I diritti umani delle persone con disabilità

xistock-476523212Non malati da curare ma persone che hanno un sistema di funzionamento diverso e il diritto ad avere adeguati sostegni per migliorare e garantire la loro qualità di vita.

Oggi e domani l’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale si incontra in un Convegno Internazionale “Disabilità Intellettive e del neurosviluppo: diritti umani e qualità della vita”, a Rimini. Domani sarà anche l’occasione anche per celebrare la giornata mondiale sulle persone con disabilità. Il tema di quest’anno della giornata che si celebra per volere delle Nazioni Unite dal 1992, riguarda la recente adozione dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e la loro importanza per la costruzione di un mondo più inclusivo anche per le persone con disabilità. «Anfass ha riunito i più autorevoli ricercatori e persone che si occupano del sociale – dice Roberto Speziale, presidente dell’associazione – per fare il punto sullo stato di avanzamento delle conoscenze e della ricerca sulle disabilità intellettive e del neurosviluppo, coniugandoli in chiave di diritti umani e qualità della vita. Questo in perfetta coerenza con i temi dell’agenda dello sviluppo al centro della celebrazione del 3 dicembre, evento che ha da poco ottenuto la Medaglia del Presidente della Repubblica come meritoria di essere rappresentativa della giornata internazionale».

Cosa intendiamo quando parliamo di qualità della vita, in questo contesto?

«Le persone con disabilità non sono persone malate da curare, sono persone che hanno un sistema di funzionamento diverso e hanno il diritto ad avere adeguati sostegni che migliorino la loro qualità della vita e garantiscano loro adeguate prestazioni assistenziali. Con le conoscenze scientifiche e fornendo i giusti sostegni alle persone con disabilità, la loro qualità di vita può migliorare in modo significativo. In questi due giorni 16 workshop ci serviranno a condividere buone prassi e risultati della ricerca per condividere questo obiettivo».

Quindi l’inclusione non è solo una visione politica ma prassi quotidiana e applicazione scientifica?

«Sì, quando parliamo di diritti umani e qualità della vita, inclusione sociale, molti sono convinti che si tratti di enunciazioni ideologiche. Anffass con una serie di progetti internazionali ha tradotto in azioni concrete, verificabili e misurabili i paradigmi concettuali introdotti dalla Convenzione Onu sulle persone con disabilità. Oggi avremo 800 persone e circa 100 persone con disabilità intellettive che grazie a un progetto e dei sostegni sono in grado da soli di autorappresentarsi e autodeterminarsi. Questa è la prova più evidente che anche chi vive con disabilità è in grado di essere in prima persona protagonista della propria vita e delle proprie scelte».

Continua dunque la vostra proposta dell’autorappresentanza?

«Si, nelle scorse settimane gli autorappresentanti italiani sono stati a Bruxelles insieme ad altri di altri paesi e sono stati ascoltati in prima persona dalla Commissione Europea a propostito delle politiche che li riguardano. Questo fa sì che le persone vengano riconosciute nella loro dignità e integrità di persone e non prive della capacità di essere riconosciute nelle loro peculiarità. Tutto si sposta, ancora una volta sugli adeguati sostegni e aiuti di cui le persone con disabilità intellettiva hanno bisogno, specialmente se hanno un profilo di funzionamento più basso e hanno bisogno di sostegni più intensivi. Sono finite le categorie della gravità, stiamo entrando in una nuova dimensione».

Quanto manca all’Italia per raggiungere gli obiettivi di cui parlate?
«
Abbiamo una delle legislazioni più avanzate a livello internazionale, per esempio sull’inclusione scolastica e lavorativa, ma il problema è che c’è una distanza enorme tra ciò che le leggi dicono e ciò che è la vita materiale e quotidiana dalle persone. Le 34 raccomandazioni che ha fatto l’Onu all’Italia dopo aver monitorato l’applicazione della convenzione, ci descrivono che sull’aspetto materiale ci sono ancora molti passi avanti da fare, nonostante quelli positivi già fatti. Si tratta di tradurre le buone leggi in azioni concrete».

Come si uscirà da questo convegno?

«Andremo a toccare tutti i temi più importanti che riguardano la disabilità intellettiva, la vita indipendente, l’autonomia, l’inclusione scolastica e così via. Insieme ridefiniremo un programma di azione che sia in linea con le esigenze, per noi di Anffas è fondamentale restare ancorati a ciò che ha evidenza di efficacia».

Immagine: via istockphoto.com

di Matteo De Fazio | Riforma.it

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook