Sono cresciuta in una famiglia cattolica non molto praticante, con una mamma che fin da piccola mi ha insegnato le classiche “preghierine” per bambini.
Crescendo, il Signore, o meglio, la “religione”, senza mai essere stata al centro dei nostri discorsi, è stata messa sempre più in disparte. Tuttavia, verso i diciotto anni, ho avuto l’opportunità di rientrare nell’ambiente della chiesa cattolica, in occasione dell’inizio del catechismo per mio fratello. Per la prima volta ho provato il desiderio di incontrare Gesù e di sentire parlare davvero di Lui. Mi sono buttata a capofitto in quella ricerca, sono entrata nel coro della chiesa e da lì a pochi anni ho incominciato ad insegnare catechismo ai bambini. Mi sentivo soddisfatta e mi accontentavo di seguire i codici di comportamento che suggeriva la chiesa cattolica senza chiedermi realmente da dove provenissero. Alcuni erano abbastanza rigidi e con il passare degli anni cominciavo a domandarmene l’origine. Quale santo dovevo “seguire”? Era meglio recitare le orazioni che promettevano la salvezza dei miei parenti dal purgatorio oppure il rosario? E quale madonna era meglio pregare? Ero arrivata ad un punto in cui la confusione aveva preso il sopravvento sulle mie passate certezze. Nel frattempo mi dividevo tra le mie attività in chiesa e la mia vita quotidiana: lavoravo, cantavo in un gruppo rock, uscivo col mio ragazzo e con i miei amici.
Apparentemente ero sempre stata la classica brava ragazza: molto credente, con la testa sulle spalle, niente alcool, fumo né follie. Io vestivo ben volentieri il mio ruolo, mi sentivo con la coscienza pulita, protetta e appagata dalla consapevolezza di compiere il mio dovere: in fondo non facevo del male a nessuno, tutte le domeniche andavo a messa, ed ero amata ed apprezzata in ogni ambiente che frequentavo. Poco tempo dopo, sul posto di lavoro, ho conosciuto Mario, un uomo meraviglioso che è diventato mio marito. Abbiamo vissuto momenti difficili, come l’incidente che ha coinvolto mio fratello tenendolo cinque mesi in coma. Abbiamo affrontato le difficoltà con coraggio, consapevoli che in Signore ci era vicino e ci dava forza. Nel 2009, cercando un Gesù vivente, che non percepivo in quel luogo, ho cominciato, lentamente ma inesorabilmente, ad allontanarmi dalla chiesa cattolica. Ero davvero scoraggiata, dopo averlo tanto servito, perché non si faceva più trovare da me? Ho trascorso circa un anno in questa sorta di “apatia spirituale”, e tale situazione ha contribuito ad allontanarmi un po’ da Mario … lui stesso pareva non riconoscermi, non vedendo più quella “luce” che tanto aveva contribuito ad attrarlo a me.
Tuttavia qualcosa di meraviglioso è accaduto all’inizio del 2010: il Signore è venuto a cercarmi! Com’è scritto: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto sia duraturo, affinché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve lo dia” (Giovanni 15:16). Egli mi ha fatto comprendere che il luogo dove lo avevo cercato in passato non era quello dove potevo sperimentare realmente la Sua presenza. In talune occasioni Internet è davvero utile, infatti, durante le mie navigazioni, in cerca di percorsi alternativi a quello fatto fino a quel momento, sentivo come una voce che mi suggeriva il da farsi, e sono approdata in un sito di fede evangelica. Mi sono quindi ricordata di aver visto, tempo prima, una chiesa evangelica a Cornaredo, e, in un attimo, mi sono ritrovata proprio nel sito di quella chiesa, ho visto le foto e mi ha rassicurato il vedere volti puliti e sereni. Desideravo subito inviare una mail al Pastore, ma prima, giustamente, ne dovevo parlare con Mario. Già immaginavo le sue resistenze, nella chiesa cattolica non mi aveva mai seguito molto: troppe regole, troppe imposizioni, troppe persone incoerenti, diceva lui. Invece, con mia grande sorpresa, ha subito dimostrato interesse per l’argomento: il Signore aveva già iniziato ad operare anche nella nostra coppia. Così, il giorno successivo, inviai una mail al Pastore chiedendo di poter partecipare al culto la domenica successiva.
Non lo potrò mai dimenticare: era l’11 Aprile 2010, un culto di Santa Cena, la mia vita e quella di Mario sono state completamente stravolte! Gesù in persona mi ha accolto quel giorno, dicendomi dolcemente: “Finalmente sei arrivata! Visto? Ero più vicino di quanto tu immaginassi!”. Ho avuto non poche difficoltà nel comunicare la mia conversione alla mia famiglia ed agli amici, con i quali avevo condiviso molteplici attività, per anni, nella chiesa cattolica. Molti di loro mi hanno preso per una folle che si è fatta fare il lavaggio del cervello! Niente di tutto ciò: la fede evangelica non è una religione, non ci sono schemi da seguire, né regole ferree, inventate da uomini, da rispettare. E’ l’incontro personale con Gesù, è chiudersi nella propria cameretta e parlarGli a cuore aperto, è avere un dialogo quotidiano e costante con Lui, è sentirlo presente in ogni momento della propria giornata. E’ accorrere sempre a Lui, confidarGli le proprie angosce, è confessarGli tutti i propri peccati e sapere che il perdono del Padre arriva perché Egli ha mandato il Suo figliolo Gesù per il nostro riscatto. Non sono necessari sacrifici, penitenze né mortificazioni corporali; Gesù è morto sulla croce per ognuno di noi. Non occorrono intermediari designati, ognuno di noi può avere un rapporto diretto e personale con il Signore. L’unica cosa importante è attingere quotidianamente al cibo spirituale che proviene dalla lettura della Parola, è far sì che il nostro comportamento sia a ciò che il Signore ci indica. Com’è scritto: “Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto, poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai” (Giosuè 1:8).
La grazia è stata completa perché anche Mario ha accettato Gesù nel suo cuore e questa è stata un’ulteriore conferma che il nostro incontro non è stato casuale. Il Signore mi ha indicato la strada, mi ha tenuta per mano ed ha camminato con me, quando la scorsa estate ho dovuto affrontare insieme alla mia famiglia la terribile malattia di mio papà che ci ha lasciati in tre mesi … Molte persone mi hanno abbandonato dopo la mia conversione, tuttavia in cambio ho ricevuto molto di più: una nuova famiglia composta di fratelli e sorelle in Cristo con i/le quali condivido, oltre alla lode e alla preghiera, anche pensieri ed idee, e passo con loro, ore meravigliose nell’amore del Signore. Certo le difficoltà non mancheranno, ma so che rivolgendomi al Signore, Lo troverò sempre pronto ad accogliermi e a sostenermi, senza giudicarmi e facendomi sentire amata. Solo arrendendoci a Lui, chiedendo sinceramente perdono per gli sbagli commessi, Egli ci accoglierà a braccia aperte, ci rimarrà sempre fedele permettendoci, così, di sperimentare il Suo immenso amore. Ognuno di noi ha un versetto che è diventato il “cavallo di battaglia”, il versetto preferito, quel versetto che, nei momenti di scoraggiamento ci risolleva in un attimo, e vorrei condividerlo con voi: “Sii forte e coraggioso, non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il Signore, il tuo Dio, sarà con te, ovunque andrai” (Giosuè 1:9). Il Signore sia lodato!
Gezabel | Adiagrigento.it/
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