I FUNERALI DELLA CHIESA (Seconda parte)

Il Lunedì, a colazione, Steve chiese alla moglie se non fosse stato il caso di preparare un invito personale da portare personalmente a ciascuna famiglia, in modo tale da essere sicuri sia del fatto che conoscevano i nuovi orari di culto, sia del fatto che non vi erano altri problemi “nascosti”.

Fecero il giro, avevano la lista dei fedeli della Chiesa, una ottantina di persone, mica poche anime!

Andarono per tutta la settimana instancabilmente di casa in casa, e per i volantini e le spese di trasferimento, essendo loro appiedati, avevano ulteriormente roso il budget assegnato arrivando ai minimi termini.

Ma non disperarono e continuarono a girare. Ad ogni incontro ne scoprivano una nuova: la moglie era a letto, il marito lavorava, il figlio era troppo discolo e gli animi si agitavano sempre, insomma classiche scuse di chi mette al primo posto se stesso o la propria vita anziché il Signore stesso.

La delusione continuava a montare nel capo del Pastore ancheperché si rendeva conto del circolo vizioso che satana aveva instaurato nei fedeli: creava problemi marginali, loro si bloccavano per quei problemi, non frequentavano la chiesa privandosi di ascoltare la Parola di Dio e con ciò stesso si indebolivano nella fede riuscendo sempre meno a superare le prove e le difficoltà.

La domenica successiva, comunque, riuscirono a contare 14 anime nella casa del Signore. Beh, non era il massimo, ma era un punto di partenza perché si muovesse qualcosa.

La settimana successiva, stranamente, anche quelle anime che erano venute accampavano scuse, e finalmente una vecchietta che faceva parte del gruppo che aveva frequentato la settimana prima, esordì dicendo che in quel paese l’unico motore per far muovere le persone da casa era la curiosità! Lei stessa era venuta in chiesa la domenica prima per vedere come era stata risistemata la Chiesa! Inutile sottolineare lo sconforto pulsante di Steve e di sua moglie Clarissa. Passarono la sera davanti al camino, pensando e rimuginando a come fare per destare la curiosità della gente e farla venire in Chiesa per ascoltare la Parola di Dio. Ma non veniva nessuna idea fino a che Steve non si ricordò di una lettera che gli era stata data dal suo mentore spirituale, e che non aveva ancora letta. Chissà perché ma pensò che in quella lettera ci fosse la risposta. E la lesse proponendosi di metterla in pratica anche se gli fosse risultata “fuori luogo”. La lettera non diceva molto se non che Steve doveva stare attento al fatto che la gente non facesse morire l’amore di Cristo con la propria negligenza e abbandono. “Ricorda loro che non devono fare un funerale a Cristo, ma che lui è vivente, siamo noi i morti!”

Prese quella lettera tra le mani, la strinse, pianse e finalmente cominciò ad esultare chiamando la moglie e dicendole di preparare un altro volantino con una bara al centro e con un invito a presenziare al FUNERALE DELLA CHIESA che si sarebbe celebrato la domenica successiva.

Passarono i giorni e i due ragazzi avevano speso anche le ultime riserve per quel materiale, era davvero l’ultima spiaggia per loro, e lo sapevano. Recapitarono i messaggi a tutti fedeli e non nel Paese.

La domenica successiva la chiesa era stracolma, tutta di gente che voleva vedere i funerali della Chiesa, e soprattutto chi era morto davvero!

Così il Pastore fece accomodare tutti quanti, un paio di fratelli della settimana precedente lo aiutarono a sistemare anche altre sedie visto che la gente era troppa questa volta, e molti dovettero restare fuori non potendo entrare nel luogo di Dio.

Cominciò la predicazione sulla vita del redentore e sulle cose che a Lui dispiacciono. Molti erano annoiati di sentire sempre quello che avrebbero dovuto fare. Molti non volevano davvero cambiare, e molti concludevano che avrebbero avuto tempo per poterlo fare, magari proprio in punto di morte! Alla fine del messaggio, molto potente e ispirato dallo Spirito, il Pastore chiuse il servizio ma la folla mormorò dicendo: “vogliamo vedere il cadavere”!

E il Pastore, di tutto punto, rispose serenamente che se questo era il loro desiderio, si sarebbero dovuti mettere in fila indiana, e vedere il morto uno dopo l’altro, perché quello che vedevano nella bara era morto per davvero non avendo obbedito alla PArola di Dio. Tutti ancora più curiosi, entrarono ubbidendo alla voce del Pastore e si misero in prima fila.

Tra i primi quella vecchietta della domenica precedente, che appena vide “il cadavere” cominciò a piangere e si mise in ginocchio chiedendo pietà a Dio. Così anche per tutti gli altri …. la folla incominciò a mormorare era troppo curiosa non poteva aspettare.

Allora il Pastore finalmente parlò: “nella bara c’è un grande specchio, ogni volta che vi passate davanti vedete voi stessi che siete morti per la vostra dissolutezza nel contemplare il Regno di Dio e nel cercarlo”. Io vi ho fatto i funerali.

Da quel giorno quella divenne una chiesa piena zeppa di fedeli e attiva in ogni modo e maniera nel campo del Signore.

Ognuno di noi è responsabile per l’avanzamento dell’opera di Dio, non possiamo sempre delegare ad altri il funzionamento delle cose e le nostre responsabilità.

Siamo chiamati a vivere cercando il regno di Dio e la Sua giustizia.

A Dio sia la gloria

Davide Ravasio | Notiziecristiane.com

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