Gesù, il Vero Consulente Spirituale

Il racconto dell’incontro del Signore con la samaritana mi colpisce ogni volta che lo leggo (Giovanni 4:1-30 e 38-42).

La vita di quella donna era tutta una catastrofe. Passava da un marito all’altro e nella società di allora, era disprezzata, emarginata e la sua condizione sociale non era migliore di quella di una comune prostituta. Tuttavia, il Signore si rivelò per la prima volta come Messia proprio a quella donna samaritana. In tal modo, Egli voleva mostrare di essere il Salvatore di tutto il mondo. Il Figlio di Dio non era venuto in questo mondo solo per gli Ebrei, o per una élite religiosa, ma per i poveri, i malati, i disprezzati e gli emarginati, per coloro che si riconoscevano peccatori e non per coloro che si ritenevano giusti. Il Signore vedeva la miseria della samaritana, allo stesso modo in cui egli conosce anche i nostri problemi e non rimane indifferente di fronte ad essi. Egli attraversò la Samaria e giunse al momento giusto a quella fonte da cui la donna adultera voleva attingere acqua. Egli era lì per salvare una donna condannata. I tempi di Dio sono sempre quelli giusti.

La donna era stupida e confusa, per il fatto che Gesù, il quale non aveva alcun recipiente per attingere acqua, le parlò, dicendole: “Dammi da bere.” Nella cultura dell’epoca, gli uomini non parlavano in pubblico con le donne, neanche con le proprie mogli. Gesù abbatté anche questo muro. La donna, profondamente meravigliata e sorpresa che Gesù le avesse rivolto la parola, chiedendole anche di poter bere dal suo vaso impuro, domandò: “Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?” Ed il Signore le rispose: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva.” Che cosa voleva dire Gesù con queste parole? L’acqua naturale soddisfa la nostra sete solo per qualche tempo: è come la felicità che si cerca in questo mondo, un correre dietro al vento. Essa non soddisfa mai realmente e durevolmente. “vieni da me e riceverai l’acqua che purifica, che diviene una sorgente inesauribile e scaturisce in vita eterna”.

Quest’acqua appaga la sete dell’uomo, il suo desiderio di protezione, di trovare un senso nella propria vita, di sicurezza, di una dimora stabile. Questi erano anche desideri della samaritana, ecco perché pregò di ricevere quell’acqua viva di cui non riusciva neanche a comprendere appieno l’efficacia. Ed anche in quell’incontro, il Signore pose il dito nella piaga della sua interlocutrice: “Va’ a chiamare tuo marito e vieni qua”. La donna non poté più sfuggire, dovette riconoscere quello che era in realtà. Chi vuole uscire dalle tenebre e dalla depressione, deve diventare sincero di fronte a Dio e a sé stesso, chiamando per nome il peccato, senza cercare attenuanti. “Non ho marito”. La donna si vide totalmente scoperta e tuttavia niente affatto disprezzata o respinta. Il Signore conosceva la sua vita, conosceva tutta la verità. “Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonare i peccati e purificarci da ogni iniquità”, leggiamo nella prima epistola di Giovanni. Questo messaggio meraviglioso dà grande libertà. Il consulente spirituale può incoraggiare la persona oppressa a diventare sincera, in modo da portare il proprio peccato alla luce e poterne essere liberato. Gesù non aveva alcuna intenzione di rimproverare la donna. Sicuramente, altri erano corresponsabili per la sua situazione. Non era certo stata felice con quegli uomini, altrimenti non sarebbe corsa da uno all’altro, ma in quel momento, non si parlava delle loro colpe. Quando una persona si trova davanti a Dio, Egli chiede: “Che cosa ti succede?” La samaritana era così delusa, così sola, così ferità che non diede alcuna spiegazione. Nè si trincerò dietro qualche scusa. Questo è un segno di vera sete spirituale. Chi si rivolge a Gesù in questa condizione di spirito, riceve perdono. Il fatto che la donna riuscisse a parlare della propria situazione con gli altri, mostra la sua liberazione.

Gesù le aveva dato dell’acqua della vita, e lei aveva cominciato ad onorato Dio in spirito e verità. Non aveva più bisogno di mentire, di coprire la propria colpa, perché le era stata condonata. Questo dato di fatto costituisce il fondamento della consulenza spirituale cristiana.

Bruno Schwengeler

Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecri0stiane.com
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