Recentemente, a Doha, il Ministro giordano degli EsteriAyman Al Safadi aveva denunciato lo “sforzo sistematico di Israele di svuotare Gaza della sua gente”.
E quasi tutti avevano pensato al Sinai come destinazione dei palestinesi sfollati dalla Striscia (Egitto permettendo ovviamente).
Tale eventualità veniva poi smentita da Eylon Levy (portavoce di Netanyahu) definendola “ scandalosa e falsa”.
Israele, sosteneva, si sarebbe limitata a “incoraggiare la popolazione di Gaza a lasciare le principali aree di combattimento, ma non la Striscia stessa”. Bontà sua!
Ma già il 2 dicembre sul giornale Defence & Foreign Affairs era stato pubblicato un rapporto speciale su un “progetto Hamas – Qatar – Turchia” che prevedeva il trasferimento di 250mila palestinesi nelle zone curde del Rojava (e in misura minore anche nella parte di Cipro occupata dalla Turchia). Rapporto definito “confidenziale”, ma comunque basato su “fonti di alto livello”.
Esistono dei precedenti. Già da tempo i curdi denunciavano che nelle zone del nord della Siria occupate militarmente da Ankara venivano costruiti insediamenti per trasferirvi coloni. In genere arabi sunniti (presumibilmente jihadisti con le loro famiglie) di origine siriana, ma anche qualche migliaio di palestinesi (in particolare nel cantone di Afrin occupato dal marzo 2018).
In sostanza il progetto di Erdogan sarebbe quello di trasformare i profughi palestinesi in coloni per modificare la composizione demografica del Rojava.
Un vero colpo da maestro. Strumentalizzare un popolo oppresso e martoriato contro un altro nelle medesime condizioni.
Gianni Sartori
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