello Spirito.

Il libro degli Atti rivela la potenza della Parola di Dio; dovunque arriva il messaggio dell’Evangelo si distingue facilmente l’azione dello Spirito Santo, paragonabile a quella di un vento che soffia su fiori e foglie, mettendo tutto in movimento e compiendo la Sua meravigliosa missione tra gli uomini.

Quando Gesù parlò a Nicodemo, gli disse: «Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai nè donde viene nè dove va; così avviene d’ogni nato dallo Spirito» (Giovanni 3: 8).

La vita spirituale era regolata e diretta nella Chiesa primitiva da questa invisibile Potenza, la terza persona della Trinità, chiamata da Gesù lo « Spirito Santo».

A riguardo dell’opera di Dio sono certo che se noi come cristiani arrivassimo a vivere realmente nella comunione del nostro Signore, gioiremmo continuamente della meravigliosa atmosfera di risveglio della Chiesa primitiva e la nostra testimonianza porterebbe continuamente frutti eccellenti.

Ma perché questo avvenga, è necessario che lo Spirito Santo abbia il posto che Gli spetta nella Chiesa di Dio.

Un botanico potrebbe spiegarci l’importanza del vento nella formazione del frutto: se il vento mancasse, ci sarebbero meno frutti. Questa è certamente la causa della sterilità di molte chiese cristiane, talvolta per lunghi anni: gli alberi sono coperti di fiori, ma al momento della raccolta si constata, con triste sorpresa, che nessun frutto è arrivato a maturità ; dove non ha posto lo Spirito Santo e il suo ministerio, che somiglia a quello del vento, non possono svilupparsi i frutti dello Spirito; il Signore stesso ha messo in evidenza l’importanza e la necessità dello Spirito Santo. Meditiamo come era sentita questa necessità nella Chiesa primitiva: questo ci farà comprendere l’importanza del battesimo dello Spirito Santo anche nei nostri giorni; le circostanze e le condizioni sono le stesse.

IL BATTESIMO DELLO SPIRITO SANTO COMPLETA UN VERO RISVEGLIO

E’ evidente che una vita cristiana normale comporta il battesimo dello Spirito Santo.

Quando gli Apostoli appresero a Gerusalemme che la Samaria aveva ricevuto la Parola di Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni. Il ministerio essenziale dei due apostoli era, in quel momento, di aiutare i credenti che già avevano realizzato la fede viva in Gesù a ricevere il battesimo dello Spirito Santo. In questo episodio è contenuto uno degli avvenimenti più importanti della storia della Chiesa apostolica. Voi forse vi domanderete: «Ma i cristiani di Gerusalemme non erano dunque soddisfatti di aver appreso l’opera meravigliosa della Grazia in Samaria?». Sappiamo che i Samaritani avevano ricevuto la Parola di Dio (Atti 8, 14); ciò significa ch’essi avevano ricevuto la potenza trasformatrice della Parola, com’è evidente dal fatto che Filippo non aveva esitato a battezzarli; in quel tempo infatti non venivano battezzati se non i credenti. Agli occhi di Filippo era chiaro che alcuni di quelli ai quali aveva predicato l’Evangelo erano divenuti cristiani ed avevano ricevuto da Dio una nuova vita. Erano stati battezzati in acqua e questo significava, nella Chiesa primitiva, che avevano deliberatamente abbandonato il mondo per attaccarsi interamente a Cristo.

Si trattava di un vero risveglio. Leggiamo infatti che lo Spirito di Dio agiva con tanta potenza che i malati erano guariti e i demoni cacciati. Non si trattava perciò di un povero risveglio zoppicante e debole, ma di un vero e potente risveglio. Ne era strumento un uomo battezzato con lo Spirito Santo, Filippo, che faceva parte del consiglio dei diaconi di Gerusalemme, dei quali leggiamo che erano PIENI di Spirito Santo.

Si potrebbe credere che i fratelli di Gerusalemme fossero contenti del risveglio sorto in Samaria accompagnato da così belle e numerose conversioni; si potrebbe pensare che essi dicessero l’un l’altro: «Rallegriamoci! Alleluia! Che opere meravigliose quelle della Samaria! Molte anime sono salvate, molte si sono unite alla chiesa col battesimo: abbiamo così un nuovo e magnifico gruppo annesso alla nostra opera di evangelizzazione». Ma leggiamo che essi inviarono da Gerusalemme due uomini con l’incarico di continuare l’opera meravigliosa che Filippo aveva così bene cominciata. Questi due uomini dovevano addentrarsi più profondamente nel lavoro delle anime; i convertiti non dovevano arrestarsi lì, ma dovevano ricevere il battesimo dello Spirito e Santo, e Pietro e Giovanni, come leggiamo, furono mandati in Samaria, perché i cristiani, con l’aiuto delle loro preghiere, ricevessero lo Spirito Santo.

UN PROBLEMA SERIO

Questa circostanza pone la chiesa cristiana attuale di fronte ad uno dei più seri problemi. Molti oggi pensano che quando un uomo ha creduto in Cristo, tutto stia perfettamente a posto. Certi altri dicono: «Diffidate di coloro che vi consigliano di andare più in là nelle vostre esperienze cristiane», ed aggiungono subito: «Soprattutto non ascoltate coloro che vi parlano di un battesimo dello Spirito Santo». L’atteggiamento di questi sapientoni dovrebbe essere preso in considerazione se Filippo, alle premure dei santi di Gerusalemme, avesse risposto: «No, fratelli, ve ne prego, non venite ora a mischiarvi nel mio lavoro, perché questi cristiani samaritani sono realmente convertiti e gloriosamente salvati da Gesù come voi stessi; sono anche stati battezzati nell’acqua; quest’uomo, per esempio, è stato liberato dai demoni e si è convertito, quest’altro era paralitico ed il Signore l’ha guarito: non ha dunque ricevuto la meravigliosa grazia di Dio? Non mi venite perciò a dire che questo non è sufficiente ecc…». Al posto di Filippo così avrebbero risposto certi moderni predicatori.

Filippo però era un uomo spirituale. Egli aveva ricevuto ciò che le Scritture chiamano « un ministerio spirituale » che differiva da quello di Pietro e di Giovanni. Perché Filippo non poté avviare i Samaritani al battesimo dello Spirito Santo? Perché non era il suo ministerio. Le Scritture infatti sono chiare sul soggetto dei diversi ministeri: ci sono gli evangelisti, i pastori, i dottori, gli apostoli e i profeti. Senza dubbio Pietro e Giovanni avevano ricevuto il ministerio di pastori, mentre Filippo aveva ricevuto quello di  evangelista, cioè di colui che guida le anime nell’esperienza della nuova nascita. I fratelli di Gerusalemme comprendevano bene tutto questo: essi sapevano che il giovane evangelista che era partito durante le persecuzioni non poteva portare le anime convertite fino alla piena esperienza della «Pentecoste»; perciò gli misero vicino Pietro e Giovanni che avevano questo ministerio.

L’opera del pastore consiste nel prendersi cura delle anime e condurle, attraverso nuovi pascoli, verso una vita più profonda e più ricca di comunione con Dio.

Tutta la vita cristiana comprende necessariamente il battesimo dello Spirito Santo. Questa verità è stata spesso dimenticata, o per ignoranza o perché è stata giudicata di secondo piano; perciò molti, quando un cristiano fa l’esperienza definitiva del battesimo dello Spirito Santo e riceve il «dono», pensano che abbia ricevuto qualche cosa di straordinario. Invece non c’è niente di straordinario; si tratta semplicemente di una esperienza cristiana ordinaria e normale appartenente ai princìpi elementari dei primi tempi della vita cristiana (o alla primavera della vita spirituale). Molti cristiani attraverso i secoli non hanno fatto questa esperienza: credo che ciò sia dovuto in massima parte ai falsi insegnamenti dati intorno allo Spirito Santo. Comunque questa gloriosa esperienza fa parte della piena salvezza e se voi, caro lettore, non l’avete ancora ricevuta, sappiate che vi appartiene e che è riservata anche a voi.

Da: chiesadiroma.it


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