Oggi è il giorno del capodanno ebraico, Rosh Hashanah (ebraico: ראש השנה) che quest’anno esso viene celebrato tra il 24 e il 26 settembre. In concomitanza di questo evento, il Muro del Pianto a Gerusalemme viene ripulito, come ogni anno, rimossi e raccolti decine di migliaia di bigliettini lasciati durante l’anno dai fedeli, nella convinzione di far arrivare le loro richieste direttamente a Dio. Secondo la tradizione i biglietti verranno seppelliti in una località che non verrà resa nota. La storia del capodanno ebraico è antica tanto quanto la notte dei tempi, visto che gli anni ebraici partono dalla “creazione del mondo” secondo l’era ebraica, quindi, entrerà il 5775.
La storia del capodanno ebraico e di conseguenza di misurare il tempo prese il via da quando si iniziò a studiare la luna e le sue fasi bizzarre e ricorrenti e le stagioni. Tutte queste cose, affascinarono in modo particolare nei tempi antichi i nostri avi, che, appunto basandosi su di queste, determinarono la divisione del tempo. L’anno ebraico è dunque un anno lunare e si basa sulle lunazioni, cioè il periodo in cui la luna passa attraverso tutte le sue varie fasi. Il mese perciò dura 29 o 30 giorni. L’anno ebraico è composto di dodici mesi. Per adeguarsi all’anno solare, usato dai popoli tra cui viviamo, e formato da 365 giorni, circa sette volte in 19 anni, viene aggiunto un tredicesimo mese detto Vaadàr o Adàr Shenì. L’anno di 13 mesi viene chiamato “embolismico” e quello normale peshutà. Il primo giorno del mese e il trentesimo del mese precedente, se c’è, si chiamano Rosh Chòdesh, capo mese, e sono giorni per certi aspetti festivi.
Il capodanno ebraico si chiama Rosh Ha-Shanah (o Rosh Hashanà), che segna l’inizio dell’anno civile e cade il primo di Tishrì. Quest’anno al tramonto del 24 settembre, in tutte le comunità ebraiche prenderanno il via le celebrazioni dello Rosh Hashanah, il capodanno ebraico; il 1 di Tishrei, del 5775, secondo il calendario ebraico.
Per completezza, aggiungiamo che nella Torà Nissàn è considerato il primo mese, in quanto gli Ebrei, in questo periodo, uscirono dalla schiavitù d’Egitto, diventando un vero popolo. Il primo di Nissàn è quindi chiamato Rosh Hashanà lamelakhìm velaregalìm (per i re e per le feste) ed è considerato il capodanno religioso. Ricordiamo anche Rosh Hashanà lailanòt, che cade il 15 di Shevàt; che è il capodanno degli alberi, e segna l’inizio dell’anno agricolo.
I mesi del calendario ebraico sono: Tishrì (sett.-ott.), Cheshvàn (ott.-nov.), Kislèv (nov.-dic.), Tevèth (dic.-gen.), Shevàt (gen.-feb.), Adàr (feb.-mar.), Nissàn (mar.-apr.), Iyàr (apr.-mag.), Sivàn (mag.-giu.), Tamùz (giu.-lug.), Av (lug.-ago.), Elùl (ago.-set.)
Qualche giorno prima di Rosh Ha-Shanah è uso piantare in un piatto di grano e di granoturco. Alla vigilia di Rosh Ha- Shanah e Kippur si usa visitare il cimitero, curare la propria persona e chiedere scusa. La prima sera di Rosh Ha-Shanah, dopo il kiddush, prima dell’inizio della cena, in segno di buon augurio si mangiano dei cibi speciali e si recitano delle formule augurali. Al mattino è mizvà ascoltare il suono dello Shofar.
E’ bene che anche le donne e i minori, anche se sono formalmente esenti, ascoltino il suono dello Shofar. Il suono del corno di montone, è quindi, il suono di tromba eseguito in occasione dell’incoronazione di un re da parte del suo popolo. Il suono dello Shofar ha un significato importante, rappresenta una chiamata al pentimento (teshuvà), che è altresì connessa al peccato del primo uomo e al pentimento per esso. Lo shofar rammenta, inoltre, il dono della Torah nel Sinai, che fu proprio accompagnato da questo suono e allude anche al passaggio escatologico di Isaia 27:13, che annuncia i tempi messianici e descrive un grande shofar, una “grande tromba”. Il corno di montone è anche un simbolo connesso al sacrificio di Isacco e alla prontezza di Abrahamo nell’ubbidire al proprio Dio.
Israele, per Rosh Hashanah, supplica Dio che «il merito di Abrahamo possa stare sopra l’intero popolo» sicché Dio, nella sua compassione e misericordia, provveda un anno di vita, salute e prosperità. Durante il servizio del Capodanno, il popolo assiste ancor’oggi al suono congiunto di cento shofar; suono che, biblicamente, serviva per ricordare l’annuncio della santa convocazione, per cui Rosh Hashanah è detta anche la Festa delle Trombe. I passaggi della Bibbia che descrivono questa celebrazione si trovano in Levitico 23:23-25 e in Numeri 29:1-6.
Il tema principale dei giorni che vanno da Rosh Ha-Shanah a Kippur è la Teshuvà, il pentimento e il ritorno a Dio; Rosh Ha-Shanah è comunque Yom tov, cioè giorno di festa in cui è mizvà mangiare e bere.
Anche la seconda sera di Rosh Ha-Shanah si dice Shehecheyànu nel kiddush (la benedizione per le cose nuove) ma è bene avere sulla tavola delle primizie in modo da giustificare la ripetizione di questa benedizione. Fonti: Lunario, AAVV, Morasha.it
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