Gioele il cui nome significa JEHOVAH è DIO, profetizza in un periodo di tempo di circa 30 anni (810 – 780 A.C).
Il suo ministero e il messaggio sono un costante richiamo ed esortazione al ravvedimento ma è anche un messaggio di speranza dove Dio promette attraverso Gioele un tempo di ristoro e di risveglio che avrebbe portato refrigerio al popolo di Dio.
Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni. Anche sui servi e sulle serve spargerò in quei giorni il mio Spirito. (Gioele 2:28-29)
Questa profezia è sicuramente la più conosciuta del libro di Gioele, essa trovò il suo adempimento nel giorno di pentecoste così come testimoniato dallo Spirito santo per bocca di Pietro:
“Questi non sono ubriachi, come voi supponete, perché è soltanto la terza ora del giorno; ma questo è quanto fu annunciato per mezzo del profeta Gioele” (Atti 2:15-16).
Dio vigila sulla sua Parola e la manda ad effetto, che meraviglioso atto di grazia è preannunciato da Gioele, lo Spirito di Dio avrebbe abbattuto ogni barriera nel sistema religioso, Dio avrebbe unto di Spirito santo ogni credente.
Il libro di Giole contiene una profezia che sconvolge l’arroganza dei Sacerdoti”, la supponenza dei “Re” e la presunzione e dei “profeti” portando dignità a tutto il popolo di Dio e ricordando alla nostra vita che se pur abbiamo chiamate e doni differenti dobbiamo mantenere l’umiltà e la consapevolezza che siamo solo strumenti nelle mani di Dio e che questo ci chiama a NON SIGNOREGGIARE sul gregge di Dio.
Se abbiamo qualcosa lo abbiamo ricevuto per il bene del popolo di Dio e non per essere “pavoni ecclesiastici”.
Vorrei ricordare le parole di Giovanni Battista quando gli fu chiesto di identificarsi rispose: “sono una voce che grida nel deserto” (Gv 1: 19-23) rifiutando qualsiasi appellativo che potesse portare prestigio alla sua vita.
Anche le parole che il Signore ha ispirato a Paolo, mentre scriveva alla chiese di Corinzi, sono di grande impatto in questo senso: “Infatti, chi ti distingue dagli altri? E che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l’avessi ricevuto?” (1 Cor 4:7)
Quello di Giole è un messaggio di speranza e di grazia per TUTTI. Dio chiama al ravvedimento ma anche ad un speranza di fede che ci spinge verso colui che ci ricorda che siamo quello che siamo per la sua meravigliosa grazia.
JEHOVAH è DIO e non divide la Sua Gloria con nessuno, a Lui e solo a Lui spetta la gloria nella chiesa. Temo che fino a quando la chiesa cercherà la “sua gloria” e il protagonismo umano non vedrà mai la Gloria di Dio. Che Dio ci aiuti e ci faccia sperimentare un reale ravvedimento che ci spinga sulle ginocchia mentre pronunciamo con il nostro cuore solo JEHOVAH è DIO.
Dio ci benedica
Davide Ravasio | Notiziecristiane.com
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