“Allora Giona pregò l’Eterno, il suo DIO, dal ventre del pesce e disse: «Nella mia sventura ho gridato all’Eterno ed egli mi ha risposto; dal grembo dello Sceol ho gridato e tu hai udito la mia voce.
Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le tue onde mi sono passati sopra. Allora ho detto: Sono stato scacciato dalla tua presenza. Eppure guarderò ancora verso il tuo santo tempio. Le acque mi hanno circondato fino all’anima, l’abisso mi ha avvolto, le alghe si sono avvolte intorno al mio capo. Sono disceso fino alle fondamenta dei monti, la terra chiuse le sue sbarre dietro a me per sempre, ma tu hai fatto risalire la mia vita dalla fossa, o Eterno, mio DIO. Quando la mia anima veniva meno dentro di me, mi sono ricordato dell’Eterno, e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo santo tempio.
Quelli che riguardano alle vanità bugiarde abbandonano la fonte stessa della loro grazia. Ma io con voci di lode ti offrirò sacrifici e adempirò i voti che ho fatto. La salvezza appartiene all’Eterno». Allora l’Eterno parlò al pesce e il pesce vomitò Giona sull’asciutto.” Giona 2: da 1 a 11
Quando anche noi come Giona, ci sentiamo sconfitti… disperati e confusi… sommersi dalle acque torbide e profonde dell’incomprensione… avvolti dalle alghe delle difficoltà..e amareggiati da tutto ciò che ci circonda… dobbiamo fare soltanto una cosa, (una soltanto) Guadare in alto, glorificando e magnificando il nome del nostro Dio… e Lui è pronto a farci risalire da quelle acque profonde… facendo tornare la pace nei nostri cuori!
Grazie Signore!
Damaris Lerici | notiziecristiane.com
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