Gli ebrei sefarditi possono ritornare

sefarad3La Spagna e il Portogallo offrono la possibilità ai discendenti degli ebrei scacciati 500 anni fa, di acquisire il passaporto.
(Paolo Tognina) Alla fine del 15. secolo, i governanti della Spagna e del Portogallo misero gli ebrei residenti nei rispettivi territori davanti a una scelta difficile: convertirsi al cattolicesimo o andarsene. A distanza di oltre cinque secoli, entrambi i Paesi cercano di riparare a quella che oggi viene considerata una grave ingiustizia.

Un grave errore
Madrid e Lisbona riconoscono oggi che la cacciata degli ebrei – o la loro conversione forzata al cattolicesimo – è stato un grave errore. E cercano di porre rimedio offrendo ai loro discendenti la possibilità di acquisire il passaporto portoghese o spagnolo.
I “re cattolici” spagnoli, Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona, decretarono l’espulsione degli ebrei dalla Spagna nel 1492, subito dopo la caduta di Granada, l’ultima roccaforte musulmana in Andalusia. Ad andarsene furono tutti gli ebrei che non accettarono di convertirsi al cattolicesimo. Molti ebrei ripararono nel vicino Portogallo, il cui re tenne – per un certo tempo – una linea tollerante nei confronti degli ebrei. Ma quando Manuel I decise di sposare la figlia dei “re cattolici” spagnoli, la sua posizione cambiò radicalmente. Nel 1497, anche il Portogallo cacciò tutti gli ebrei che non volevano convertirsi.

La Legge Sefardita
Oltre mezzo millennio dopo l’Editto di espulsione del 1492, il parlamento spagnolo si prepara ad approvare una legge che permetterà a parecchie centinaia di migliaia di discendenti degli espulsi di ottenere la cittadinanza spagnola. Dopo l’approvazione alla Camera, ora è il Senato spagnolo a prepararsi a votare la “Legge di Discendenza Sefardita”.
La legge subordina l’ottenimento del passaporto a tre requisiti: la persona richiedente deve avere un documento che attesti origini ebraiche; deve dimostrare di conoscere la lingua tradizionale parlata dagli ebrei in Spagna; e deve essere in possesso di un certificato emesso dall’Unione delle Comunità Ebraiche di Spagna che confermi l’ascendenza sefardita – Sefarad in ebraico significa Spagna – risalente almeno al 15. secolo.

Ebrei sì, musulmani no
La cacciata dei sefarditi pose fine a oltre quindici secoli di coabitazione e costrinse gli ebrei a una precipitosa fuga. Migliaia di persone – stime attendibili parlano di circa 100’000 individui – dovettero lasciare il Paese e vendere o abbandonare le loro proprietà. L’espulsione privò la Spagna di allevatori, artigiani, medici, banchieri, filosofi, commercianti. Ad andarsene fu gran parte del ceto produttivo, degli artisti e letterati, uomini di cultura.
Se la legge sarà approvata, il governo di Madrid si aspetta che siano circa in 90’000 le persone che faranno domanda. Al momento, intanto, non sono in programma leggi per estendere le stesse opportunità di cittadinanza ai discendenti dei musulmani che furono espulsi dalla Spagna assieme agli ebrei sefarditi.

La Legge portoghese
In Portogallo la legge che permette ai discendenti degli ebrei scacciati alla fine del Quattrocento di ottenere la cittadinanza è già stata approvata. La ministra portoghese della giustizia, Paula Teixeria da Cruz, ha ammesso che “c’è voluto molto tempo prima che ci occupassimo della questione” e, commentando quanto accaduto cinque secoli fa, ha aggiunto: “Il torto inflitto allora non potrà mai essere davvero riparato”.

da: http://voceevangelica.ch/

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