Signore, io sapevo bene che tu sei un uomo aspro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; perciò ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; ecco te lo restituisco.
Matteo 25:24-25
Ho avuto paura. Così uno dei tre operai della parabola dei talenti giustifica il suo comportamento. Il suo timore è frutto di una fondamentale carenza di fiducia. Ha sviluppato un’immagine di Dio diversa dagli altri due, e non abbiamo indizi sul cosa l’abbia determinata. Il Signore è per lui un’autorità implacabile, senza amore: “un uomo aspro che miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso”. Ed è quello che molti pensano e dichiarano di Dio senza averne avuto mai motivo. Questa convinzione lo atrofizza e lo rende incapace di interpretare correttamente la dinamica del dono che gli è stato affidato. Verrebbe da chiedersi come ha fatto, dopo aver ricevuto un talento in dono, a nasconderlo per paura. La paura paralizza. Distorce la realtà. Impedisce di prendere le decisioni giuste. Costringe a ritirarci piuttosto che ad andare avanti, impedendoci di entrare nel meraviglioso piano che Dio ha per la nostra vita. Non solo è inquinata la relazione con il Signore, ma si produce una vera e propria paralisi interiore che determina inabilità a slanciarsi nell’avventura dell’esistenza. Preferisce mettersi alla finestra, da spettatore, piuttosto che essere parte coinvolta, accettare il “rischio” è mettersi all’opera. Da servo incaricato si autoriduce ad essere inservibile, rinuncia alla speranza del seminatore, che conta più sulla potenzialità del seme che non sul catalogo degli ostacoli che possono impedirne la germinazione.
Ho avuto paura. Siamo onesti, perché questo è quanto si respira attorno a noi in questi giorni così drammatici. Non è una paura prodotta da una sbagliata visione di Dio, ma è generata dal guardare quel che sta accadendo nei campi a noi circostanti, ma anche nel nostro. Vedere alcuni, anche cari conservi, addormentarsi nel Signore nella solitudine, lontani dagli affetti dei cari, e senza poter ricevere anche un funerale che onori la loro vita di servizio ti spacca dentro. Dover seppellire alcuni senza poter condividere un abbraccio non ha descrizione. La desolazione che Geremia annuncia per Gerusalemme sta calando su tantissime città, inducendo molti a restituire il dono della fede, dopo averlo sotterrato perché convinti che non avrebbe prodotto alcun frutto. Il servo ha nascosto il talento, Adamo nascose sé stesso per paura di apparire nudo al cospetto di Dio (Genesi 3:10). Adamo ha paura dopo aver preso coscienza della sua nudità e della sua disubbidienza. C’è poco da fare, quel che gli occhi vedono ha effetto su tutto il nostro essere. L’atteggiamento dello struzzo che nasconde la testa non è certamente consigliabile. Il credente è chiamato ad altro. Mai nascondersi a e da Colui che l’ha creato, amato e si è preso cura di lui. Non può ignorare che la tattica preferita dal diavolo è quella di insinuare paura. Infatti, “va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare” (1Pietro 5:8).
Non lasciamo che la paura del vivere e del morire si tramuti in paura di Dio. Nello stesso modo non possiamo vergognarci dei nostri timori: riconoscerli ci aiuterà a confessarli. Oggi più che mai dobbiamo avere fiducia in Lui, uscire allo scoperto e lasciarci da Lui avvolgere e abbracciare, perché solo ai Suoi piedi possiamo continuare a ricevere perdono e grazia, misericordia e forza, amore e coraggio per continuare ad andare avanti e far fronte a tutto quello che ci verrà contro. Paolo domandava “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà l’afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada?” (Romani 8:35). Non ho altra risposta che le stesse parole dell’apostolo, che spero siano anche le tue. “Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati. Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:37-39). Per finire, non dimenticare ciò che fa paura alla paura: la Parola dichiarata! Dichiara che Dio vince le tue paure e che è Lui che ti rafforza. “Nessun’arma fabbricata contro di te avrà successo” (Isaia 54:17). Dio è con me. Non posso aver paura.