di Agostino Masdea – Quel giorno che Gesù con soli cinque pani e due piccoli pesci aveva sfamato una folla di cinquemila uomini, la gente era così eccitata ed euforica che voleva farlo re. Ma Gesù, vedendo questo, si ritirò sul monte da solo.
Prima di salire sul monte, però, “costrinse” i discepoli a salire sulla barca per andare dall’altra parte del lago. Per come si misero le cose, non sembra sia stata una buona idea, in quanto “il mare era agitato, e soffiava un forte vento”.
Il Signore però non commette mai errori. C’è un motivo dietro ogni Sua azione. Dalla collina dove Egli si trovava per pregare, li vedeva. Vedeva la difficoltà che affrontavano e pregava anche per loro! Era già la seconda volta che i discepoli ubbidivano al Maestro per poi trovarsi in “brutte acque”. La prima volta fu quando Gesù disse loro: “passiamo all’altra riva”. Poi, una volta nella barca, Egli si addormentò, mentre una terribile tempesta si abbatteva su loro. Questa seconda volta avranno pensato: “se almeno Egli fosse qui…”. In realtà Gesù era lì, anche se non fisicamente! E loro, come la prima volta, stavano per vedere di nuovo la gloria di Dio!
Gesù ci vede sempre, in qualunque tempesta, prova o difficoltà che affrontiamo, e sempre ci viene incontro. “Alla quarta vigilia, della notte, Gesù andò verso di loro, camminando sul mare”.
La quarta vigilia significava quasi l’alba, perciò presumiamo che i discepoli passarono tutta la notte tribolando contro il vento contrario. Anche quando sembra che Egli tardi a venire in nostro aiuto, sta comunque vegliando su di noi, ed arriverà sempre al momento giusto. E il modo come lo fa può essere insolito ed imprevedibile. Quella notte arrivò camminando sulle acque. Anche questo era un segno straordinario della Sua infinita potenza. E disse loro ciò che oggi dice anche a noi: “Coraggio! Ci sono io. Non abbiate paura.”
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