Come credenti, vi sarà certamente successo di voler impegnarvi di più nella preghiera e nella consacrazione, o di voler fare qualcosa per il Signore, e di venire regolarmente interrotti od ostacolati da qualcosa che, alla fine, vi costringe a lasciar perdere o rimandare.
È esattamente quel che Davide stesso dovette affrontare.
Davide ha saputo che Golia stava sfidando e umiliando l’esercito ebreo, e che nessuno lo aveva ancora sfidato: spinto dal Signore, decise così di andarci lui.
Era un buon intento e la volontà del Signore era con lui: per questo il nemico cercò di ostacolarlo in vari modi, alcuni di essi insospettabili, così da non farsi scoprire. Se lo riconoscessimo nel suo agire, infatti, saremmo tutti molto più pronti a resistergli. Deve quindi agire con scuse plausibili, ragionevoli, persino logiche e allettanti: qualsiasi cosa, pur di non farci fare quel che potremmo per il Signore.
Essendo noi servi del Signore, Satana sa bene che l’unico modo per renderci vulnerabili, o almeno inoffensivi, è toglierci la nostra fiducia in Dio: senza essa, infatti, non avremo più i mezzi per andare avanti, come se camminassimo in una strada buia senza torcia.
Nel passo di Samuele 17, possiamo vedere alcune tattiche, cioè come satana può tentare di frenarci:
– distraendoci e attirandoci lontano dal nostro scopo
– facendoci dubitare del nostro scopo
– facendoci dubitare del Suo aiuto
– facendoci concentrare sulle nostre debolezze
– facendoci contare sulle nostre capacità
– minacciandoci
Il primo ostacolo fu la difficoltà dell’impresa: bastò infatti che Golia si presentasse sul campo di battaglia e ripetesse la sua sfida perchè i soldati ebrei scappassero impauriti. Anche Davide lo udì, ma non fuggì. (1 Samuele 17:23 – 25).
Il secondo fu il fratello maggiore di Davide, che cercò di impedirgli di combattere Golia accusandolo di avere intenzioni sbagliate e cercando di farlo dubitare della bontà del suo scopo, intimandolo implicitamente a non proseguire (1Samuele 17:28).
Saul, il terzo, attirò l’attenzione di Davide sulle proprie umane capacità, certamente insufficienti ad affrontare un guerriero come Golia. (1 Samuele 17:33)
Non riuscendo a far leva sulle sue debolezze, il nemico provò ad appesantirlo con la possente armatura di Saul, spingendolo a mettere la sua fiducia in essa piuttosto che in Dio. (1 Samuele 17:38-29)
Infine provò Golia stesso, minacciando il giovane Davide perchè lui, che era solo un ragazzo, aveava osato sfidarlo. Umanamente, la minaccia di Golia era di certo credibile. (1 Samuele 17:42-44)
La vittoria (1 Samuele 17:48-58), però, non dipende dalle nostre forze, dalle circostanze, o dalla difficoltà di ciò che vogliamo intraprendere, ma solo dalla volontà di Dio, che sa sempre cosa fare e come farlo, e sulla nostra fede in Lui.
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Scritto da: Nathan Mantovani
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