Una corte cinese ha processato in piazza otto lavoratori migranti per «educare il popolo alla legge», ha riportato oggi il giornale eterodiretto dal partito comunista The Beijing News. Il tribunale di Langzhong, nella provincia di Sichuan, ha giudicato gli imputati davanti a migliaia di persone.
Nelle foto si vedono gli imputati stretti tra due poliziotti, guardati a vista da due ufficiali armati di fucile. Dietro ai giudici campeggiava un enorme cartello con scritto: «Sentenza pubblica del tribunale del popolo di Langzhong».
L’anno scorso gli otto migranti erano scesi in piazza per protestare contro i loro datori di lavoro, colpevoli di non averli pagati per mesi. Quando la polizia è intervenuta per disperdere la protesta, hanno fatto resistenza. Per questo, la corte li ha condannati tutti a pene tra i sei e gli otto mesi di carcere per «intralcio alla polizia». Nell’Impero di mezzo, in oltre il 99 per cento dei casi, chi viene indagato è anche riconosciuto colpevole. È la giustizia con caratteristiche cinesi.