di Agostino Masdea – “…il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti”. Efesini 6:12
Il libro di Giosuè narra di come Israele prese possesso della terra promessa. Se lo leggiamo solo come un libro storico perdiamo il messaggio che esso contiene, che è di natura spirituale. Se Dio avesse avuto intenzione di farci conoscere una storia, ci avrebbe fornito dettagli sulla composizione dell’esercito, avrebbe descritto come i soldati erano equipaggiati e soprattutto le strategie militari che Giosuè adottava. Ma non lo ha fatto. Il libro si limita a raccontare come Israele riuscì a conquistare la terra di Canaan solo perché Dio combatté le loro battaglie, adempiendo le promesse fatte ad Abramo.
La lezione più importante, comunque, sta nel fatto che la guerra vera non fu di natura fisica, ma spirituale. Il vero nemico non erano i Cananei, ma le forze infernali con a capo il loro condottiero: satana. Dio aveva scelto il popolo d’Israele con uno scopo ben preciso: farne una nazione che potesse essere una benedizione per tutto il mondo. Il progetto era partito fin dal giardino dell’Eden e la vera storia era quella della redenzione. Gli ebrei furono scelti per essere il popolo del Messia, e il fine di Dio era quello di iniziare con Abramo ed arrivare fino a Gesù, passando per il re Davide.
Le guerre fisiche furono il frutto dell’opposizione di satana al piano di Dio. Già fin dall’Egitto egli aveva provato a distruggere il popolo eletto. Ostacolare la conquista di Canaan faceva parte della sua battaglia contro Dio per impedire la venuta del Suo Figlio Gesù. Quindi il libro di Giosuè parla di una guerra spirituale e contiene infinite lezioni per noi, perché siamo impegnati in una guerra simile.
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