Recentemente sul quotidiano “Italia Oggi” lo scrittore Diego Gabutti ha teorizzato che dietro all’attesa della piena rivelazione dei Manoscritti del Mar Morto vi sia qualcosa da temere. Una tesi ardita, d’altra parte Gabutti è autore di un libro che descrive le differenti “versioni alternative” di Gesù rispetto ai Vangeli.
I cosiddetti Manoscritti del Mar Morto sono dei testi, casualmente ritrovati a Qumran nel 1947 in una piccola grotta dentro ad antiche giare di terracotta, che comprendono anche brani della Bibbia ebraica. I manoscritti datano tra il 150 a.C. e il 70 d.C. e sono associati all’antica setta ebraica detta degli Esseni. Per anni sono stati al centro dell’attenzione dopo che il papirologo spagnolo José O’Callaghan ha identificato il papiro 7Q5 come un frammento contenente i versetti 6,52-53 del Vangelo secondo Marco, retrodatando così la data della composizione ad al massimo 20 anni dopo la morte di Gesù (le grotte di Qumran vennero sicuramente abbandonate dal 60 d.C.). Nessuno è mai riuscito a negare questa identificazione anzi, la maggior parte degli studiosi oggi concordano con il papirologo spagnolo. Ne parleremo sicuramente, ma non oggi.
Ci preme invece chiarire i dubbi citati dallo scrittore nel suo articolo, dove si chiede: «Gesù era forse un settario di Qumran? È lui il Maestro che secondo i manoscritti le forze d’occupazione imperialromane hanno giustiziato dopo uno dei tanti moti rivoluzionari dell’epoca? E quando nei manoscritti s’accenna a certe rivalità interne al gruppuscolo non si starà parlando per caso in realtà delle beghe documentate anche negli Atti degli apostoli tra seguaci della chiesa di Gerusalemme e il cristianesimo in salsa grecoplatonica ad usum gentili di Paolo e dell’Apocalisse giovannea? Quando si decideranno a pubblicarli tutti i manoscritti? Cosa c’è da nascondere?».
Essendo un dubbio di molti, vorremmo rassicurare che non c’è nulla da temere e abbiamo sufficiente materiale per rispondere definitivamente a queste domande. Tanto che non c’è alcuno studioso serio che risponda da esse positivamente, essendo note talmente tante differenze tra il comportamento e le convinzioni degli esseni e quello di Gesù. L’unica similitudine su cui potremmo ragionare è che entrambi (Gesù e la comunità essena) vennero soppressi per mano delle autorità romane.
Il prof. John P. Meier, docente di Nuovo Testamento alla Notre Dame University, nonché il più eminente studioso biblico vivente, ha parlato di questo nel terzo volume del suo magistrale “Un ebreo marginale”, criticando la «letteratura popolare» che «su questo tema tende a esaltare le somiglianze tra Gesù e Qumran, se non la loro presunta identità». Ma, ha proseguito, «esistono differenze fondamentali tra i due fenomeni storici» che vengono da lui trattati dettagliatamente per quasi dieci pagine (e che non stiamo a riportare). Neppure si può paragonare Gesù alMaestro di giustizia, il personaggio anonimo che fondò la comunità di Qumran: l’unico punto in comune tra i due è la condanna a morte da parte del prefetto romano Ponzio Pilato, anche se «a mio parere non c’è una prova chiara e convincente che il Maestro di giustizia abbia subito una morte violenta per mano delle autorità di Gerusalemme». In ogni caso «sarebbe avvenuta per motivi molto diversi: da una parte [il Maestro di giusitizia, nda] un sommo sacerdote che propugnava norme rituali alternative al tempio, e dall’altra [Gesù, nda] un profeta laico sovvertitore e sedicente messia». La conclusione del prof. Meier dopo la lunga trattazione delle differenze, è che «le differenze tra Gesù e Qumran/gli essenifurono numerose e profonde. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che i due non abbiano avuto rapporti durante il ministero pubblico di Gesù» (p.541-555).
Come sempre citiamo anche la visione dell’eminente studioso agnostico Bart D. Ehrman, professore di Nuovo Testamento e direttore del dipartimento di studi religiosi dell’Università del North Carlina: «Gesù non era un esseno. Non c’è nulla che colleghi lui o Giovanni Battista al gruppo. Proprio il contrario […]. Gesù, per parte sua, scandalizzò i devoti ebrei dediti alla conservazione di una vita pura, lontana dal sudiciume del mondo circostante comportandosi in modo diametralmente opposto agli esseni di Qumran». E ancora: «la comunità di Qumran non può non aver aborrito le opinioni di Gesù» (B.D. Ehrman, “Did Jesus Exist”, HarperCollins Publisher 2013, pp. 285-287 e 326).
Tratto da: http://www.uccronline.it/
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