Alcuni minerali, usati per esempio nei telefoni cellulari, provengono da zone di conflitto e il loro commercio serve ad alimentare le forze armate. (Michel Waintrop) Gli Stati membri dell’UE propongono delle piste concrete per garantire l’origine dei minerali. L’89% dei francesi si dice favorevole che la Francia adotti una legislazione rigida al riguardo.
Oggi, 27 ottobre, gli Stati membri dell’Unione europea devono rendere note le loro proposte concrete per regolamentare il commercio di quattro minerali: lo stagno, il tantalio, il tungsteno e l’oro. Questi minerali entrano nella composizione di oggetti tecnologici, dai telefoni cellulari ai computer, dalle automobili all’aeronautica.
Da anni ci sono ONG che mettono in guardia sul legame stretto tra minerali provenienti da paesi in cui infuria la guerra o in preda a rivolte e gruppi armati che si finanziano grazie al loro commercio e al controllo delle miniere. Da qui la denominazione “minerali di guerra”, a volte persino “minerali di sangue”. “Schiavitù, sparizioni forzate, omicidi, tortura, stupri, sono altrettanti esempi di crimini generati intorno a questo commercio”, afferma Amnesty International sul suo sito Internet.
Una nozione poco conosciuta
In occasione di questo Consiglio europeo alcune associazioni hanno commissionato un sondaggio sui “francesi e i minerali di sangue” che verte su un prodotto di grande diffusione: i telefoni cellulari. Ogni cellulare standard conterrebbe infatti 6,6 g di stagno, 0,83 g di tungsteno, 0,04 di tantalio e 0,63 g d’oro.
La nozione di “minerale di guerra” è poco conosciuta: soltanto il 14% delle persone interpellate dichiara di averne già sentito parlare, contro l’86% che afferma di non averne mai saputo niente.
Il sondaggio è stato realizzato via Internet dal 13 al 15 ottobre dall’istituto CSA per conto di Amnesty International France, CCFD-Terre Solidaire, Sherpa, Info Birmanie, l’AITEC e il Secours catholique su un campione di 994 persone di età maggiore di 18 anni.
Richiesta di una legislazione rigida
Tuttavia quasi un francese su due indica di sapere che “i telefoni cellulari contengono minerali che possono essere all’origine di conflitti o di violazioni dei diritti umani nei paesi in cui vengono estratti”. E l’89% degli interpellati si dice favorevole a una legislazione rigida in Francia per i fabbricanti di telefoni cellulari concernente l’utilizzo di questi minerali. Inoltre l’83% di essi chiede al governo di fare pressione affinché l’Europa adotti un regolamento vincolante.
Primo tentativo di regolamentazione nel 2015
“A marzo 2014 la Commissione europea si è infine pronunciata in favore di un regolamento, ossia il livello più vincolante per gli Stati, sulla tracciabilità di questi minerali da parte dei loro utilizzatori”, spiega Morgane Laurent, esperta di advocacy presso il CCFD-Terre Solidaire.
Secondo le ONG la proposta era tuttavia “poco ambiziosa” in quanto basata sull’iniziativa volontaria delle imprese di garantire l’origine virtuosa dei minerali. “Inoltre il progetto riguardava soltanto alcune centinaia di imprese all’inizio della catena di utilizzazione come le fonderie o le raffinerie”, precisa Morgane Laurent.
Una tappa importante
Le ONG si sono dunque rallegrate dell’approvazione da parte del Parlamento europeo di un testo più severo a maggio 2015. “Il Parlamento chiede un obbligo di trasparenza sull’origine di questi minerali e ciò in tutta la catena di produzione”, si felicita Morgane Laurent. “Comprese, per esempio, imprese importatrici di microchip dalla Cina fabbricati con questi minerali”. Nello spirito di queste associazioni si tratta anche di spingere le autorità dei paesi interessati a controllare meglio, miniera per miniera, lo sfruttamento di queste materie prime.
Oggi gli Stati membri devono presentare proposte concrete. Una tappa importante secondo l’incaricata di missione del CCFD-Terre Solidaire. “La presidenza lussemburghese vuole concludere presto”, afferma. “Già a dicembre o gennaio dovrebbe esserci una concertazione tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio europeo prima che un testo venga nuovamente sottoposto al Parlamento”.
L’UE uno sbocco importante
Le ONG ricordano che secondo i dati forniti da Global Witness, l’Unione europea è uno “sbocco importante” per i prodotti contenenti “minerali di guerra”. Nel 2013 era il secondo importatore mondiale di telefoni cellulari e computer.
E se l’Unione europea ha importato quasi 240 milioni di cellulari nel solo 2013, ciò significa che quasi 1.600 tonnellate di stagno e 151 tonnellate d’oro sono entrate nell’Unione attraverso i soli telefoni. (da La Croix; trad. it. G.M.Schmitt/voceevangelica.ch)
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