“Sto cercando il Don” chiesi al manager della grande libreria cristiana CLC vicino alla cattedrale di St. Pauls a Londra…
“Dovresti dare un occhiata al reparto carismatico… è un libro nuovo?” mi chiese quel uomo elegante con perfino il fazzolettino abbinato alla cravatta che gli spuntava dal taschino sul petto della giacca, mentre mentalmente cercava di collegare il nome riferitogli ad un testo… “No”, gli dissi, “Donald, (Donato, Don abbreviato), sto cercando un signore anziano, capelli bianchi… dovrebbe essere al reparto spedizioni”…
“ah”, mi rispose, girando lo sguardo inorridito verso un bambino che aveva appena rovesciato un bicchierone “large” di frappe alla banana su un commentario biblico Matthew Henry… “prova li sotto!”…
Scendendo le scale per raggiungere il reparto nascosto delle spedizioni all’estero, ricordi da bambino ad Altofonte (PA) insieme ai miei genitori missionari a Palermo, m’inondarono la mente…
La stradina provinciale che scendeva curva dopo curva verso il capoluogo siciliano… ricordi della scuola cattolica del paesetto sopra la città, dove, appena hanno saputo che mio padre era Don Steall, (per loro il “prete” evangelico), le suore insegnanti, mi facevano ripetere per una qualsiasi punizione inventata, l’Ave Maria ripetutamente, scrivendolo di continuo fino a quando non potevo più andare a quella scuola… e dovemmo andare via…
Ricordi ed immagini velocissimi degli studi biblici di mio padre con Jim, (un cowboy genuino e missionario che mi fece innamorare della chitarra), svolti in una casetta sotto la pineta, appollaiata sopra Palermo e la baia… compagnetti che giocavano in strada seduti dentro le Ferrari elettriche sotto gli sguardi di genitori onorati e temuti vestiti in pellicce, mio fratellino ed io giocando con le biglie difronte, ignari delle situazioni locali…
“Sto cercando Donald” chiesi alla signora che stava scrivendo ad un tavolino alla fine delle scale…
“E’ li dietro” mi disse con un sorriso che illuminava la notte, “non gli piace il nastro adesivo marrone da imballaggio, preferisce lo spago come si usava ai vecchi tempi… tu devi essere Sander?”…
Dietro un lungo tavolo ricoperto di libri e scatoloni, intravidi un piccolo uomo dai capelli ormai bianchi, intento a preparare al meglio delle sue forze un pacco pronto per spedire all’estero…
“deve essere chiuso bene!” mi disse mentre mi avvicinavo, “prima si sigillava lo spago anche con un piombino” aggiunse, “per sicurezza!”…
“no nastro?” gli chiesi sorridendo mentre guardavo le sue mani (ormai ottantacinquenni), sottomettere dei nodi imparate in marina settantanni prima come un vero boy scout…
“Il tempo che ci vuole per cercare dove inizia il nastro, ho già fatto due pacchi con lo spago!” mi rispose ridendo…
“Ma non ti sembra ora di smettere” gli chiesi mentre ci sedevamo in un localino per mangiare qualcosa di caldo. L’avevo prelevato a forza dallo scantinato del negozio mentre si lamentava con me che aveva già portato un sandwich ed una mela da casa e che non c’era bisogno di uscire…
“Finché ho le forze e mi lasciano aiutare” era la sua risposta, “facciamo quello che c’è da fare”…
Mi vennero in mente le parole di Paolo: Servi, ubbidite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne, non servendo solo quando vi vedono, come per piacere agli uomini, ma con semplicità di cuore, temendo Dio. E qualunque cosa facciate, fatelo di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete la ricompensa dell’eredità, poiché voi servite a Cristo, il Signore. (Colossesi 3:23)
I piatti di “bangers and mash” (salsiccia e patate purè), erano squisiti! “Ma ti ricordi quella prima volta che hai incontrato quel salame in Italia?” gli chiesi, un po per mettere alla prova la sua memoria, un po per godere ancora una volta dei racconti di mio padre…
Hahaha si alla Spezia”, disse ridendo come un ragazzino, arzillo e con gli occhi illuminati come un mare tropicale sotto il sole di mezzogiorno…
Dopo la scuola biblica a Londra era salito in sella ad una bici con un suo amico ed aveva pedalato per tre mesi fino all’Italia. Era il 1949/50, dopo la guerra, e strada facendo evangelizzavano ed incontravano una realtà completamente diversa da oggi. Tutta la Francia e L’Italia fino a Napoli, su delle bici che noi consideriamo oggi dei “cancelli in ferro battuto”! Tre marce, un cambio di vestiti ed uno zaino strapieno di Nuovi Testamenti da donare strada facendo…
“Eravamo in un campo dove abbiamo chiesto al proprietario se potevamo montare la tenda per la notte” mi disse con lo sguardo lontano… “Verso sera, il contadino con la moglie ci portarono un salame!” Raccontava ridendo, rammentando come se fosse ieri la sorpresa e la curiosità attorno a questo bastone maleodorante e unto che alla fine hanno sotterrato in una buca vicino alla tenda… “Quel periodo non sapevamo cos’era quella cosa che ci portarono, ma quante volte dopo, abbiamo pensato a quel dono generoso ed alle nostre azioni!”…
Rientrando alla CLC riflettevo sulle sue difficoltà nel iniziare l’opera della CLC in Italia nel 1954. La prima libreria a Firenze, gli appuntamenti alle fiere e nelle comunità, al nord ed al sud per presentare la Bibbia, i viaggi, le incertezze, e le sofferenze di quel periodo. Un giro di perlustrazione nel 1963 su un motorino “Motum” in Sardegna gli era rimasto nel cuore, nel vedere solamente una piccola fiaccola di testimonianza al sud dell’isola, ed il fratello Klaus Doring al nord appena arrivato dalla Germania 18 mesi prima, mentre il buio di secoli senza il Vangelo coprivano tanti paesini dell’entro terra…
“Quando era esattamente che sei andato in Sardegna?” gli chiesi cercando di fare mente locale nei suoi spostamenti e viaggi evangelistici… “Era il Gennaio del 1964, con la WEC, (World Evangelistic Crusade), sono andato a Nuoro… c’era la neve in terra mi ricordo”… mi rispose, “ non c’erano le strade di oggi e neanche l’ospedale” aggiunse… “per questo tu sei nato in Scozia, se no saresti nato a Nuoro!”…
Mia madre mi aveva raccontato che aveva perso due bimbi alla nascita in Sardegna, ed era per questo che quando incinta di me, tornarono in Scozia per il parto…
Storie di banditismo, di passaggi in autostop da personaggi che viaggiavano con fucili, pistole e passamontagna sotto i sedili, evitando loscamente pattuglie e blocchi stradali, ma anche testimonianze di famiglie intere che hanno conosciuto l’amore del Signore e la Sua salvezza, e l’amore pratico di un uomini e donne “nessuno” ma mai dimenticati…
Quante ce ne sono di questi uomini e donne “nessuno” nella storia evangelica in Italia. Quanti di noi oggi abbiamo mai pensato ed apprezzato il loro lavoro nel Signore…
Uomini senza “face” (faccia), ma col loro fedele “book”, (libro, la Bibbia), che condividevano con gli Italiani di allora, ed ancora adesso i frutti cantano della Gloria del loro Signore per l’eternità… Uomini cresciuti con le storie di D. Livignstone, e CT Studd, che hanno rinunciato a ciò che conoscevano per affrontare la sofferenza e l’incertezza nel seguire una chiamata dal loro Padrone…
Le Scritture ci ricordano: Ora, fratelli, vi preghiamo di aver rispetto per quelli che si affaticano fra di voi, che vi sono preposti nel Signore e che vi ammoniscono, e di averli in somma stima nell’amore per la loro opera. (1 Tess. 5:12,13).
Quante storie ci potrebbero raccontare i piccoli “nessuno” che il Signore ha usato nel passato nella nostra Italia. Che passione, che perseveranza, che lotta, mentre noi credenti oggi col nostro “facebook” ed agevolazioni, non riusciamo a fare neanche dieci minuti di macchina per una riunione infrasettimanale locale…
“Dove andate?” ci chiese un giovanotto nel negozio CLC mentre aprivamo la porta che conduce alle scale dello scantinato… “Sono Don” gli rispose mio padre, “sono al reparto spedizioni”.
“Ah”, disse il giovane volontario, “sono qui con James della chiesa HTB per aiutare, e non conosco tutti ancora”…
Lasciai mio padre all’opera sua sorridendo tra me e me. Mentre ero seduto sulla metrò pensai, “Ne dovrò di mangiare panini all’umiltà solo per poter avvicinarmi al Don! Se solo sapesse che sto scrivendo queste due righe per onorarlo e ricordare quello che mi ha fatto vedere praticamente della fede nel nostro Signore, ridacchierebbe e strapperebbe questo foglio all’istante!”…
Oggi mio Padre ha 91 anni. Mamma si è addormentata nel Signore cinque anni fa, con le parole di Gesù: “non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi!” I ricordi di crescere in giro per l’Italia senza, casa, soldi e comodità mi sarà sempre prezioso nel aver sperimentato di persona la provvidenza del Signore… come dice Paolo: non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!… (2 Cor. 6:8-10).
Oggi forse abbiamo dimenticato un po il lato pratico del servizio, il mettere in pratica ciò che leggiamo nelle Scritture, ma non dobbiamo assolutamente dimenticare chi ci è stato d’esempio e chi con la loro vita, si sono dati affinché noi oggi, siamo ciò che siamo.
Così dice l’Eterno: «Il savio non si glori della sua sapienza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza. Ma chi si gloria si glori di questo: di aver senno e di conoscere me, che sono l’Eterno, che esercita la benignità, il diritto e la giustizia sulla terra; poiché mi compiaccio in queste cose», dice l’Eterno. (Geremia 9:23,24).
Sander Steall | Notiziecristiane.com
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