I sospiri dell’anima superano i sentimenti…

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superaisentiSono nata il 26 aprile 1988 in una famiglia cristiana. Sin dalla tenera età, perciò, ho ricevuto degli insegnamenti biblici da parte dei miei genitori. Sono cresciuta tra i banchi della Chiesa disegnando, cantando e imparando versetti della Bibbia a memoria. Sin da piccola, ho potuto vedere Dio all’opera nella mia vita e nella mia famiglia: quando c’era qualche problema o qualche malattia, pregavamo Dio affinché ci aiutasse e, ogni volta che Lo cercavamo, Lui si faceva trovare. Era già, per me, il Dio dell’impossibile, Colui che poteva fare ogni cosa. Ma c’è un momento nella vita in cui bisogna prendere delle decisioni, devi scegliere a chi donare il tuo cuore. Avevo solo 13 anni quando ho scelto di donare il mio a una persona che non era Gesù. Per me, che sono sempre stata una romanticona, era una cosa normalissima innamorarsi e fidanzarsi con qualcuno. Nonostante la mia giovanissima età, ero convinta d’aver fatto la scelta giusta, d’aver trovato la persona con cui condividere la mia vita.
Ma, purtroppo, come spesso accade nella difficile età adolescenziale, quella persona smise di amarmi.
Perciò, quando questa relazione è finita, credevo che anche la mia vita fosse finita. La mia esistenza era talmente fragile, che io stessa volevo farla finita, pur di non soffrire più, delusa dalla vita e da tutte le persone in generale: molte volte, infatti, guardavo il balcone della mia camera e volevo buttarmi giù. Tante volte sono stata sul punto di farlo. Trascorrevo ogni notte piangendo, mio fratello Emanuele mi sentiva e m’incoraggiava, ma non poteva fare nulla per me, anche perché non sapeva del mio desiderio di farla finita. 
Finché un giorno ero pronta: stavo per suicidarmi! Ho guardato verso il balcone pensando: «adesso basta! Mi butto, così finisce la mia sofferenza. A che serve vivere così?».  
È stato in quel momento che ho cominciato a “ragionare” (in realtà era Gesù che parlava al mio cuore). Non nascondo però che, qualche giorno prima, con la mia famiglia, in auto, avevamo “casualmente” parlato del suicidio, realtà vista male agli occhi di Dio. 
Questo “ragionamento” faceva capo a una domanda: «E dopo cosa ci sarà?». Tentando di aggirare l’ostacolo, ho risposto, vedendo nella mia mente, come la scena di un film: «ci sarò io spiaccicata sulla strada … tante persone intorno, … mia madre che piangerà … e i medici dell’ambulanza che diranno che per me non c’è più niente da fare». Mi dispiaceva pensare che mia madre potesse soffrire ma, accecata dal mio egoismo, pensavo: «Si consolerà prima o poi. Si è già consolata per la perdita di Daniele (un altro mio fratello nato prematuramente e morto subito dopo il parto, qualche anno prima)». 
Di nuovo quella domanda: «E poi?» ed io: «E poi ci sarà il funerale. Tutti piangeranno e dopo torneranno alle loro case». 
Ancora insistente, ma con più dolcezza: «E poi? » ed io: «E poi me ne andrò in Cielo perché Dio mi ama, mi capisce, perché è buono e …». Sapevo che non poteva mai essere la risposta giusta e, con consapevolezza, riformulai la mia risposta: «No, non andrò in Cielo, ma all’Inferno! Proprio perché Dio è buono e mi ama, non vuole che faccia questo!». A quel punto ho chiesto al Signore Gesù di aiutarmi perché non ce la facevo più a reggere così, a continuare soffrendo e senza amore, e di perdonarmi per la mia infedeltà. Ho cominciato a pregare e a leggere la Bibbia ogni giorno (prima lo facevo saltuariamente). La mia vita è cambiata da quel momento in poi. 
Ho cominciato con la mia famiglia a frequentare la chiesa ADI di Pellaro e di Reggio Calabria, dove il Signore ha cominciato a modellare il mio cuore, a togliere tutto il marciume e a mettere amore, gioia, pace e speranza. L’estate seguente sono andata al campeggio “Sion” a Caccuri (KR) e lì sono stata salvata il 20 luglio 2002, realizzando finalmente la Sua opera gloriosa nella mia vita. È stato, per me, un nuovo inizio: la pagina bianca di un nuovo libro, tutto da scrivere con il mio migliore amico, Gesù. 
Due anni dopo, il 9 maggio 2004, ho fatto il battesimo in acqua, non prima perché mi ritenevo troppo imperfetta (una bugia che suggerisce Satana per non farti fare il patto con Dio). E, qualche mese prima, sono stata battezzata nello Spirito Santo, col segno iniziale del parlare in altre lingue.
Da quel momento sono successe tante cose, belle e brutte, ma, in ogni occasione ho potuto vedere, e vedo ancora, la mano di Dio operare nella mia vita. Non so cosa avverrà nel mio domani, ma so che nel mio domani Gesù sarà sempre al mio fianco.
Con questa mia testimonianza voglio dirti, anzi Gesù vuole dirti, che Lui può cambiare ogni situazione, anche la più triste del tuo cuore. Dove tu vedi tutto il buio, DIO è perfettamente in grado di farti vedere la luce, accendendo il lume della speranza, scritta nella Sua Parola, la Bibbia. 
Egli ti ama, fidati di Lui!     

(Liliana Franconeri)  

Tratto da: http://www.adi-rc.org/


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