Vittima di un attacco ad un convoglio umanitario. Non si placano gli scontri nella nazione in ginocchio dopo 5 anni di guerra civile.
Il coordinatore nazionale dei giovani per la Chiesa episcopale del Sud Sudan (Ecss) è morto dopo essere stato raggiunto da alcuni colpi di pistola durante un viaggio verso il villaggio di Yei. Migliaia di giovani si sono riuniti ieri presso la casa di Joseph Kiri (lunedì) per rendere omaggio al giovane operatore ed evangelista, ucciso poche ore dopo che il primate del Sud Sudan, l’arcivescovo Justin Badi Arama, aveva lanciato l’ennesimo appello «perché è necessario fare di più per trasformare un accordo di pace su carta in una reale pace sul terreno».
Oltre al suo lavoro con l’Ecss, Kiri ha lavorato per “Across”, un’organizzazione umanitaria della chiesa episcopale. E’ stato colpito vicino al villaggio di Limbe, a pochi chilometri da Yei: sconosciuti uomini armati hanno bersagliato il suo veicolo appartenente alla stessa Ong. Si stava recando a Yei per consegnare rapporti sul campo per Across, in cui lavorava come referente dei progetti di nutrizione.
Il suo autista è riuscito a fuggire e nascondersi in una base militare. I soldati si sono precipitati sulla scena dell’attacco e hanno recuperato il corpo di Kiri, trasferito quindi nella capitale Juba.
In un tweet, il primate del Sud Sudan, l’arcivescovo Justin Badi Arama, ha scritto che lui e sua moglie, Mama Joyce, sono «profondamente rattristati nell’apprendere della tragica morte del coordinatore giovanile provinciale, Joseph Kiri, in un’imboscata. Le nostre preghiere sono con la sua famiglia. Chiediamo a tutte le parti di rispettare il cessate il fuoco».
Il segretario provinciale della Chiesa episcopale del Sud Sudan, John Augustino Lumori, ha parlato di Kiri come di «un giovane talentuoso, pieno di energie e di propositi”. Ha descritto la sua morte come «una grande perdita per l’intera chiesa episcopale del Sud Sudan».
Molti alti dirigenti ecclesiastici hanno condannato l’atto barbarico rivolto contro civili innocenti in un’auto di un’organizzazione umanitaria. Hanno esortato tutti coloro che detengono le armi in tutto il paese a rispettare i civili che sono disarmati così come le agenzie umanitarie.
Recentemente un soldato delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace è stato ucciso in un atto simile, dopo che uomini armati hanno sparato su un convoglio umanitario. La sparatoria è stata condannata dal coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Sud Sudan.
Nonostante la cessazione delle ostilità firmata a Khartoum tra le parti in conflitto, queste non mostrano il loro impegno nei confronti di ciò che hanno promesso. Il paese è indipendente dal Sudan dal 2011, ma non ha praticamente mai vissuto una fase pacifica. Dal 2013 è in corso una guerra civile che ha già causato migliaia di vittime e almeno 4 milioni di rifugiati, in pratica un terzo della popolazione della giovane nazione africana.
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