Secondo il popolo ebraico uno tra i principali compiti del Messia c’è la ricostruzione del Bet Hamikdàsh a Gerusalemme. Si tratta del Terzo Tempio che rimarrà edificato in eterno, secondo la profezia di Ezechiele: “E stabilirà con loro un patto di pace, che sarà patto stabilito con loro per sempre, li collocherà nel loro paese, li accrescerà e metterà in mezzo a loro il mio Santuario per sempre. Il mio Santuario si eleverà sopra di loro, Io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. E essendo il mio Santuario in mezzo a loro per sempre, le genti riconosceranno che sono Io che ho fatto di Israele il popolo santo.” (Ez.37:26-28)
Il Primo Tempio di Gerusalemme (detto anche “di Salomone“) era la struttura principale di culto dell’antico Israele attorno al 950 a.C. In esso era contenuta l’Arca dell’Alleanza, simbolo del patto tra Dio e il popolo ebreo.
Nel 586 a.C. il Tempio venne distrutto da un’incursione babilonese a cui capo vi era il re Nabucodonosor II; fu ricostruito circa 50 anni dopo (Secondo Tempio).
Nel 70 d.C. il Secondo Tempio fu distrutto per volere dell’imperatore romano Tito e oggi rimane di esso soltanto il muro occidentale, detto “del pianto“.
Tuttora il popolo ebraico freme per la ricostruzione del terzio Tempio e nel frattempo sono stati fatti molti preparativi, affinché tutto sia esattamente uguale al passato: E’ stato costruito l’altare uguale a quello che vi era nel Tempio di Gerusalemme all’epoca Gesù, sono stati preparati, ad esempio, gli abiti sacerdotali, secondo la tradizione biblica, e gli ornamenti. Gli ebrei sono riusciti perfino a far rinascere la vacca rossa, attraverso vari incroci genetici, considerata pura e usata in tempi antichi per i riti sacrificali. I migliori orafi d’Israele, inoltre, hanno donato delle fedelissime copie delle originali corone, coppe, incensieri e candelabri usati nel passato. Insomma, arredi ornamenti e quant’altro è pronto per il Terzo Tempio, ma la domanda che ci vogliamo porre è ma Dio ha davvero bisogno di un muro di mattoni?
“Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”. (Luca 21:5-11)
Il discorso sul Tempio, e sull’immagine di Dio che ne consegue, è così importante che, l’evangelista Giovanni, come prima azione di Gesù, pone le nozze di Cana e, subito dopo, l’entrata nel Tempio con la frusta.
Tutti i vangeli lo dicono, ma in Giovanni è un po’ più chiaro: Dio non sta nel tempio, non sta nella legge; lo dirà poi anche alla samaritana al pozzo.
L’aspettò del tempio di Gerusalemme ricostruito a quei tempi era magnifico: iniziato da Erode il grande, da cinquant’anni migliaia di operai vi lavorarono alacremente e per altri trent’anni continueranno a farlo.
La ricostruzione del tempio ha risvegliato la fede del popolo: sono ripresi i sacrifici, è rinata la classe sacerdotale, i pellegrini giungono tre volte all’anno da tutta Israele per pregare. Uno spettacolo di bellezza, di armonia, di forza. Strutture austere e solide costruite per sfidare i secoli, per restituire gloria al piccolo popolo di Israele. Ma Gesù non si ferma alla bellezza del tempio ne alla stupidità e all’arroganza di chi pensa di poter gongolare la propria coscienza dietro quelle mura. I vangeli ci danno una grande lezione ancora oggi!
La “mission”, per essere al passo coi tempi, di Gesù è stata quella di distruggere quella “falsa” idea di Dio che per troppi secoli aveva accompagnato il popolo. Ci è riuscito? Qualcuno dirà di no visto gli episodi lungo la storia, ma di fatto, coloro che hanno davvero sperimentato la Sua Presenza, sì.
Gesù è venuto per farci capire che suo Padre è altro da quello che aveva detto il “serpente” a Eva, e cioè che Dio è legge, divieto, obbligo, prescrizione, dovere, giudizio, condanna.
Dio, quello di Gesù, è quel Dio che ha iniziato il mondo con una benedizione. Per tornare alle nozze di Cana, Dio sta nel vino e nelle nozze, cioè, nell’amore, nell’allegria, nella gioia! No nei templi, nelle sinagoghe, nelle chiese fatte di mura! Dio è e sta nell’amore, nell’integrità e va adorato in Spirito e verità!
Vincenzo Lipari
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