Due sono le strategie che Satana sta usando, ahimè con efficacia, contro la Cristianità del terzo millennio, ed esse coincidono con i due più gravi errori della Chiesa degli ultimi tempi: la scarsa conoscenza dell’Antico Testamento, più precisamente i libri profetici (Ezechiele, Isaia, Geremia, Amos, Zaccaria etc.) e l’ignoranza sul contenuto del libro dell’Apocalisse, invero il testo più scartato dai credenti perché troppo “complicato” (.). Attraverso la carente lettura e approfondimento delle profezie dell’AT, il nemico impedisce alla chiesa di prendere atto – in anticipo – degli eventi attuali profetizzati da Geremia e/o altri profeti, mentre con la superficiale lettura dell’Apocalisse il maligno non permette ai cristiani di focalizzarsi su quell’evento straordinario di rilevanza globale ad egli stesso associato, cioè l’eliminazione dell’Anticristo, del Falso Profeta, di Lucifero e dei suoi demoni dai luoghi celesti e dalla terra, quando tutti insieme saranno per sempre relegati nell’abisso di stagno e fuoco (Ap. 20:10)! Quindi, meno si studiano le profezie – malgrado talune si stiano realizzando al tempo presente (es. il fatto che Israele esiste e che migliaia di ebrei residenti in ogni nazione del mondo stanno ritornando nella terra dei loro padri come prèdetto in Geremia 30:3 e in Amos 9:15) – e meno si potrà capire il tempo “biblico” che stiamo vivendo; idem dicasi per l’apocalisse, il quale testo profetico parla dello stato di salute della Chiesa degli ultimi giorni, della sconfitta definitiva di Satana e del trionfo eterno di Cristo (lett. di Giuda vers. 25). Ora, agendo in questo modo, la cristianità non è capace di vivere con gioia l’attesa del Messia, né di scorgere gli adempimenti profetici riguardanti il popolo di Dio, popolo che rappresenta l’unica nazione al mondo che possiede la terra dei loro avi, è ritornato a parlare la lingua madre, ha un identità esclusiva come Stato e occupa i confini promessi da Dio ad Abramo, fatte salvi alcuni territori che Israele possiederà allorquando Gesù ristabilirà il Suo Regno in Palestina.
So bene che in molte realtà riformate, a prescindere dalle denominazioni (chiese libere, adi, pentecostali, valdesi, battisti, presbiteriani, luterani etc.) si parla sì del ritorno di Cristo, ma quanti sono consapevoli che questo “ritorno” è strettamente collegato con il restauro di un popolo (gli ebrei) che dovrà essere riabilitato pubblicamente davanti alle nazioni gentili (Zaccaria 14:9) e che presto diverrà “pietra d’inciampo” per molti Stati? Chi non crede alle promesse di Dio proclamate mediante i profeti, non può leggere gli eventi odierni alla luce della Parola (terrorismo dell’Isis, odio antisemita, ostilità dell’Islam) e, parimenti, chi non studia con passione l’Apocalisse perde la comprensione del tempo attuale, il quale orologio prepara alla tribolazione futura che agli occhi di molti credenti appare come una realtà postdatata a chissà quale epoca. La storia mondiale può cambiare in un attimo, e chi non è preparato o vive come se Gesù dovesse tornare chissà quando, non può leggere gli avvenimenti attuali secondo la visione del Signore. Pertanto, questi due errori di valutazione (ma potremmo parlare anche di altre pecche) giocano – al momento – un ruolo importante perché la Cristianità cura il proprio orticello, ignara di mantenere una posizione di “divisione” in seno al corpo di Cristo anziché unirsi, pregare con spirito di solidarietà e accordarsi per lottare uniti il nemico. Ma quando capiremo che il diavolo è un nemico sconfitto già da duemila anni? Eppure, parecchi vivono come se Gesù dovesse riportare ancora la vittoria su un avversario che, pienamente conscio di “avere poco tempo” (Ap. 12:12), sta riuscendo a tenere lontano la Chiesa dalle promesse di Dio riservate ad Israele. Sarà per mezzo di questo “santo residuo” che il Signore attuerà la redenzione del mondo, una volta che la Chiesa verrà traslata in cielo, perciò esorto il lettore a dare pieno valore ai libri profetici (abbiamo la parola profetica ben salda, dice Pietro) e a studiare con zelo l’Apocalisse, laddove vengono mostrate “le cose che devono accadere fra breve” (vers. 1°).
Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com
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