Gujarat, proteste per gli 11 stupratori di una donna musulmana scarcerati

La violenza avvenne nel 2002, nell’ambito dell’ondata di assalti seguita all’incendio del treno a Godhra. L’accusa: “In libertà perché sono nazionalisti indù mentre Bilkis Banu è una donna musulmana”. Sr. Meena Barwa ad AsiaNews: “Che sistema giudiziario è questo?”.

Ahmedabad (AsiaNews) – Si moltiplicano in India le proteste contro la scarcerazione nello Stato del Gujarat di 11 uomini che erano stati condannati all’ergastolo per lo stupro di una donna musulmana, Bilkis Banu, avvenuto nel marzo 2002 nell’ambito delle violenze contro i musulmani seguite all’incendio del treno che a Godhra causò la morte di 58 pellegrini indù di ritorno da Ayodhya, il luogo sacro conteso tra indù e musulmani. Numerose associazioni indiane denunciano il fatto che il gesto di clemenza – motivato con la “buona condotta” in carcere – sia legato al fatto che i condannati sono nazionalisti indù, mentre la vittima è una donna musulmana. Per questo migliaia di persone sono scese in piazza in questi giorni chiedendo un intervento della Corte Suprema sul caso.

I condannati a cui è stata concessa la scarcerazione avevano aggredito Bano in un villaggio vicino ad Ahmedabad il 3 marzo 2002, durante le rivolte avvenute mentre l’attuale premier indiano Narendra Modi era a capo del governo del Gujarat. All’epoca la donna aveva 19 anni ed era incinta. Nella violenza furono uccisi anche 14 membri della sua famiglia, tra cui la figlia di tre anni, la cui testa fu fracassata a terra dagli aggressori.

Il 15 agosto, i detenuti sono stati rilasciati da un carcere di Godhra, dopo che il governo del Gujarat ha approvato la loro richiesta. Lo stesso giorno sono stati accolti con dolci dai loro parenti dopo il rilascio. Anche un membro del Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), una delle maggiori organizzazioni dei nazionalisti indù, si è congratulato con loro. Il rilascio è avvenuto sulla base della raccomandazione di una commissione formata dal governo del Gujarat: dei dieci membri della commissione, cinque sono membri del Bjp, il partito nazionalista indù. Due di loro sono anche deputati.

Sr. Meena Barwa, la religiosa dell’Orissa che fu a sua volta violentata durante le violenze a sfondo religioso nel distretto di Kandhamal nel 2008, commenta ad AsiaNews: “Quando guardo Bilkis Banu, i miei occhi si riempiono di lacrime, sento il dolore nel mio stesso cuore. Che sistema giudiziario è questo, nel nostro Paese? Quattordici anni fa, sono stata aggredita e violata solo perché ero una suora religiosa cristiana, posso immaginare quello che questa donna sta passando. Il trauma è stato quasi insopportabile, il procedimento giudiziario del primo processo mi ha traumatizzato di nuovo. Non riesco a trattenere le lacrime. Quanto ancora possiamo soffrire? Sono piena di dispiacere, dolore e delusione”.

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