Giochi d’azzardo: pratica immorale che Dio condanna

12805749_535105199996131_1875508472971479698_nL’avidità di guadagno, la schiavitù del vizio, lo scopo poco edificante rendono il gioco d’azzardo, sebbene legale secondo le leggi dello stato, una pratica immorale che Dio condanna.

Esiste un’opinione molto comune riguardo al gioco d’azzardo, secondo cui vi sia quello lecito e quello illecito. Spesso, anche molti cristiani, non adeguatamente illuminati sull’argomento, ritengono che certi giochi siano illegali, perché non permessi dalla legge, ed altri come il totocalcio, totip, lotto, lotterie nazionali, super enalotto, ecc. , leciti e legali perché lo Stato li considera tali, avendoli istituiti e regolati per legge (al punto che esiste presso l’Intendenza di Finanza una “Sezione Lotto e Lotterie”). Questa concezione è indubbiamente molto superficiale ed è il retaggio di un’educazione molto elastica. Come si può, ad esempio, considerare lecito in certo atto unicamente perché esiste una legge dello Stato, quando, fino ad alcuni anni or sono, il “mercimonio della propria persona” era regolato da una legge ed una tassa governativa”!

IL SILENZIO DELLA RABBIA

Riguardo ai giochi d’azzardo esiste anche un’altra posizione, poiché nella Bibbia non c’è uno specifico riferimento e divieto, alcuni pensano che sia lecito esercitarli, ma tale dichiarazione è veramente pericolosa. La Bibbia tratta più di principi che di casi particolari giacché è il Libro che sfida i secoli e, quindi, la moda, i sistemi e i metodi possono cambiare e cambiano, ma il principio rimane saldo. Se è vero che la Parola di Dio non menziona il gioco d’azzardo, domandiamoci quali siano i motivi che spingono la gente al gioco. Prima di tutto, l’avidità del guadagno. Gesù ricorda: “Badatevi e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza de’ beni che uno possiede, ch’egli ha la sua vita” (Luca 12:15). La Bibbia giudica questa attitudine deleteria: “… dal più piccolo al più grande, son tutti quanti avidi di guadagno…” (Geremia 6:13); “Guai a colui ch’è avido di illecito guadagno per la sua casa, per porre il suo nido in alto e mettersi al sicuro dalla mano della sventura!” (Habacuc 2:9). Poi, la schiavitù del vizio. Quando il desiderio del gioco prende possesso di un individuo, egli n’è dominato al punto che è disposto a tutto pur di non rinunciarvi. “ogni cosa m’è lecita, ma non ogni cosa è utile. Ogni cosa m’è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa alcuna” (I Corinzi 6:12), questa è l’attitudine giusta nei confronti di qualsiasi cosa che possa ridurre l’individuo alla totale prigionia. Quante famiglie sono state rovinate dal gioco d’azzardo; quanti individui sono giunti disperati a togliersi la vita, dopo aver perduto tutti i propri averi nelle corse o alla roulette! La schiavitù nella quale si trovano coloro che si fanno prendere dal “demone del gioco”, è un atto d’accusa contro la natura stessa di queste “distrazioni” che coinvolgono gli individui e li riducono sul lastrico. Inoltre, lo scopo poco edificante. Perché la gente è interessata al gioco? Certamente per arricchire in fretta e senza fatica. Quindi questa “Attività” rientra tra quelle illecite ed immorali che Dio ha condannato. Anche la sua natura anticristiana. Il semplice fatto che s’investano somme di denaro in giochi d’azzardo, corse di cavalli, lotto, o lotterie diverse, è una riprova di credere nel fato, nella fortuna, nella fortuna, nella sorte, cioè in “una potenza misteriosa che regola le vicende umane”. Il calcolo delle probabilità matematiche, che stabilisce la misura in cui si possono verificare certi fenomeni dipendenti dal caso, non può trasformare quest'”attività” in qualcosa di cristianamente accettabile, poiché si fonda su un principio totalmente opposto alla Bibbia. I cristiani non possono credere ad una potenza misteriosa che regola le vicende umane e che agisce per caso. Essi credono all’unico vero Dio, Creatore , Salvatore e Sostenitore di tutte le cose, che si è rivelato in Cristo Gesù come il “Padre nostro”. Infine, è una aperta sfida a Dio, perché contrasta con almeno tre stabiliti nella Bibbia:

a) Il principio che presenta l’uomo quale amministratore dei beni che il Creatore gli provvede. Quindi, nessuno può permettersi di fare degli “investimenti” assurdi con somme delle quali deve rendere conto, a meno che non si voglia essere “cattivi amministratori”.

b) Il principio dell’accettazione della propria condizione, avendo fede nella promessa di Gesù: “…cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose ( i beni materiali) vi saranno date in più. (Matteo 6:33).

c) Il principio dell’ordine armonioso e sistematico della creazione. Tutto quello che Dio ha fatto e ordinato segue leggi precise e perfette.

Non c’è stato nulla di casuale nell’opera divina. E’ inconcepibile, quindi, che Dio, per portarvi avanti il proprio piano benefico di redenzione (siano missioni, benessere sociale, oppure opere filantropiche), debba ricorrere ad avvenimenti soggetti al caso e alla sorte piuttosto che al Suo intervento diretto nella vita dei credenti.

IL COMPORTAMENTO DEI CRISTIANI

In conseguenza di queste considerazioni, i cristiani fondati su “Tutto l’Evangelo” debbono valutare sai i motivi, sia i principi coinvolti. Per confermare l’attitudine precisa dei credenti attraverso i secoli, sarà utile ricordare quello che Tertulliano, famoso apologeta de III secolo d.C., affermava: “Se dite che siete cristiani quando siete giocatori di dadi, dite d’essere quello che non siete”. Un notissimo espositore della Bibbia affermava: “Il gioco d’azzardo è essenziale antisociale e, siccome incarnazione dell’egoismo, è l’essenza stessa del peccato”. In molti paesi le lotterie sono spesso utilizzate da chiese e gruppi religiosi come strumento per raccogliere fondi a favore d’istituzioni benefiche. Nel nostro Paese, generalmente, le lotterie si svolgono a livello locale, per raccogliere fondi a favore della festa del santo patrono. Una nota personalità dl mondo evangelico ha affermato: “Il gioco d’azzardo contraddice quella visione della vita che deve essere incoraggiata… La sua glorificazione del puro caso è un negare l’ordine divino della natura. Rischiarare… è ignorare il principio che le proprietà sono un deposito fiduciario, e che gli uomini devono rendere conto a Dio del loro uso. L’appello costante dell’avidità è sostanzialmente contrario all’altruismo insegnato da Gesù Cristo e dal Nuovo Testamento, nel suo complesso”. Sia permesso di riportare una testimonianza diretta ed edificante della posizione assunta dai rappresentanti delle Chiese Evangeliche Italiane, i quali, sulla base del principio costituzionale dell’uguaglianza di tutte le fedi religiose dinanzi allo Stato, furono cortesemente inviati, alcuni anni or sono, da un Ministro finanziario dell’area laica ad un incontro, per dare, anche alle chiese evangeliche, la possibilità di rientrare nella suddivisione di una quota che lo Stato, dagli introiti del lotto e lotterie, assegna ad organizzazioni religiose e di beneficenza. La nostra risposta, differente da tutte le altre, fu una decisa testimonianza di fede: “Per coerenza con i principi biblici, non possiamo accettare fondi che provengono da denaro illecitamente guadagnato”. Se qualcuno ha in animo di aiutare qualche attività cristiana d’azione sociale o missionaria, doni la propria, forse, piccola offerta, ma non impieghi lo stesso denaro in lotterie. La causa di Cristo e dell’Evangelo non va avanti con schedine di totocalcio, biglietti di lotteria, gratta e vinci o puntate su corse dei cavalli, ecc., ma per fede, con l’impegno sistematico d’ogni credente.

Francesco Toppi

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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