I FUNERALI DELLA CHIESA (prima parte)

RIFLETTIAMO

Un giovane Pastore, dopo aver compiuto gli studi relativi alla sua formazione servendo nel campo il Signore sotto la guida di diversi uomini di Dio, un giorno, venne chiamato per il suo incarico. Veniva da una chiesetta piccola ma con anime dedite alla Parola e che cercavano di restare sempre attivi nel servizio al popolo e nella casa del Signore. Un ottimo modello che aveva sempre compiaciuto la comunità nella quale la chiesetta risultava inserita, e il giovane cominciava già a fantasticare quanto sarebbe stato bello potersi occupare di anime nuove adesso concretizzando quell’amore che sentiva esplodere nel proprio cuore.

Prese la moglie, Clarissa, un po più “inesperta” nel campo del servizio a Dio e molto scettica e timorosa, e, mentre erano insieme per pregare e leggere la Scrittura, ella aprì la sua bocca per parlare: “E se non fosse tutto così roseo come ce lo immaginiamo?” – continua – “in fondo noi veniamo da una comunità stabilita da molti anni, e il fatto stesso che in quella nuova chiesa molti non sono mai andati, lascia pensare che qualcosa non funzioni”.

“Non avere paura” – concluse il marito Steve.
“Noi non stiamo andando a cercare la nostra gloria ma la gloria del Signore, dunque di cosa dobbiamo noi temere?” – aggiunse Steve.
“hai ragione, marito mio, io forse mi lascio prendere dalla mia timidezza e dimentico che Dio sa come fare ogni cosa nuova” Terminò Clarissa. Entrambi si decisero ad accettare l’incarico e dopo due giorni scelsero di prendere il pullman anziché il treno per poter meglio riflettere sui luoghi che andavano a trovare. Non appena arrivati, videro che la Chiesa era abbastanza fatiscente. Non c’erano grossi danni, ma vi era una ostentata trascuratezza.

Brutto segno, pensò Steve. La trascuratezza della Casa di Dio, per quanto possa sembrare esagerato a tanti, è un chiaro indice del fatto che i suoi ospiti non amano davvero la casa del Signore. Ma tenne per se quel pensiero e si sforzò di pensare che tutto fosse colpa di mancanze di risorse ovvero proprio di trascuratezza dovuta alla mancanza di un Pastore che governasse la situazione.

Era martedì e decise che in una settimana di lavoro intenso sarebbe riuscito a rendere ospitale la Casa del Signore. Aveva fondi a sufficienza grazie alle donazioni che i fratelli della chiesa di partenza avevano offerto nei suoi confronti e decise senza indugio di investirli nella nuova chiesa in modo tale da dare un segnale forte a coloro che l’avrebbero frequentata.

“Purtroppo non riusciremo mai in una sola settimana a evadere tutte queste cose” sentenziò clarissa. “Perché non inviti i volenterosi a farsi avanti e dare una mano?” concluse la moglie Il suggerimento era molto corretto, e Steve lo avrebbe seguito volentieri, ma qualcosa dentro di lui gli diceva quasi quasi che avrebbe fatto un buco nell’acqua, e, come ogni capitano che si rispetti, preferiva mettersi davanti e farlo al posto di tutti per far comprendere una prima importante lezione di fraternità e di collaborazione nella Casa del Signore fra i fratelli. Lavorarono duramente per cinque giorni, notte e giorno e domenica mattina la chiesa era pronta. Aperta, ricettiva, profumata, piena di fiori. Ma nessuna anima si presentò.

La disperazione era davvero enorme e la delusione si leggeva in faccia del Pastore e della moglie. SI misero sotto il pulpito, si presero per mano, e pregarono il Signore.

Ma la verità è che quella preghiera era una preghiera fredda, la mente dei due volava verso eventuali problemi e circostanze, ai motivi che non avevano fatta funzionare la cosa.

Riflettiamo!

Continua… Domani pubblicherò la seconda parte della storia!

A Dio sia la gloria

Davide Ravasio | Notiziecristiane.com

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