I danni provocati da tutte le droghe – in barba alla narrazione che esistano quelle “pesanti” e quelle “leggere” – fanno rabbrividire. Lo scenario è lo stesso di sempre e anzi, se possibile, peggiorato. Negli ultimi due anni la diffusione di droga, infatti, non ha conosciuto soste e anzi ha coinvolto fasce di popolazione sempre più giovani. I numeri sono impressionanti, i risultati anche.
Ce li anticipa Massimo Gandolfini, consulente del Dipartimento per le politiche antidroga del governo, voluto fortemente dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che, in occasione dell’odierna Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, ci ha rilasciato un’intervista sul tema.
«La situazione – spiega Gandolfini – per quanto riguarda l’Italia è piuttosto preoccupante. Partiamo da un presupposto ormai chiaro ed evidente, ovvero che non esistono droghe leggere o pesanti, ma il fenomeno va combattuto in toto anche perché sappiamo che si comincia con lo spinello e si finisce per fare uso di ben altro. E’ chiaro che la droga leggera consumata diventa poi la porta per le droghe pesanti». I dati sono allarmanti soprattutto se andiamo ad analizzarli in profondità e in prospettiva. L’età è la prima questione che si palesa: «Purtroppo il fenomeno ormai è sempre più precoce: i primi consumatori sono infatti i bambini che iniziano già a 12 anni» avverte.
Per questo Gandolfini, nel tavolo di lavoro per contrastare il fenomeno – che si è tenuto durante il recente congresso internazionale sul tema, a Venezia, ha discusso le strategie più efficaci individuando nella formazione precoce, oltre che nella repressione, una possibile soluzione: «A livello informativo è importante coinvolgere la scuola e il mondo dell’associazionismo che magari è vicino alle famiglie, colpite direttamente dalla questione. Ritengo sia importante partire con l’educazione sulla pericolosità delle droghe già a partire dalle scuole primarie. Importante far capire cosa si rischia, certo, ma è fondamentale dare anche delle direttive valoriali per far loro comprendere come sia concettualmente sbagliato l’uso di certe sostanze».
E poi c’è il fenomeno successivo all’età giovanile: «Sta accadendo – ci informa – che anche persone che superano la fase critica adolescenziale comincino a farne uso anche superati i vent’anni. Magari per questioni di instabilità lavorativa o sociale». Ogni anno, infatti, il mercato di tipologie delle sostanze aumenta: «Un recente censimento – conferma Gandolfini – parla di 110 prodotti diversi: ci sono crack, LSD, prodotti di elaborazioni. Di tutto»
Infine va sottolineato un punto: oltre che un problema di pericolosità sociale, la droga diventa certamente anche una questione di salute: «Recenti studi elaborati dal ministero della Danimarca parlano chiaramente dei danni cerebrali da cannabis: uno dei dati ormai assodati è la correlazione tra l’uso della canna e l’instaurazione di fenomeni di schizofrenia. Per questo motivo e a fronte di questi dati e dei fenomeni sociali e di cronaca di tutti i giorni – conclude Gandolfini – per noi non esiste la minima possibilità di legalizzazione delle droghe leggere».
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