Papa Francesco apre alla prospettiva del paradiso anche per gli animali e lo fa in un’udienza generale dedicata al tema della vita e della morte.
In proposito il Pontefice ha citato l’apostolo Paolo che ad un bambino in lacrime per la morte del suo cane aveva risposto: “Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo”. (*1)
* 1 (ci dica dov’è ha letto e in che posto della Bibbia si trova il fatto che Paolo abbia avuto un cane. Nota di chi scrive).
Anche Giovanni Paolo II in passato aveva adottato una linea simile, affermando che non solo gli uomini e le donne, ma anche gli animali hanno un “soffio divino” . (*2)
* 2 (ripetiamo anche qui la stessa domanda: ci dica dov’è che lo ha letto e in che posto della Bibbia si trova. Nota di chi scrive).
Al contrario Benedetto XVI aveva tenuto una linea più tradizionale, ribadendo la posizione più classica della Chiesa, per la quale “mentre nelle altre creature, che non sono chiamate all’eternità, la morte significa soltanto la fine dell’esistenza sulla terra, in noi il peccato crea una voragine che rischia di inghiottirci per sempre, se il Padre che è nei cieli non ci tende la sua mano”.
Il Papa durante l’udienza a piazza San Pietro è poi entrato nel cuore delle “domande antiche” sulla vita dopo la morte. “Ci accorgiamo che la nostra immaginazione ci impedisce di comprendere lo splendore del mistero e sorgono spontanee domande come ‘quando avverrà’ ‘ questo passaggio finale? Cosa sarà allora dell’umanità e del creato che ci circonda?” Queste domande, dice il Pontefice, sono domande umane e non nuove, che anche gli apostoli si erano posti. (*3)
* 3 (però con una bella differenza che, gli Apostoli sapevano dove erano diretti (in cielo), chi li aspettava (Gesù), e per questa ragione diedero la vita per la causa di Cristo. D’altronde poi, Papa Francesco dimentica che Giovanni apostolo fu rapito e trasportato in cielo e vide cose che nessun altro uomo vide (Apocalisse 1:9), di cui scrisse l’Apocalisse. Oltre a Giovanni inoltre, anche Paolo fu rapito e “salì in paradiso fino al terzo cielo e vidi e udì parole ineffabili che non è lecito all’uomo di pronunciare” (2° Corinzi 12:49). Nota di chi scrive).
Tuttavia Francesco spiega alla folla che non bisogna avere paura perché in paradiso “saremo vestiti della gioia e dell’amore di Dio, senza limite, saremo faccia a faccia con lui. E’ bello pensare così, dà forza all’anima”. (*4)
* 4 (Il problema che non tutti andranno in cielo, solo chi affida la sua vita a Cristo e obbedisce alla Sua volontà: “Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?” Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!” ( Matteo 7:22-23). Nota di chi scrive).
Esame biblico:
1. L’anima distingue la vita dell’uomo e degli animali dalle cose “inanimate” ed anche dalla vita inconscia, come quella delle piante. Sia l’uomo che le bestie hanno un’anima (Genesi 1:20, la parola “vita” è “anima” nell’originale). Potremmo dire che le piante hanno un’anima (nel senso del principio della vita), ma non un’anima cosciente.
2 L’anima dell’uomo lo distingue dagli animali. Gli animali hanno un’anima, ma è un’anima terrena, che vive soltanto finché dura il corpo (Ecclesiaste 3:21). L’anima dell’uomo è di una qualità diversa, perché è vivificata da uno spirito umano. Come “non ogni carne è la stessa carne” (1 Corinzi 15:39), così avviene per l’anima: vi è un’anima umana ed un’anima animale. E’ evidente che l’uomo fa ciò che gli animali inferiori, per quanto intelligenti possano essere, non riescono a fare, giacché la loro intelligenza viene dall’istinto, non dalla ragione, ed è quindi incapace di sviluppi e di progresso. Un esempio chiarirà questo concetto: sia l’uomo che gli animali costruiscono delle case; ma, mentre l’uomo ha progredito e costruito cattedrali, scuole, grattacieli, gli animali costruiscono oggi come costruivano al tempo in cui Dio li creò, sempre allo stesso modo. Inoltre gli animali possono squittire (come le scimmie), cantare (come gli uccelli) e parlare (come i pappagalli); ma solo l’uomo produce arte, letteratura, musica ed invenzioni scientifiche. Gli istinti degli animali possono manifestare la sapienza del loro Creatore, ma solo l’uomo può conoscere e adorare il suo Creatore.
3. Quindi, anche se certi animali ci fanno molta tenerezza, ci sono da compagnia, ci amano come spesso non sappiamo amare loro, la vita degli animali dura finché durano i loro anni. Una volta morti saranno annientati perché non hanno uno spirito a differenza dell’uomo.
Lo so che per molti è triste non rivedere più la sua cagnetta o il suo gattino. Ma il mondo spirituale è differente dal mondo umano. I redenti, i salvati in Cristo vestiranno di una veste bianco di lino fino (Apocalisse 19:8). Gli animali non hanno mai peccato e non possono nemmeno farlo, non hanno la libertà di scelta. Molti animali comunemente tranquilli, vengono incitati alla violenza da parte dell’uomo, l’unico colpevole di tanta malvagità in questo mondo egoista e corrotto.
Chi glielo dice a papa Francesco che gli animali non vengono salvati? Ricordiamoci che Dio non può essere fatto a nostra immagine, ma che l’uomo è stato fatto a immagine di Dio.
“Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie”,
dice il SIGNORE. “Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri (Isaia 55:8-9).
Ferrentino Francesco La Manna | notiziecristiane.com
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