di Roberto Bracco – Un mio amico mi ha mostrato un brano di un “opuscolo” scritto da me diversi anni or sono e mi ha chiesto: – hai cambiato idea? Prima di dire quale è stata la mia risposta è necessario che trascriva il brano: “Nel parlare del futuro il Redentore è rima sto costantemente sul concetto di una chiesa separata dal mondo, perseguitata dal mondo, povera in mezzo al mondo; una chiesa senza maggioranza, senza fasti, senza ricchezza, senza potenza terrena, ma in possesso della verità nella semplicità e nell’amore. . . “
La mia risposta? Semplice e breve: – No! Non ho cambiato idea! E come potrei cambiare idea se questa s’ispira totalmente all’insegnamento della Parola di Dio?
È vero, purtroppo, come scriveva uno scrittore cristiano che oggi, come sempre d’altronde, ci sono molti che vogliono sostituire la croce di Cristo con un gioiello da portarsi sul petto, una croce d’oro incastonata di gemme; sono quelli che vogliono fare della religione un elemento di prestigio umano. Ma di fronte a questi esistono e sono sempre esistiti credenti che non si auspicano affatto l’avvento di un compiacente Costantino.
Non è vero affatto, come si cerca d’insinuare, che questi ultimi invocano una “persecuzione” quasi per esperimentare un masochismo religioso; non l’auspicano e non la chiedono, ma neanche la temono perché la considerano un elemento naturale nella vita del popolo di Dio.
Ma non è su questo punto che si evidenzia la divergenza maggiore fra due correnti di pensiero o piuttosto fra. due comportamenti religiosi; la persecuzione può venire anche per coloro che mettono in atto tutte le precauzioni, anche quelle illegittime, per evitarla. No, il punto focale è un altro: A chi piacere???
Possiamo cercare di piacere a noi stessi, possiamo cercare il plauso dell’opinione pubblica cioè il consenso del mondo o possiamo desiderare e cercare di piacere soltanto a Dio. Il nostro modo di concepire e vivere la vita cristiana sarà sempre in relazione diretta con la scelta compiuta, ma non tanto quella che esprimiamo formalmente quanto quella che facciamo sostanzialmente e che qualche volta nasce nel subcosciente e sembra rimanere nascosta fra le pieghe più intime della personalità interiore.
La tentazione che vuol farci cedere alle proposte del nostro io, più ancora a quelle del mondo è addirittura “prepotente”; tutti hanno una tendenza naturale a compiacere sé stessi, tutti hanno una tendenza naturale a procacciare ed accettare privilegi ed encomi. Non dobbiamo quindi stupirci se uomini di Dio o interi movimenti hanno barattato la propria spiritualità con solenni riconoscimenti o con titoli di onore.
Coloro che desiderano rimanere fedeli al Maestro, piacere solo a Lui, si nascondono quando qualcuno propone loro un trono od una corona; sanno di essere cittadini di un regno che non è di questo mondo e sanno anche che accettare gloria significa spegnere la fede e rinunciare alla speranza.
Questa posizione non vuole essere di “disubbidienza civile” e non vuole esprimersi in forma di rifiuto di quei diritti che possono consentire una vita quieta e serena, quando questa è concessa; assolutamente no, vuole essere soltanto una posi-zione umile e sincera di coerenza cristiana, coerenza che ci chiama a fuggire quelle competizioni che possono farci rivaleggiare con le istituzioni umane e quelle aspirazioni che possono spingerci nel seno dei consessi umani.
Ecco perché chi non ha cambiato idea non riesce ad entusiasmarsi quando ode o vede certi progressi, certi successi certi connubi che se si fossero verificati in seno ad associazioni mondane sarebbero stati accettati come segni evidenti di conquista, ma realizzati dal popolo di Dio sembrano essere soltanto sintomi di un male pericoloso. Forse questi sintomi sono fenomeni trascurabili se vengono posti di fronte all’entusiasmo di coloro che li vedono come segni inconfondibili di progresso umano.
Indubbiamente il numero, i titoli, la cultura, i riconoscimenti, la potenza economica hanno sempre fatto colpo ed è per questo che gli avversari del cristianesimo hanno sempre puntato il dito accusatore verso il popolo di Dio povera minoranza, ma è anche per questo che sovente i credenti, per sottrarsi al giudizio, all’accusa, hanno cercato e conquistato piuttosto che le “cose di Sopra”, le “cose di sotto”; si sono innalzati davanti agli uomini, ma hanno perduto davanti a Dio E’ vero, ha detto qualcuno, questa è storia di ieri; storia di tanti movimenti di risveglio nati poveri e sprezzati e morti ricchi e riveriti, ma è anche vero che se c’è una sfera caratterizzata da “ricorsi storici” questa è proprio quella della vita religiosa ed è per questo motivo che io ho dato una risposta precisa: – Non ho cambiato idea! –
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