Mi chiamo Elena Quattrocchi, ho quarantuno anni e sono una parrucchiera gelose. Sono nata e cresciuta in una famiglia per cui la religione era solo un bandiera alla quale si dichiarava di appartenere. Credevo che Gesù era morto sulla croce e risuscitato, ma non vivevo una relazione personale con Lui. Un giorno mio cugino cominciò a parlare a me a Nuccio, il mio fidanzato (oggi marito), di Gesù. Io non volevo ascoltarlo, ma lui veniva ogni giorno a trovarmi al negozio e mi raccontava delle cose meravigliose che il Signore fa. Una volta mi disse di mettere Gesù alla prova, poiché Egli poteva guarire, liberare, donare quella pace che nessun’altra cosa al mondo avrebbe mai potuto darmi. Fu in quel tempo che, quasi per scherzo, una sera pregai chiedendo a Dio che, se veramente Lui esisteva, l’indomani mattina doveva farmi svegliare senza avere il desiderio di fumare. In passato avevo già provato molte volte a smettere con il fumo ma, nonostante tutto il mio impegno e tutti i miei sforzi, il risultato era sempre lo stesso: non ci riuscivo. Invece quella mattina, al mio risveglio, per la prima volta non sentii la necessità di accendere la sigaretta e lo stesso avvenne nei giorni a seguire. Dio mi aveva liberato dalla schiavitù del fumo in modo sovrannaturale.
Dopo qualche tempo cominciò a succedermi qualcosa di molto strano: diventavo facilmente irritabile e irrequieta, rispondevo molto male alle persone che mi stavano vicino. All’improvviso mia madre si accorse che la mia tiroide si era molto ingrossata, cominciai a fare dei controlli che mi diedero la spiegazione del mio improvviso cambiamento: avevo una disfunzione della tiroide chiamata “morbo di Basedow”.
Consultai molti medici per tutti c’era un’unica soluzione: l’intervento. L’idea di essere operata però atterriva sia me che il mio fidanzato. Non sapevo proprio cosa fare, anche perché non potevo continuare a convivere con quella malattia. Nel frattempo, una sera, mio cugino invitò il mio fidanzato a partecipare ad una riunione di culto tenuta per strada sotto una grande tenda.
Nuccio voleva parteciparvi i si mise ad insistere finché non mi convinse ad andare.
Quella sera il predicatore chiese a chiunque soffrisse di qualcosa di mettere la propria mano sulla parte malata, perché Gesù voleva guarire.
Io stavo pregando senza molta convinzione di ricevere, ma il mio fidanzato mi incoraggiò a provare. Cosi con un gesto istintivo misi la mano sulla gola e il Signore mi guarì all’istante. Non ho più avuto problemi con la tiroide. Fu cosi che sedici anni fa accettammo Gesù come nostro salvatore e da allora abbiamo gustato la sua benedizione e abbiamo avuto la sua guida in ogni circostanza della vita.
Fonte: http://www.terrapromessagela.it/
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