La Federazione Italiana Medici Pediatri ha pubblicato una guida per spiegare come utilizzare social, smartphone e web senza compromettere la crescita dei più piccoli.
La Film ha infatti presentato la guida “Bambini e adolescenti in un mondo digitale”, dove spiega come utilizzare in modo sicuro e consapevole gli strumenti digitali, il rischio è quello di compromettere la crescita e creare problemi durante lo sviluppo.
Secondo il documento prima dei tre anni i bambini devono imparare a costruire i loro riferimenti spazio-temporali, e la bidimensionalità dello schermo potrebbe rallentare il processo d’apprendimento. Non solo, dai 3 ai 6 sviluppano le capacità sensoriali e manuali, quindi è fondamentale l’approccio con il mondo fisico, i pediatri spiegano anche che dai 6 ai 9 anni scoprono le regole del gioco sociale attraverso l’interazione con gli altri bambini. E così si arriva al limite stabilito: i 9 anni. L’età giusta per approcciarsi a pc, smartphone e tablet. Anche perché dai 9 ai 12 anni iniziano a scoprire altri riferimenti, non solo quelli del nucleo familiare, e il web potrebbe essere uno strumento valido per affacciarsi sul mondo. Anche se i pediatri consigliano un uso controllato dei social network.
In tal senso, infatti, 9 anni sembra ancora un limite troppo prematuro per far approcciare i più piccoli ai social. L’attenzione da parte di genitori e famiglie deve a tal proposito essere costante, anche perché sappiamo bene – purtroppo – quanto siano in agguati i rischi e i pericoli sui nuovi media proprio per la salute dei bambini, per la loro educazione, ma anche per la loro incolumità. Da ormai diverso tempo Pro Vita & Famiglia, su questo argomento, porta avanti una battaglia e una campagna a largo spettro per tutelare e difendere i bambini dai pericoli della Rete. Una delle grandi emergenze attuali – troppo spesso ignorata o sottaciuta – riguarda infatti la sessualizzazione e ipersessualizzazione dei minori sui media, cioè quel fenomeno per cui la sessualità viene spesso imposta ai minori su internet o sugli altri media in modo indebito, oppure quando i minori vengono addirittura coinvolti in vicende sessuali pericolose e illecite (si pensi a fenomeni quali il revenge porn, l’adescamento o la pedopornografia).
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