Dopo l’incendio doloso della chiesa della Moltiplicazione in Israele, un altro caso di «violenza anticristiana». La firma è dell’Isis ma non v’è certezza su chi siano i veri responsabili.
«I soldati dell’Isis lavoreranno per uccidere questi cristiani, così che il paese venga ripulito dalla loro presenza, e ripuliranno il quartiere musulmano dai cristiani durante il mese sacro di Ramadan». È questo il contenuto dei volantini distribuiti nel fine settimana a Gerusalemme, il cui autore è ancora sconosciuto.
AUTORE SCONOSCIUTO. Nonostante la firma attribuisca l’operato all’Isis (emirato di Gerusalemme), secondo i media israeliani è quasi impossibile che si tratti davvero dello Stato islamico, visto che nessuna presunta “cellula israeliana” del gruppo è conosciuta. Resta il fatto che la minaccia nei confronti dei cristiani è chiarissima: «Sappiamo dove si trovano quelli che collaborano con i sionisti e incoraggiano i musulmani a lasciare la loro religione. Sappiamo dove sono ma abbiamo bisogno di aiuto per trovarli tutti».
«ANDATEVENE O SARETE SGOZZATI». Il messaggio si conclude così: «Quindi diciamo ai cristiani e agli infedeli: andatevene ora o sarete uccisi prima della fine del Ramadan. Sarete sgozzati come pecore. Un mese è sufficiente perché ve ne andiate». Secondo l’ex patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, intervistato da Haaretz, è difficile che si tratti davvero dello Stato islamico. Potrebbe al contrario essere una tattica usata da ebrei ultra-ortodossi per distogliere l’attenzione «dall’incendio doloso della Chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci» (foto in alto).
«VIOLENZA ANTICRISTIANA». La chiesa, che si trova a Tabga, nello Stato di Israele, è stata data alle fiamme lo scorso 18 giugno. Le indagini portano verso gruppi di coloni ebraici ultra-ortodossi, anche se i responsabili non sono ancora stati trovati. La chiesa della Moltiplicazione, che si trova sulla riva del lago di Tiberiade, è eretta sul sito dove si pensa che Gesù abbia moltiplicato pani e pesci per sfamare circa 5.000 persone.
Per monsignor William Shomali, vescovo ausiliario del patriarcato latino, l’incendio rappresenta «un’escalation di violenza anticristiana. Abbiamo il diritto di domandarci che cosa potrebbe succedere ancora». Sul muro della chiesa è stata anche trovata questa scritta: «Tutti gli idoli saranno distrutti». Come aggiunto dal vescovo ad Aiuto alla Chiesa che soffre, «continuo a pensare che questo atto sia stato compiuto da un gruppo molto piccolo e aggressivo. Ci sono ebrei liberali e tolleranti, ebrei che lo sono un po’ di meno ed ebrei che detestano chi non è come loro. La mia inquietudine riguarda l’aumento del numero delle persone radicalizzate e il loro sempre maggiore grado di intolleranza».
GERUSALEMME OSTILE. In questo senso si può leggere la decisione della municipalità di Gerusalemme di consultare sempre i capi rabbini prima di autorizzare grandi eventi cristiani. Alcuni gruppi ultra-ortodossi avevano protestato il mese scorso per impedire che al Palacongressi “Jerusalem Pais Arena” si tenesse un evento cristiano protestante definito dagli haredim «un’enorme dimostrazione di conversioni forzate». Pur avendo autorizzato lo stesso l’evento, riferisce Ynet News, il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, ha deciso che «per eventi futuri, nel caso vengano destate preoccupazioni per attività missionarie illegali, i capi rabbini e i legali della municipalità verranno consultati».
Leone Grotti
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