LOS ANGELES – Arrivederci Superman, Batman e Spiderman. Hollywood ha una nuova linea di supereroi che indossa sandali e tuniche al posto di tute sintetiche e maschere. Dopo decenni trascorsi ad allietare il pubblico con ogni assortimento di personaggi dotati di superpoteri, nati dalla fantasia di creativi del XX secolo, gli Studios si affidano per il 2014 ai personaggi della Bibbia nel tentativo di risvegliare una platea un po’ annoiata.Il diluvio di epopee bibliche inizia a marzo con il “Noè” interpretato da Russel Crowe nei panni del patriarca iconoclasta. Un altro film epico basato sulle Sacre Scritture vedrà Christian Bale protagonista di Mosè in”Esodo”, diretto da Ridley Scott.
Punta a diventare campione d’incassi anche “Mary Mother of Christ” interpretato da Odeya Rush, l’attrice sedicenne di origine israeliana. La storia mostra Maria e Giuseppe che lottano per dare una vita dignitosa a Gesù, bambino, sotto il regime oppressivo del diabolico re Erode.
Un altro film su Mosè, “God and Kings” (Dio e i re), sarà diretto dal premio Oscar Ang Lee, mentre Will Smith ha confessato di pensare a una versione cinematografica sulla rivalità fraterna tra Caino e Abele.
Si vocifera poi che sia già in prelavorazione un ritratto di Ponzio Pilato, con Brad Pitt, in un film intitolato “Resurrection” (Resurrezione), nel quale un soldato romano è inviato a investigare sulla morte di Gesù.
D’altronde, trasformare storie bibliche in film di successo è una delle più antiche tradizioni di Hollywood, a partire dai classici “I dieci comandamenti” di Cecil B. DeMille (che ne diresse la prima versione muta nel 1923 e quella più celebre nel 1956 con Charlton Heston nei panni di Mosè) e Ben Hur del 1959 (con lo stesso Heston). Più di recente, “La Passione di Cristo” di Mel Gibson è stato un enorme successo di botteghino nel 2004, grazie al forte sostegno dei gruppi ecclesiastici.
L’ondata di film basati sul Vecchio Testamento è stata anche trainata dal successo ottenuto dalla miniserie “La Bibbia” sulla tv statunitense via cavo: trasmessa all’inizio dell’anno da History Channel. Lla fiction, con una media di 11,4 milioni di telespettatori, è stata lo spettacolo via cavo più visto del 2013, anche qui con il supporto attivo delle chiese di tutto il paese e appelli alla visione da parte dei singoli pastori ai fedeli.
Ancora non è chiaro se le nuove versioni hollywoodiane delle storie bibliche potranno avere lo stesso livello di supporto da parte della chiesa. Prendiamo per esempio il “Noè” con Crowe: è stato diretto da Darren Aronofsky (lo stesso regista di Black Swan e Requiem for a Dream) ed è un film costato 150 milioni di dollari, quasi tutti spesi in effetti speciali ultraspettacolari, tra onde immense generate dal diluvio e immagini apocalittiche, in cui – a detta dello stesso regista – Noè risulta un “personaggio oscuro e complicato”. La pellicola sembra interpretare la storia del diluvio universale come ammonimento ambientalista contro il riscaldamento dell’atmosfera che conduce a catastrofi idrogeologiche. E difficilmente potrà piacere ai settori più conservatori del mondo ecclesiastico.
Secondo l’Hollywood Reporter, le proiezioni-test effettuate con gruppi di cristiani ed ebrei hanno generato reazioni preoccupanti, soprattutto quando il film si discosta dal testo biblico letterale. Ma questi film portano comunque dei vantaggi indiscutibili agli Studios, non solo per il numero di fan ardenti delle saghe bibliche e per i novanta milioni di cristiani evangelici presenti soltanto negli Stati Uniti. Basti pensare che i racconti biblici sono tutti di dominio pubblico, il che significa che non ci sono diritti d’autore o diritti di licenza da pagare, che invece costano cifre a molti zeri nel caso dei moderni supereroi.
da: AdnKronos.com
data: 28/12/2013
(nella foto: la locandina di Noah–Noè, interpretato da Russel Crowe)
Fonte: http://www.evangelici.net/
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